Rane alla Milanese
Le Rane alla Milanese sono un secondo piatto gustoso, ottimo da gustare a pranzo od a cena con familiari ed amici.
Per le Rane alla Milanese disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina i limoni, tagliarli a spicchi e tenere da parte.
In un piatto fondo mettere il pangrattato e tenere da parte.
In un piatto fondo sbattere con i rebbi di una forchetta le uova con 1 pizzico di sale e tenere da parte.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le rane pulite e spellate,
togliere solo le cosce, le altre parti utilizzarle per altre preparazioni.
Spolpare le cosce, tenere gli ossicini da parte, battere le cosce con la lama di un coltello in modo che assumano la forma di una cotoletta.
Mettere le cosce in una ciotola con acqua fredda, latte e far spurgare per 60 minuti.
Sgocciolarle, asciugare con carta assorbente da cucina, in filare 1 ossicino tenuto da parte nella coscetta, condire con sale, pepe e passare le cosce nelle uova sbattute poi nel pangrattato e tenere da parte.
In una padella antiaderente mettere a scaldare il burro.
Allineare le cosce di rane, farle rosolare in ogni loro parte a fiamma vivace.
Prelevarle dalla padella con un mestolo forato e disporle su carta assorbente da cucina per far rilasciare l’unto in eccesso.
Disporle ordinatamente su di un piatto di portata contornate da spicchi di limone.
Servire in tavola direttamente sul piatto di portata.
Nota
Con il nome di rana si indica la maggioranza degli anfibi appartenente all’ordine degli Anuri.
In ambito tassonomico, è bene notare che il nome è invece attribuito esclusivamente ai membri del genere Rana.
Il vocabolo “rana” risale al latino rāna(m), una voce di origine onomatopeica, imitante il verso gracidante tipico dell’animale
Generalmente, le rane sono anfibi che vivono principalmente in acqua, privi di coda e con zampe posteriori adatte a saltare; la pelle è liscia e di colore giallo o verde, gli occhi sporgenti, e sono dotati di denti nella mascella superiore
Nella cultura vi sono riferimenti alle rane in relazione al loro aspetto e al loro comportamento (come nei modi di dire “verde come una rana” o “saltare come una rana”, ma anche “cantare come una rana”, riferito ad una voce stridula o sgradevole) il loro caratteristico modo di nuotare dà il nome allo stile di nuoto a rana, e venivano chiamati “uomini rana” i membri dei reparti d’assalto e di sabotaggio speciali della marina militare italiana che operarono durante la seconda guerra mondiale.
Alle rane vengono anche associate caratteristiche simboliche; per via di una favola di Fedro, nella quale una rana orgogliosa cerca di gonfiarsi fino a diventare grande come un bue e finendo per esplodere, esiste ad esempio il detto “gonfiarsi come una rana”, che si usa per indicare una persona tronfia o boriosa.
In araldica invece la rana rappresenta la prudenza.
Le zampe delle rane vengono consumate, solitamente fritte, in molte aree del mondo fra cui la Francia, il Piemonte e l’Indonesia.
Ottimo anche il brodo di rana, il risotto con le rane e la frittura di rana.
La carne di rana contiene poco colesterolo ed è priva di fibre, lattosio e glutine.
Le vitamine contenute nella carne di rana sono la vitamina B1 e la vitamina PP. I sali minerali contenuti sono il fosforo ed il ferro.
La maggior parte della carne di rana in commercio in Italia proviene dal Sud Est asiatico, dalla Romania, dall’ex Jugoslavia, dalla Turchia, dove la rana è ancora oggi una fonte di reddito per quelle popolazioni