Ingredienti
Per Pasta
- 400gr Farina 00
- 4 Uova
- 1 cucchiaio Olio Evo
- qb Sale
Per Ripieno
- 250gr Provola
- 200gr Soppressata
- 3 Uova
- qb Pepe
- qb Sale
Per Condimento
- 250gr Carne trita maiale
- 150gr calabrese Salsiccia
- 1 spicchio Aglio
- 1 Cipolla
- 250gr Passata di pomodoro
- 1 foglia alloro
- 30gr Burro
- 1/2 bicchiere Vino rosso
- 80gr Pecorino
Direzione
Ravioli alla Calabrese
I Ravioli alla Calabrese sono un primo piatto molto gustoso da servire a pranzo od a cena a familiari ed amici.
Per i Ravioli alla Calabrese disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
In un pentolino pieno di acqua bollente leggermente salata far rassodare 2 uova per 9 minuti dalla ripresa del bollore.
Farle raffreddare sotto acqua corrente, sgusciarle, tritarle e metterle in una ciotola.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, la foglia di alloro, tritarle e tenere da parte.
Pulire, lavare, tritare la cipolla e tenere da parte.
Pelare, tritare l’aglio e tenere da parte.
Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, tritare la soppressata e tenere da parte.
Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, spellare la salsiccia, spezzettarla a mano e tenere da parte.
Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, tritare la provola e tenere da parte.
Preparare il Condimento (Ragù di maiale alla calabrese):
In una padella capiente antiaderente, mettere il burro a sfrigolare.
Aggiungere l‘aglio e rosolarle per 2 minuti, a fiamma bassa, gettare l’aglio.
Aggiungere la salsiccia spezzettata, la carne trita di maiale e mescolare bene in modo che tutti gli ingredienti siano rosolati uniformemente.
Dopo 5 minuti diluire con vino rosso e lasciarlo evaporare a fiamma sempre bassa.
Versare la passata di pomodoro, la foglia di alloro e diluire con 3 cucchiai di acqua calda.
Mescolare bene e cuocere per almeno 60 minuti tenendo sempre a fiamma bassissima e mescolando ogni tanto.
Preparare il Ripieno:
In una ciotola mettere la provola, la soppressata tutte tritate, le uova sode tritate, 1 uovo intero, pepe, sale e mescolare bene in modo fino ad ottenere un impasto sodo e omogeneo, coprire con pellicola per alimenti e riporre in frigorifero fino al momento dell’uso.
Preparare la pasta dei ravioli:
Setacciare con cura la farina sulla spianatoia, formare la fontana, mettere al centro le uova, l’olio evo ed un pizzico di sale.
Sbattere con una forchetta le uova.
Incorporare la farina con la punta delle dita, partendo dai bordi della fontana.
Lavorare con le mani il composto per 15-20 minuti, amalgamando bene gli ingredienti e avendo cura di cospargere di tanto in tanto la spianatoia con un poco di farina.
Aggiungere, se fosse il caso, acqua calda.
Continuare in questo modo fino ad ottenere un impasto sodo e omogeneo, quando nella pasta iniziano a vedersi delle bollicine, raccoglierla formando una palla.
Lasciarla riposare in una ciotola per 30 minuti.
Altro modo: mettere gli ingredienti nella impastatrice con gancio o con l’impastatore a fruste ritorte e lavorarli fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo, aggiungere acqua calda alla bisogna, velocità 4 per 10 minuti, eventualmente terminare la lavorazione a mano.
Lasciarla riposare in una ciotola per 30 minuti.
Tirare la sfoglia a mano, con il mattarello, o con la macchinetta a manovella o elettrica. (Ampia o Imperia)
Nel primo caso la sfoglia va lavorata ancora con le mani per alcuni minuti e poi appiattita con il mattarello allargandola fino a formare un grande disco di spessore sottile ed omogeneo.
Si lascia riposare per 10 minuti coperta da un telo.
Con la macchina per tirare la pasta Ampia o Imperia
Passare l’impasto 10 volte sul N° 1
“ “ 1 “ “ “ 3
“ “ 1 “ “ “ 5 o 6
Tagliare le strisce di pasta fuoriuscite con la rotella formando dei quadrati delle dimensioni richieste dal tipo di pasta che si vuol effettuare, per i ravioli da 5/6cm per lato oppure tondi da 6 cm di diametro.
E’ importante evitare di infarinare la sfoglia al termine della sua preparazione, altrimenti non si attacca quando viene ripiegata per racchiudere il ripieno.
Porre al centro di ogni quadrato di pasta delle palline di ripieno,
sopra i quadrati con il ripieno va posto un altro quadrato di pasta facendo aderire bene i bordi, premendo con le mani attorno al ripieno facendo in modo di far fuoriuscire l’aria.
Di solito si usa fare delle strisce di pasta su cui porre a distanza di 5/6 cm il ripieno poi ricoprirle esattamente con altra striscia di pasta facendo aderire bene i bordi, tagliare con una rotella dentata ogni raviolo o con un coppapasta da 6cm per i ravioli tondi.
Per maggior sicurezza si possono spennellare i bordi delle strisce di pasta con 1 uovo sbattuto, premendo con le mani attorno al ripieno facendo in modo di far fuoriuscire l’aria e tagliare con la rotella ogni raviolo.
Disporre i ravioli sulla spianatoia a distanza gli uni dagli altri in attesa di cuocerli.
In una pentola con 2 litri di acqua leggermente salata far raggiungere l’ebollizione.
Quando bolle l’acqua buttare la pasta fresca, aggiungere qualche goccia di olio per evitare che la pasta fresca si attacchi, cuocere alcuni minuti, circa 5 (ma dipende anche dallo spessore della pasta).
Prelevare i ravioli dalla pentola con un mestolo forato e disporli su 4 piatti individuali e condirli con il ragù di maiale alla calabrese preparato e spolverizzare con il pecorino.
Servire in tavola direttamente nei piatti individuali.
Nota
La salsiccia, nell’uso popolare in alcune regioni anche salciccia, è un insaccato di carne, tipico di molte regioni italiane e diffuso in tutto il mondo. In Italia, secondo gli ingredienti e le zone dove viene prodotta, assume varie denominazioni: luganega, salamella, salamina, salamino, salametto, bardiccio, rocchio, zazzicchia.
La prima testimonianza storica sull’uso di insaccare nel budello di maiale la sua carne insieme a spezie e sale è dello storico romano Marco Terenzio Varrone, che ne attribuisce l’invenzione e l’uso ai Lucani: «Chiamano lucanica una carne tritata insaccata in un budello, perché i nostri soldati hanno appreso il modo di prepararla dai Lucani».
Secondo una tradizione lombarda, spuria e molto recente, la sua invenzione sarebbe invece opera della regina longobarda Teodolinda che inventò la salsiccia e che ne avrebbe poi regalato la ricetta agli abitanti di Monza.
Anche i Veneti rivendicano la paternità di questo prodotto, affermando che la salamella sarebbe nata sul loro suolo, e sono tante altre regioni italiane che ne reclamano i natali. Tuttavia, le fonti antiche che si occupano di questa ricetta sono concordi nel ritenere che essa sia un’invenzione del popolo dei Lucani, conquistato da Roma nel III secolo a.C. (l’antica Lucania corrisponde all’odierna Basilicata, comprese limitate zone della Campania meridionale).
Viene prodotta solitamente riempiendo un budello naturale di suino (budellozza) o di montone (lucanicchia o, nel linguaggio volgare, luganega) con un misto di parti magre (es. spalla) e grasse (es. pancetta) tagliate a dadini (o tritate) e mescolate con sale. All’impasto così ottenuto viene aggiunto solitamente vino (prevalentemente rosso) e altre spezie, quali possono essere pepe, peperoncino, coriandolo, finocchio, noce moscata, anche zucchero (destrosio e saccarosio).
Nelle produzioni industriali viene aggiunto di norma acido ascorbico (E300) come antiossidante e latte in polvere affinché il salume conservi una certa morbidezza nel tempo. L’insieme del sale e degli aromi viene denominato concia. Può essere consumata fresca (previa cottura) o secca (quindi stagionata).
Gli abitanti della Basilicata, e in particolare di Picerno, riadottarono il nome originario dell’insaccato, associandolo al territorio di provenienza. La “Lucanica di Picerno” è riconosciuta come prodotto IGP. Su proposta delle rispettive regioni, sono stati riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali le salsicce ed inserite nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Italiani.