Risotto con le Cozze alla Veneziana
Il Risotto con le Cozze alla Veneziana è un primo piatto gustoso e saporito, ideale per un pranzo od una cena importanti a base di pesce, in famiglia o con amici.
Per il Risotto con le Cozze alla Veneziana disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
In una pentola con 1,5 litri di acqua leggermente salata far raggiungere l’ebollizione e tenere da parte.
Pulire, lavare, tritare le cipolle e tenere da parte.
Pelare l’aglio e tenere da parte.
Mettere le cozze sotto acqua corrente, eliminare il bisso, la barbetta che esce dalle due valve.
Spazzolarle una ad una, sempre sotto acqua corrente per rimuovere completamente tutte le incrostazioni.
Mettere le cozze man mano che si spazzolano in una ciotola capiente con acqua ed una manciata di sale grosso.
Lasciar riposare per 3 ore, in modo che ogni residuo di impurità vengano espulse dall’interno del mitile.
Cambiare l’acqua 3 o 4 volte nelle 3 ore aggiungendo sempre una manciata di sale grosso.
Mettere le cozze in uno scolapasta e far sgocciolare.
In una padella antiaderente capiente mettere a scaldare l’olio evo.
Aggiungere le cozze, 2 spicchi di aglio e cuocere a fiamma vivace, mescolare di tanto in tanto fino all’apertura di tutte le conchiglie.
Togliere la padella dal fuoco.
Aprire le cozze, eliminare le conchiglie e tenere da parte i mitili.
Filtrare al colino fine il liquido di cottura delle cozze, farlo ridurre un po’ a fiamma vivace e tenere da parte.
In una padella antiaderente capiente mettere a scaldare 50gr di burro.
Aggiungere la cipolla tritata, il rimanente aglio e far appassire.
Eliminare l’aglio.
Versare il riso farlo tostare per 1 minuto mescolando.
Versare il liquido delle cozze tenuto a parte, pepare, salare e mescolare.
Versare 1 mestolo di acqua bollente, mescolare e portare a cottura versando 1 mestolo di acqua bollente per volta dopo l’assorbimento del precedente, sempre mescolando.
3 minuti prima di fine cottura versare le cozze e mescolare.
A cottura ultimata versare la preparazione su di un piatto di portata e mantecare con il restante burro.
Servire in tavola direttamente sul piatto di portata.
Nota
Il mitilo o cozza (Mytilus galloprovincialis), Regolamento (CE) N. 1638/2001 e Regolamento (CE) N. 216/2009), è un mollusco bivalve ed equivalve. I mitili vengono chiamati comunemente anche cozze, muscoli, peoci, pedoli, móscioli, a seconda della zona geografica italiana. Quando è necessario distinguere questa specie dalle altre del genere Mytilus, essa viene indicata con l’espressione mitilo mediterraneo.
È un mollusco lamellibranco, dotato cioè di branchie a lamelle che assorbono l’ossigeno per la respirazione e che trattengono contemporaneamente il cibo per l’alimentazione, costituita soprattutto da placton e particellato organico in sospensione.
La distribuzione naturale del mitilo mediterraneo comprende tutte zone ove vi siano scogli, emersi o sommersi, in tutto il Mediterraneo, il Mar Nero e la fascia costiera dell’Atlantico orientale, dal Marocco alle Isole Britanniche.
I mitili sono frutti di mare molto apprezzati. Per questo motivo essi sono allevati in vivai distribuiti in tutto il Mediterraneo ed in alcune zone, particolarmente vocate, si pratica la pesca dei mitili selvatici.
Molte sono le ricette gastronomiche che vedono i mitili come protagonisti come in pentola o padella (eventualmente con vino bianco, pepe o altri aromi) insieme ai loro gusci; come componente di spiedini; fritti in pastella; come componente di sughi per condire la pasta, da soli o con altri frutti di mare; gratinati al forno con pan grattato, prezzemolo, aglio ed olio di oliva; in pentola con solo pepe e cotte con il coperchio (dopo opportuna pulizia dei gusci e del bisso – il filamento tipo spago che le tiene ancorate). Nel napoletano questa preparazione si chiama “impepata di cozze”, mentre se vi si aggiunge l’aglio e l’olio si chiama “sauté di cozze”.
Il mitilo mediterraneo è edule, ma il suo consumo richiede molte precauzioni poiché esso, se cresciuto in zone marine prossime a scarichi urbani od in zone ove le correnti marine trascinano elementi provenienti da acque reflue, può essere facilmente ricettacolo di batteri e/o virus molto pericolosi. Infatti i mitili, come d’altro canto tutti i lamellibranchi, filtrano attraverso le loro branchie una gran quantità di acqua trattenendone particelle e microorganismi in essa sospesi. I mitili potrebbero essere utilizzati per la depurazione delle acque, in quanto possono filtrare fino a 1000 litri di acqua al giorno. Per i motivi suddetti è sconsigliabile l’uso comune di mangiarli crudi. In ogni caso nella cottura i mitili devono necessariamente aprirsi in modo tale da far fluire il calore al centro del mollusco uccidendo tutti i batteri.