Seppie al Pomodoro

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Seppie al Pomodoro

Le Seppie al Pomodoro sono un secondo piatto gustoso e saporito, da proporre in un pranzo o cena importante a base di pesce o con familiari ed amici.

Per le Seppie al Pomodoro disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Lavare sotto acqua corrente le seppie con le sue ventose, togliere l’osso e tenere da parte.

Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di basilico e tenere da parte.

Pulire, lavare, tritare la cipolla e tenere da parte.

Lavare, pestare con la lama di un coltello la gamba di sedano, tagliarla a pezzetti e tenere da parte.

In una pentola piena di acqua bollente leggermente salata, mettere le seppie e le sue ventose a bollire per 3 minuti dalla ripresa del bollore.

Toglierle dall’acqua con un mestolo forato, tagliare a fette il corpo centrale ed a metà le ventose, farle raffreddare.

In una padella antiaderente mettere a scaldare l’olio evo.

Aggiungere la cipolla tritata e farla imbiondire, unire il sedano, il basilico, e la salsa di pomodoro, mescolare bene e cuocere per 20 minuti a fiamma bassa.

Aggiungere le seppie a fette, le ventose, 1 pizzico di sale, pepe e portarle a cottura, a fiamma bassa per 30 minuti.

Servire in tavola su piatto di portata o ad ogni commensale su piatto individuale.

 

 

Nota

Le seppie o Sepiidae sono una famiglia di molluschi cefalopodi marini diffusi nelle acque tropicali-temperate. Presentano 10 appendici circumorali retrattili: 8 braccia di pari lunghezza e 2 lunghe appendici dotate di ventose denticolate, adibite alla difesa e spesso alla riproduzione. L’animale presenta anche occhi sporgenti con una pupilla molto sviluppata e a forma di W. Le specie di dimensioni maggiori non superano i 50 cm, e possono raggiungere i 12 kg di peso. Presentano una conchiglia interna detta “osso di seppia” e una sacca per l’inchiostro, posta in prossimità dell’ano, che viene espulso quando la seppia si sente minacciata. Possiedono una spiccata capacità mimetica, e possono cambiare il proprio colore, grazie alla presenza nel derma di una ricca rete di cromatofori, dal marrone al nero, dal giallo al rosso. Alcune specie sono dotate di bioluminescenza. Si nutrono di granchi, piccoli pesci, gamberetti, vermi acquatici, piccoli polpi e altri molluschi. Vengono generalmente predate da delfini, squali, grandi pesci, foche e altre seppie. Le uova, di colore scuro, vengono deposte in grappoli, e vengono comunemente dette “uva di mare” Le specie della famiglia Sepiidae hanno una distribuzione tropicale-temperata, con un inusuale pattern biogeografico: sono infatti presenti tanto sulle coste occidentali del Pacifico che su quelle orientale dell’Atlantico, nonché nel Mediterraneo, ma sono assenti su entrambi i versanti costieri delle Americhe. Sono organismi bentonici, cioè che vivono nei fondali. Si possono trovare facilmente sia su fondali sabbiosi che su quelli rocciosi; prediligono in genere le basse profondità della piattaforma continentale, ma sono state segnalate sino a 600 m. Il nero di seppia è il liquido scuro secreto dalle seppie; per estensione si può intendere il liquido secreto dalle ghiandole di altri cefalopodi come il polpo, il calamaro ecc. In passato lo si usava come inchiostro, oggi è usato in cucina. Si usa prettamente come condimento, nella cucina italiana è adoperato prevalentemente per i primi piatti a base di pasta in particolare nella cucina siciliana e per il risotto al nero di seppia nelle cucine veneziana e toscana. Quest’ultimo piatto è tipico anche delle cucine catalana (arròz negro) e croata (crni riżot). Il nero di seppia una volta estratto va poi conservato in ambiente refrigerato.

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