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Spaghetti alla Bucaniere

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Ingredienti

Regolare le porzioni
400gr Spaghetti
150gr Vongole
100gr Polipetti
100gr Gamberetti
400gr Passata di pomodoro
2 spicchi Aglio
1 ciuffetto Prezzemolo
4 cucchiai Olio Evo
1 Peperoncino
qb Pepe
qb Sale

informazioni Nutrizionali

19,8g
Proteine
119k
calorie
1g
Grassi
15,7g
Carboidrati
1g
Zuccheri

Spaghetti alla Bucaniere

Spaghetti alla Bucaniere

Caratteristiche:
  • Tradizionale

Spaghetti alla Bucaniere:
In una padella antiaderente mettere a scaldare gli altri 2 cucchiai di olio evo.
Aggiungere i polipetti a pezzetti, le vongole, i gamberetti e cuocere per 25 minuti a fiamma bassa e mescolare di tanto in tanto.
A cottura ultimata versare la preparazione nella padella con la passata di pomodoro, cuocere ancora per 5 minuti mescolando.
In una pentola piena di acqua bollente mettere a cuocere gli spaghetti secondo le indicazioni riportate sulla confezione dal produttore.
Scolare la pasta al dente, versarla nella padella con il sugo, i polipetti, vongole e gamberetti e mescolare bene
Impiattare in 4 piatti fondi e spolverizzare ciascuno con il prezzemolo tritato.

  • 90
  • Serves 4
  • Facile

Ingredienti

Direzione

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Spaghetti alla Bucaniere

Gli Spaghetti alla Bucaniere sono un primo piatto gustoso e molto saporito ottimo da gustare a pranzo o a cena con familiari ed amici.

Per gli Spaghetti alla Bucaniere disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte.

Pelare, tritare l’aglio e tenere da parte.

Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, il peperoncino, tritarlo e tenere da parte.

Scartare a vista le vongole rovinate o con il guscio rotto.

Mettere le vongole selezionate in una ciotola capiente con acqua fredda ed una manciata abbondante di sale grosso.

Lasciarle in ammollo per 30 minuti.

In modo che le vongole si ossigenino e rilascino eventuali granelli di sabbia od impurità presenti all’interno.

Per ultimo scrupolo, battere le vongole 3 volte sul piano di lavoro per far fuoruscire eventuale sabbia rimasta.

Mettere le vongole su di un panno asciutto a scolare e tenere da parte.

Per pulire bene i polipetti o moscardini staccare con le dita la pellicola che ricopre la sacca che contiene le interiora, per agevolare l’operazione immergere i polipetti o moscardini per alcuni minuti in acqua salata, eliminare le budella e risciacquare poi abbondantemente sotto l’acqua corrente.

Depositarli sul piano di lavoro capovolgerli per individuare il becco, si trova nel lembo di carne che unisce i tentacoli, incidere con un coltello ben affilato e far pressione con le dita in modo da far fuoriuscire il becco.

Rigirare ancora i polipetti o moscardini e tagliare con le forbici gli occhi ed eliminarli.

Battere leggermente la polpa dei polipetti o moscardini con un batticarne, in modo da ammorbidirli.

Risciacquare sotto acqua corrente mettere i polipetti su di un panno asciutto a scolare, tagliarli a pezzetti e tenere da parte.

Sciacquare bene i crostacei ed asciugarli con carta assorbente da cucina.

I crostacei devono essere sciacquati a lungo con acqua fredda, affinché vengano eliminate le possibili sostanze che vengono utilizzate per la conservazione.

Lavare i crostacei con acqua e aceto e lasciarli a bagno per qualche minuto. Questa procedura si può utilizzare sia per i crostacei surgelati sia per quelli freschi in quanto toglie i residui di ammoniaca che viene usata per il mantenimento del crostaceo.
Queste accortezze sono sufficienti come misure igieniche.

Incidere la corazza dei crostacei con un coltello ben affilato.

Togliere la corazza ed il filino nero sul dorso.

Risciacquare ancora sotto acqua corrente trasferire i crostacei su di un panno asciutto a scolare e tenere da parte.

In una padella antiaderente mettere a scaldare 2 cucchiai di olio evo.

Aggiungere l’aglio, il peperoncino, pepe e far imbiondire.

Unire la passata di pomodoro, sale e cuocere per 20 minuti a fiamma bassa e mescolare di tanto in tanto.

In una padella antiaderente mettere a scaldare gli altri 2 cucchiai di olio evo.

Aggiungere i polipetti a pezzetti, le vongole, i gamberetti e cuocere per 25 minuti a fiamma bassa e mescolare di tanto in tanto.

A cottura ultimata versare la preparazione nella padella con la passata di pomodoro, cuocere ancora per 5 minuti mescolando.

In una pentola piena di acqua bollente mettere a cuocere gli spaghetti secondo le indicazioni riportate sulla confezione dal produttore.

Scolare la pasta al dente, versarla nella padella con il sugo, i polipetti, vongole e gamberetti e mescolare bene

Impiattare in 4 piatti fondi e spolverizzare ciascuno con il prezzemolo tritato.

Servire in tavola nei 4 piatti preparati.

 

 

 

Nota

Gli Spaghetti alla Bucaniere sono un primo piatto della tradizione culinaria di mare italiana.

Gli spaghetti sono un particolare formato di pasta prodotta esclusivamente con semole di grano duro e acqua, dalla forma lunga e sottile e di sezione tonda.

Li si distingue da altri formati analoghi, quali i vermicelli, poiché, rispetto a questi ultimi, vengono trafilati con una sezione (calibro) minore.  Allo stesso modo vanno distinti da altre tipologie similari di paste lunghe come gli spaghetti alla chitarra, essendo questi a sezione quadrata e non processati tramite trafilatura, i bucatini, i quali risultano cavi, quindi forati al centro e lungo tutta la loro estensione e le linguine, di forma appiattita.

Per quanto ogni pastificio utilizzi il suo calibro, generalmente, lo spaghetto è il metro di misura di riferimento per pasta lunga a sezione tonda di calibro inferiore o superiore ad esso. Pur con le ovvie varianti a seconda del produttore, il calibro cresce generalmente in quest’ordine: fili d’angelo o capellini (detti anche capelli d’angelo), spaghettini, spaghetti, spaghettoni, vermicelli e vermicelloni.

La prima attestazione della pasta essiccata in Italia e dell’esistenza stessa dell’industria della pasta, si rintraccia nella descrizione della Sicilia tramandataci dal geografo arabo Idrisi al tempo di Ruggero II, nel XII secolo.

Nel Libro di Ruggero (Kitāb Rujārī) pubblicato nel 1154, AL Idrisi, geografo di Ruggero II di Sicilia, descrive Trabia, un paese a 30 km da Palermo, come una zona con molti mulini dove si fabbricava una pasta a forma di fili modellata manualmente ed evolutasi dal làganum di epoca romana, che successivamente prenderà il nome di vermicelli e in seguito di spaghetti, ma che al tempo Idrisi apostrofava, nella sua lingua, con il termine più generico di itriyya (dall’arabo itriyya e a sua volta dal greco itrion, che significava appunto “pasta secca stirata e filiforme”, nome, quest’ultimo, tuttora in uso anche per alcune altre tipologie di paste lunghe meridionali, prodotte dalle massaie di Puglia e di Sicilia e chiamate con il vocabolo dialettale trija o tria), e che, una volta essiccata, veniva spedita con navi in abbondanti quantità per tutta l’area del Mediterraneo sia musulmano che cristiano, dando origine a un commercio molto attivo, che dalla Sicilia si diffondeva soprattutto verso nord lungo la penisola Italica e verso sud fino all’entroterra sahariano, dove era molto richiesta dai mercanti berberi.

Per quanto riguarda il tipo di consumo, in origine, gli spaghetti, come tutte le paste asciutte, erano perlopiù conditi di solo olio d’oliva, formaggio e pepe. Solo tra la fine del XVII secolo e gli inizi del XVIII secolo si afferma l’uso di condire la pasta con il pomodoro. La prima testimonianza in tal senso è iconografica e si ritrova in un presepe napoletano databile agli inizi del Settecento, conservato nella Reggia di Caserta, nel quale due contadini arrotolano attorno alla forchetta i primi spaghetti colorati di rosso. Bisognerà però attendere la metà del XVIII secolo per vedere pubblicata la prima ricetta in cui la pasta sia abbinata al pomodoro. Mentre nel 1839 Ippolito Cavalcanti pubblica la seconda edizione del suo celebre trattato “Cucina Teorico Pratica” che, riprendendo quella che doveva essere una abitudine diffusasi tra il popolo, ci riporta due distinte ricette in tal senso: ”I Vermicelli con lo pommodoro” e il Ragù Napoletano.

Lo spessore indicato dal numero può variare leggermente da un produttore a un altro; può variare anche l’aspetto a seconda del tipo di trafilatura usato, cioè la superficie può presentarsi liscia o rugosa, quest’ultima è ottenuta con trafile in bronzo.

La scelta di una trafilatura rispetto a un’altra dipende dal tipo di condimento da abbinare.

In Italia vengono preparati secondo diverse e molteplici ricette tradizionali, spesso con salsa di pomodoro e spolverati con un formaggio (di solito duro e stagionato) grattugiato, il tutto accompagnato con foglie di basilico.

All’estero gli spaghetti sono serviti con numerose varianti, spesso dettate da semplice ricerca di originalità o da trasposizione di ricette per altri tipi di pasta; si possono così trovare, ad esempio, spaghetti al prosciutto, guarniti con ampie fettine di prosciutto e senz’altro condimento, oppure gli spaghetti bolognese (venduti anche in lattina nel Nord Europa), inesistenti nella tradizione italiana, contenenti una sorta di Ragù alla Bolognese e gli spaghetti già cotti.

Alcuni esempi di ricette della tradizione italiana a base di spaghetti sono:

Spaghetti alla carbonara, Spaghetti aglio e olio, Spaghetti alla carrettiera, Spaghetti alla Amatriciana, Spaghetti alla Puttanesca, Spaghetti alle vongole, Spaghetti allo Scoglio, Spaghetti alla Arrabbiata, Spaghetti cacio e pepe.

Lo spaghetto più lungo del mondo ha una lunghezza di 455 m ed è stato realizzato da Ranieri Borgnolo, il 10 settembre 2005 a Ober-Ramstadt in Germania. Il record è stato riconosciuto dal Guinness World Records ed è apparso nell’edizione 2008.

 

 

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