Ingredienti
- 12 fette Mozzarella
- 8 alicisotto olio
- 100gr Burro
- 16 fettine Pane casereccio
Direzione
Spiedini alla Laziale
Gli Spiedini alla Laziale sono un secondo piatto saporito ed appetitoso, ottimo da gustare a pranzo od a cena in allegra compagnia di familiari ed amici.
Per gli Spiedini alla Laziale disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Sgocciolare i filetti di alici dall’olio di conservazione, tritarle e tenere da parte.
In una ciotola impastare 80gr di burro con le alici tritate e tenere da parte.
Infilare in 4 spiedini di metallo o di legno, della lunghezza di 10 cm, alternativamente 1 fettina di pane e 1 di mozzarella, iniziando e terminando con la fettina di pane, cercare di ottenere le fettine di pane e mozzarella delle stesse dimensioni.
Spalmare con 1 noce di burro gli spiedini.
Imburrare una teglia da forno, allinearvi gli spiedini imburrati.
Infornare a forno caldo a 200°C fino a doratura.
In un pentolino mettere il burro impastato con le alici e far sciogliere a fiamma moderata, togliere da l fuoco al primo bollore.
Sfornare gli spiedini, disporli su di piatto di portata ed irrorarli con il burro fuso ed alici.
Servire in tavola direttamente su piatto di portata.
Nota
Gli Spiedini alla Laziale si possono accompagnare con verdure arrostite al barbecue od in padella come peperoni, pomodori, melanzane e zucchine.
L’acciuga o alice (Engraulis encrasicolus (Linnaeus, 1758)) è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Engraulidae di grande importanza economica. Acciuga deriva dal latino volgare apiua o apiuva per il classico aphyē, dal greco ἀφύη aphýē, nome di un piccolo pesce. Il termine alice, di area italiana meridionale, napoletana e siciliana (alici), deriva dal latino hallēx, allēx, alēc, hallēc o allēc, -ēcis, una salsa simile al garo, fatta con interiora fermentate di pesce, e a sua volta dal greco ἁλυκόν halykón, da confrontare con ἁλυκίς halykís (“salamoia”)
La specie è diffusa nell’Oceano Atlantico orientale, tra la Norvegia ed il Sud Africa. È presente e comune anche nei mari Mediterraneo , Nero e D’Azov. Alcuni esemplari sono stati catturati nel canale di Suez; si tratta quindi di una delle poche specie di pesci mediterranei che hanno intrapreso una migrazione verso il Mar Rosso in senso contrario a quello dei migranti lessepsiani. Si alimenta di giorno. Si nutre di zooplacton, le prede principali sono crostacei copepodi e stadi larvali di molluschi.
L’acciuga è una delle specie ittiche più importanti per le marinerie del mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico temperato caldo europeo. La sua cattura avviene con vari metodi (reti da strascico, reti da posta, ecc.), ma principalmente con un’apposita rete da circuizione nota come ciànciolo, in cui i banchi di acciughe e altri piccoli pesci pelagici vengono attratti da fonti luminose (lampàre). Nell’area mediterranea il bacino più produttivo risulta il mar Adriatico con l’80% dello sbarcato italiano. La misura minima per la commercializzazione nella UE è di 9 cm.
L’acciuga ha carni buone che vengono consumate sia fresche (ad esempio ripiene), sia conservate in svariati modi: sotto sale, sott’olio, come pasta d’acciughe, ecc. Le acciughe conservate entrano a loro volta in numerose ricette; ad esempio in Piemonte, dove in passato grazie alla conservazione sott’olio o sotto sale erano uno dei pochi pesci di mare tradizionalmente disponibili, oltre che alla base della bagna càuda sono utilizzate come antipasto sotto forma di acciughe al verde.
È oggetto, soprattutto nel mar Adriatico, di sovvrapesca. Si stima che la sola flotta di Chioggia in estate rigetti in mare tra le 6 e le 9 tonnellate al giorno di acciughe (e sardine) morte, per ogni coppia di navi, a causa del prezzo di mercato non remunerativo. Gli stock ittici si sono notevolmente ridotti nell’arco degli ultimi decenni.