Ingredienti
- 300gr Carciofidi Albenga
- 1 Cipolla
- 1 cucchiaio Olio Evo
- 20gr Burro
- 1 cucchiaino Dado vegetale fatto in casavedi Step
- 1/2 bicchiere Vino bianco secco
- 4 cucchiai Panna fresca
- 1/2 bicchiere Acquacalda
- qb Sale
- qb Pepe
Direzione
Sugo ai carciofi
Il Sugo ai carciofi è una ricetta della cucina tradizionale ligure, leggera e rigorosamente dietetica. Il Sugo ai carciofi è per un delizioso primo piatto vegetariano.
Per il Sugo ai carciofi
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina,
i carciofi, togliere le foglie più dure fino ad arrivare al cuore di ogni carciofo,
tagliarli a fettine sottili e tenere da parte.
Pulire, lavare,
tritare la cipolla e tenere da parte.
In una padella antiaderente mettere i carciofi a rosolare con la cipolla tritata,
l’olio, il burro e cuocere per 10 minuti, a fuoco basso e rigirando ogni tanto.
Aggiungere il vino bianco, poco sale e un pizzico di pepe.
Dopo aver lasciato evaporare il vino per alcuni secondi,
unire un mestolo d’acqua calda ed 1 cucchiaino dado vegetale.
Cuocere il sugo per altri 10 minuti a padella coperta.
Unire la panna liquida prima di togliere dal fuoco e mescolare il tutto.
Utilizzare il sugo per la pasta, per gli gnocchi,
per i ravioli, per il risotto
e per tutte le preparazioni per cui necessiti il sugo
o lo si voglia utilizzare.
Nota
Il Sugo ai carciofi è per un primo piatto gustoso, semplice da realizzare e poco calorico, può essere utilizzata per primi piatti come pasta, ravioli o gnocchi, ma anche per arricchire secondi piatti di carne e pesce.
Il carciofo (Cynara scolymus ) è una pianta della famiglia delle Asteracaee coltivata in Italia ed in altri Paesi per uso alimentare e, secondariamente, medicinale. Il carciofo è una pianta erbacea perenne alta fino a 1,5 metri, provvista di un rizoma sotterraneo dalle cui gemme si sviluppano più fusti, che all’epoca dellafioritura si sviluppano in altezza con una ramificazione dicotomica. Le varietà di carciofo sono classificate secondo diversi criteri. I principali sono i seguenti: in base alla presenza e allo sviluppo delle spine si distingue fra varietà spinose e inermi. Le prime hanno capolini con brattee terminati con una spina più o meno robusta, le inermi hanno invece brattee mutiche o mucronate. In base al colore del capolino si distingue fra varietà violette e verdi. In base al comportamento nel ciclo fenologico si distingue fra varietà autunnali o rifiorenti e varietà primaverili o unifere. Le prime si prestano alla forzatura in quanto possono produrre capolini nel periodo autunnale e una coda di produzione nel periodo primaverile. Le seconde sono adatte alla coltura non forzata in quanto producono capolini solo dopo la fine dell’inverno. Fra le varietà più famose si annoverano il Brindisino, il “Paestum” (carciofo IGP proveniente dall’omonima città della magna Grecia di Capaccio-Paestum), Spinoso sardo (coltivato anche in Liguria con il nome di Carciofo spinoso d’Albenga), il Catanese, il Verde di Palermo, il Carciofo di Montelupone verde, il Romanesco, il Mazzaferrata di Cupello, il Violetto di Toscana, il Precoce di Chioggia, il Violetto di Provenza, il Violetto di Niscemi. Le varietà di maggiore diffusione in passato erano il Catanese, lo Spinoso sardo e il Violetto di Provenza, fra i tipi autunnali forzati, e il Romanesco e il Violetto di Toscana fra quelli primaverili non forzati. Lo Spinoso sardo, una delle varietà più apprezzate nel mercato locale ed in alcuni mercati dell’Italia settentrionale ha subito un drastico ridimensionamento dagli anni novanta a causa della ridotta pezzatura media dei capolini e della minore capacità produttiva rispetto ad altre cultivar (Tema, Terom, Macau, ecc.). Il basso contenuto calorico del carciofo fa sì che sia specialmente indicato nelle diete dimagranti. I fiori, contengono il lab-fermento (chimosina), che si usa come caglio del latte. La cucina Ligure valorizza molto questo ingrediente, che, per il fatto di maturare in primavera, diventa in tale periodo il componente di una variante della locale torta pasqualina, specialità tradizionalmente a base di bietole. Specialità della cucina Romana sono invece il Carciofo alla Romana (stufato in olio di oliva, brodo vegetale, prezzemolo, aglio e mentuccia), il carciofo alla Giudia fritto in olio di oliva, i carciofi fritti in pastella e l’insalata di carciofi (crudi a lamelle). Anche nella cucina siciliana, dove specialmente nella piana di Gela, e nella vicina Niscemi, vengono prodotti una larga fetta dell’output nazionale, il carciofo ricopre un ruolo di rilievo, venendo utilizzato in molte pietanze ed anche consumato in occasione di festività locali e religiose.
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Ricetta per Composizione fiore d’indivia con cappesante e salsa allo zafferano
Passi
1 Fatto | DADO VEGETALEIngredienti: Ricoprire col sale grosso il fondo di una pentola in acciaio a fondo spesso e disporre sopra le verdure mondate, lavate e tagliate a pezzi non troppo piccoli e gli aromi. Mettere il coperchio e cuocere a fiamma bassa per 1 ora. |