Sugo alla puttanesca
Il Sugo alla puttanesca è una delle ricette più note della cucina italiana. Il sugo alla puttanesca è tipica della cucina tradizionale del Lazio e della Campania. Il sugo alla puttanesca è la ricetta che viene gustata in tutto il mondo.
Per il Sugo alla puttanesca
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina:
- le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte
- i pomodori, privarli dei semi, tagliarli a cubetti e tenere da parte
- le acciughe, tritarle e tenere da parte
- i capperi, tritarli e tenere da parte
- le olive denocciolate e tenere da parte.
Pelare l’aglio e tenere da parte.
In una padella antiaderente mettere a soffriggere l’aglio con l’olio evo.
Aggiungere le acciughe, mescolare,
schiacciare, con un cucchiaio di legno,
in modo da ottenere una salsa ben amalgamata e saporita,
a fuoco basso.
Unire le olive nere denocciolate, i capperi tritati,
i pomodori a cubetti ed il concentrato di pomodoro.
Mescolare continuamente e cuocere fino ad otterrete un sugo denso,
dopo 20 minuti, a fuoco basso.
Terminata la cottura nel sugo,
aggiungere un po’ d’acqua di cottura della pasta
e far saltare la pasta per 1 minuto.
Spolverizzare con il prezzemolo tritato.
Utilizzare il sugo per la pasta, per la pasta fresca,
per gli gnocchi e per tutte le preparazioni per cui necessiti il sugo
o lo si voglia utilizzare.
Nota
Il sugo alla puttanesca è un sugo tradizionale, regionale, mediterraneo, solare e saporito, ideale per condire gli spaghetti.
Le origini del piatto sono controverse c’è chi sostiene che sia nato nei quartieri spagnoli di Napoli, c’è chi dice di aver trovato testimonianze letterarie che sostengono che l’origine della puttanesca siano a Siracusa.
Il sugo alla puttanesca si può preparare anche senza acciughe.
Il cappero o Capparis spinosa è un piccolo arbusto o suffrutice ramificato a portamento prostrato-ricadente. Della pianta si consumano i boccioli, detti capperi, e più raramente i frutti, noti come cucunci. Entrambi si conservano sott’olio, sotto aceto o sotto sale. Il portamento della pianta dei capperi è cespitoso, con fusto subito ramificato e rami lignificati solo nella parte basale, spesso molto lunghi, dapprima eretti, poi striscianti o ricadenti. La pianta entra in riposo durante i mesi freddi. In piena primavera riprende l’attività vegetativa e fiorisce nei mesi di maggio e giugno. La fioritura si protrae durante l’estate in condizioni di umidità favorevoli ed in tarda estate riprende d’intensità per diminuire progressivamente al sopraggiungere dell’autunno. Il cappero è coltivato fin dall’antichità ed è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo. È spontaneo solo su substrati calcarei: nel suo ambiente naturale cresce sulle rupi calcaree, nelle falesie, su vecchie mura, formando spesso cespi con rami ricadenti lunghi anche diversi metri. È una pianta eliofila e xerofila con esigenze idriche limitatissime. Le proprietà aromatiche sono contenute nei boccioli del fiore comunemente chiamati capperi. Utilizzati in gastronomia da millenni, si raccolgono ancora chiusi e si conservano in macerazione sotto sale o sotto aceto. I capperi sono solitamente usati per aromatizzare le pietanze e si sposano bene con una grande varietà di cibi: dalla carne, al pesce, alla pasta. Il frutto, di sapore simile ma più delicato del cappero, è detto cucuncio, cocuncio o capperone e si trova in commercio sotto sale, sott’olio o sotto aceto. È usato tradizionalmente nella cucina eoliana (isole Eolie) per condire piatti di pesce. Gli eoliani usano anche dissalare i cucunci o i capperi e consumarli al pari di una qualsiasi verdura, di solito in insalata. In ambito culinario vengono utilizzate anche le giovani foglie come insalata, previa cottura per pochi minuti in acqua bollente. L’ampia diffusione in Sicilia e l’uso tradizionale che se ne fa nella cucina siciliana hanno portato i capperi ad essere inseriti nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) dal (Mipaaf) come prodotto tipico Siciliano. Il Cappero di Pantelleria ha invece ottenuto l’ Indicazione geografica protetta (IGP). Fin dall’antichità è diffusa la credenza che attribuisce proprietà afrodisiache al cappero. I capperi contengono più quercitina in rapporto al peso di ogni altra pianta. In erboristeria è utilizzata la corteccia della radice. I principi attivi hanno proprietà diuretiche e protettrici dei vasi sanguigni. Può essere utilizzata nella cura della gotta, delle emorroidi, delle varici. Un infuso preparato con radici di cappero e germogli giovani era utilizzato in medicina popolare per alleviare i reumatismi.