Ingredienti
- 150gr Farina 00
- 160gr Burro
- 200gr Zucchero
- 60gr Pistacchitritati
- 15gr Fecola di patate
- 5 Uova
- 1 bustina Vanillina
- 1 Arance
- qb Sale
Direzione
Torta ai Pistacchi
La Torta ai Pistacchi è un dolce della tradizione culinaria ligure, più precisamente di Genova, è la torta ideale per le feste è ottima anche da servire con il thè, per la merenda o per la prima colazione con il caffè-latte od il cappuccino.
Per la Torta ai Pistacchi
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Togliere il burro dal frigorifero e lasciare a temperatura ambiente.
Spremere l’arancia nello spremiagrumi e tenere il succo da parte.
Nel mixer tritare i pistacchi e mescolarli con il succo di arancia.
In una ciotola capiente mettere 2 albumi
e con lo sbattitore elettrico montarli a neve ben ferma e tenere da parte.
In una ciotola capiente mettere il burro e lavorarlo con un cucchiaio,
aggiungere 1 uovo, la vanillina, 50gr di zucchero, 1 pizzico di sale
e sbattere con lo sbattitore elettrico con fruste ritorte.
Aggiungere ancora 1 uovo e 75gr di zucchero
continuare a frustare per amalgamare bene il tutto.
Aggiungere ancora 1 uovo ed il rimanente zucchero
continuare a frustare per amalgamare bene il tutto.
Aggiungere al composto il succo di arancia con i pistacchi,
la farina, la fecola, continuare a sbattere
fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Unire l’impasto ottenuto nella ciotola con gli albumi montati a neve,
mescolare bene con un cucchiaio al silicone
dal basso verso l’alto delicatamente.
Mettere l’impasto ottenuto in una tortiera con cerniera unta di burro,
livellare l’impasto con una spatola per dolci.
Infornare a forno caldo a 180° C per 30 minuti.
Sfornare la torta e far raffreddare e togliere la cerniera.
Servire in tavola, la torta,
su piatto di portata o su alzatina per dolci
decorando a piacere.
Nota
Il pistacchio (Pistacia vera – L.) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae e del genere dei Pistacia. È originario del Medio Oriente, dove veniva coltivato già in età preistorica, particolarmente in Persia. Come riferisce nel suo celebre I Dipnosofisti, Ateneo di Naucrati, scrittore e sofista greco vissuto nel II secolo, nell’Impero Romano, diversi autori greci ed ellenistici parlano del pistacchio, collocandone la coltivazione in Siria, Persia e India, e chiamandolo bistachion o pistakia o pistakion. Il pistacchio è un albero caducifoglie e latifoglie, può raggiungere un’altezza di circa 11-12 metri, ma generalmente si ferma a 5-6 metri. Il pistacchio è molto longevo e raggiunge un’età di 300 anni circa, ma ha un accrescimento molto lento. In Italia vi è storicamente una coltivazione di nicchia: rinomati sono i pistacchi di Bronte e Adrano alle pendici dell’Etna, tutelati dal marchio DOP ” Pistacchio Verde di Bronte”. L’Italia è passata da una produzione di 2.400 tonnellate nel 2005 a 2.850 tonnellate del 2012, diventando il settimo produttore al mondo. Zone di coltivazione a rilevanza internazionale si trovano in Medio Oriente (soprattutto Iran, ma anche Turchia e Siria, anche se quest’ultima in forte calo), in California e, negli ultimi anni, anche in Cina. La varietà più diffusa in Italia è la Bianca (comunemente chiamata Napoletana o Nostrale, il seme è verde e rappresenta il fattore commerciale di pregio). Altre varietà sono la Cappuccia, Cerasola, Insolia, Silvana, Femminella. Una volta raccolto, il pistacchio va fatto asciugare e poi bisogna togliere il mallo che ricopre il guscio legnoso, infine si fa seccare per consentire la conservazione per lungo periodo e la vendita. I pistacchi vengono utilizzati sia sgusciati sia pelati, spesso tostati e salati, anche in pasticceria, per preparare gelati, creme, bevande e per la produzione di salumi o come condimenti per primi e secondi piatti.