Torta di Sfoglia al Formaggio e Tartufo

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Torta di Sfoglia al Formaggio e Tartufo

La Torta di Sfoglia al Formaggio e Tartufo è un antipasto saporito ed appetitoso, ottimo da gustare a pranzo od a cena importante con familiari ed amici o da presentare  porzionato in un buffet.

Per la Torta di Sfoglia al Formaggio e Tartufo disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.

In un piatto fondo sbattere l’uovo ed 1 pizzico di sale con una forchetta e tenere da parte.

Pulire bene il tartufo con uno spazzolino, lavarlo, asciugarlo con carta assorbente da cucina, affettarlo sottilmente con l’apposito attrezzo e tenere da parte.

Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, affettare sottilmente la fontina e tenere da parte.

Mettere 1 rotolo di pasta sfoglia in una tortiera, con cerniera, imburrata, ritagliare la parte di sfoglia eccedente il disco di fondo della tortiera.

Depositare sopra metà delle fette di fontina a ricoprire interamente il disco di pasta sfoglia, disporre sopra la metà del tartufo affettato e spolverare con metà di parmigiano.

Mettere sopra la preparazione un altro disco di pasta sfoglia e ritagliare la parte di sfoglia eccedente.

Depositare sopra metà delle fette di fontina a ricoprire interamente il disco di pasta sfoglia, disporre sopra l’altra metà del tartufo affettato e spolverare con l’altra metà di parmigiano.

Mettere sopra la preparazione l’ultimo disco di pasta sfoglia e ritagliare la parte di sfoglia eccedente.

La torta deve terminare con un disco di sfoglia.

Spennellare con l’uovo sbattuto il disco di pasta sfoglia in ogni sua parte.

Infornare a forno caldo 180°C per 35 minuti.

Sganciare la cerniera, depositare la torta su di un piatto di portata.

Servire in tavola su piatto di portata, sia calda o anche fredda, o ad ogni commensale, una porzione, su piatto individuale.

Nota

La Fontina DOP (in francese Fontine) è un formaggio (DOP) Valdostano, prodotto ad ogni mungitura e stagionato almeno 3 mesi. Fontina DOP. Il Consorzio Produttori e Tutela della DOP Fontina vigila sulla produzione della Fontina e provvede alla marchiatura delle forme conformi. La Cooperativa Produttori Latte e Fontina è il maggior produttore di Fontina Dop, che raccoglie, stagiona e commercializza. Nel 1996 ha ottenuto dall’ Unione Europea la Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.).

Nel 2016 la Fontina è stata inserita nei 26 formaggi migliori al mondo dal Wall Street Journal.

Il nome Fontina pare origini da un alpeggio di produzione chiamato Fontin; altre versioni lo collegano al villaggio di Fontinaz. Ma il nome potrebbe derivare dal termine francese antico “fontis” o “fondis” a indicare la particolare capacità della pasta di questo formaggio di fondersi col calore.

La sua origine viene fatta risalire al 1270, sebbene la prima testimonianza iconografica risalga al XV secolo, in un affresco del Castello di Issogne. La prima citazione della Fontina risale al 1477 nella Summa Lacticinorum del medico vercellese Pantaleone di Confienza, mentre la prima classificazione è del 1887 con “Le Fontine di Val d’Aosta” nell’annuario della Stazione Sperimentale del caseificio di Lodi.

Viene prodotta esclusivamente con latte intero crudo di bovine di razza valdostana (razze pezzate Valdostane rosse e Valdostana pezzata nera), alimentate prevalentemente con foraggio verde nel periodo estivo e con fieno locale nel resto dell’anno. L’aspetto al taglio, può variare leggermente nel colore e nella leggera occhiatura, in base al produttore nonché alla stagione in cui è stato fabbricato; anche la salatura, poco accentuata, varia leggermente a seconda del produttore. Le forme che non superano il controllo di idoneità al marchio Fontina, sono immesse al commercio come formaggio valdostano.

A stagionatura ultimata, dopo una serie di severi controlli, il Consorzio Produttori e Tutela della DOP Fontina procede alla marchiatura: le forme contrassegnate con il marchio sono garantite per autenticità e qualità.

L’unica zona di produzione di questo formaggio è la Valle d’Aosta.

È consigliato un vino rosso leggero e delicato per fare risaltare il gusto del formaggio.

Tradizionalmente sono gli “arpian” (i pastori degli alpeggi) a preparare la fontina nelle baite. Ciò che resta del siero del latte usato per fare la fontina veniva e viene tuttora riscaldato sul fuoco per far affiorare sulla superficie la brossa, ossia la schiuma bianca prelevata man mano che si forma con un mestolo piatto e largo per condire, fredda o calda, la polenta.

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