Torta Mantovana Sbrisolona
La Torta Mantovana è un dolce tipico lombardo, della città di Mantova: è una torta dura, friabile e ricca di ingredienti calorici.
La regola vuole che vada mangiata a pezzi e non a fette.
E’ ideale da gustare come merenda, per un buffet e per ogni fine pasto.
Per la Torta Mantovana Sbrisolona
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Tenere il burro a temperatura ambiente prima di impastarlo con gli altri ingredienti.
Sul piano di lavoro, impastare a mano tutti gli ingredienti
fino ad ottenere un composto granuloso non omogeneo.
Lavorare poco, evitando di compattare l’impasto
Foderare con carta da forno una tortiera bassa da 26 cm di diametro.
Riempirla facendo cadere dalle dita il composto in granuli,
distribuire il composto su tutta la tortiera in modo che sia sottile e non spesso, sbriciolandolo.
Infornare a forno caldo a 180°C per 60 minuti.
E’ cotta quando assume un bel color biscotto.
Servire fredda a pezzetti.
Ottima se gustata con una spruzzata di grappa o con lo zabaione.
Vino consigliato: bianco liquoroso come il Malvasia,
il Vin Santo o il Passito di Pantelleria.
Nota
Evitare l’uso della impastatrice per non ridurre a farina le mandorle tritate,
che devono restare tali.
La Torta Mantovana Sbrisolona è un dolce tipico lombardo,
della città di Mantova: è una torta dura, friabile e ricca di ingredienti calorici.
La regola vuole che vada mangiata a pezzi e non a fette.
La Torta Mantovana Sbrisolona è una torta secca che si conserva molto a lungo.
Ideale da gustare come merenda, per un buffet e per ogni fine pasto.
La sbrisolòna (anche detta sbrisulòna, sbrisolìna, sbrisulùsa o sbrisulàda)
è un dolce originario della città di Mantova,
ed è comunemente prodotto e consumato in Lombardia,
Emilia Romagna e nel Veronese.
Il nome deriva dal sostantivo brìsa,
che in dialetto mantovano vuol dire briciola e pare che la ricetta risalga a prima del 1600,
quando arrivò anche alla corte dei Gonzaga.
Si tratta di una torta di povere origini, all’inizio, infatti,
gli ingredienti erano quelli tipici della tradizione contadina
(farina di mais, strutto e nocciole) e negli anni si sono raffinati.
La ricetta oggi prevede che le farine (bianca e gialla)
e lo zucchero siano in parti uguali,
per cui in passato questo dolce era detto “torta delle tre tazze”,
inoltre gli ingredienti non devono essere sminuzzati,
anzi, il tratto caratteristico del dolce sta nella sua consistenza irregolare,
dovuta alla lavorazione veloce ed al taglio grossolano delle mandorle.
Si distingue da altre preparazioni,
proprio per il metodo di lavorazione e per come viene servito,
infatti questo dolce non dev’essere tagliato in fette regolari,
ma spezzato con le mani.
È tradizione consumare la torta bagnandola con la grappa.
Si consiglia di accompagnarlo con un vino liquoroso come il Malvasia,
il Vin Santo o il Passito di Pantelleria.
Caratteristica inconfondibile della torta è la sua friabilità
che la porta a sbriciolarsi con estrema facilità
(da cui il nome che nelle lingue gallo-italiche significa “sbriciolona” o “sbriciolata”).
In Veneto viene comunemente chiamata “rosegotta”
e “fregolotta”, termine quest’ultimo che indica anche un altro dolce assai simile.
Si può trovare anche già preparata nei supermercati ed ha una conservazione molto lunga.