Uccellini in Terracotta su Crostini
Gli Uccellini in Terracotta su Crostini sono un piatto perfetto per pranzi e cene conviviali in campagna con familiari ed amici.
Per gli Uccellini in Terracotta su Crostini
disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Spennare, svuotarli delle interiora, lavare,
asciugare con carta assorbente da cucina,
gli uccellini mettere nel torace 1 rametto di timo
e di rosmarino e tenere da parte.
Sul piano di lavoro, con un coltello affilato,
tagliare a dadini il lardo e tenere da parte.
Sul piano di lavoro, con un coltello affilato,
tagliare la crosta del pancarrè e tenere da parte.
Mettere, in una pentola di terracotta capiente,
con lo spargi-fiamma sotto,
l’olio evo a scaldare a fiamma moderata.
Aggiungere il lardo a dadini,
farlo rosolare per 5 minuti.
Aggiungere le fette di pancarrè,
un po’ per volta, a rosolare da ambo le parti
e mettere da parte in un piatto di portata.
Mettere in pentola gli uccellini preparati,
condirli con sale e pepe ed il cucchiaino di aceto.
Mettere il suo coperchio di terracotta sulla pentola
e cuocere per 60 minuti a fiamma bassa, girandoli ogni tanto.
Disporre su piatto di portata o più piatti le fette di pancarrè
e sistemare sopra ogni fetta 1 uccellino.
A cottura ultimata degli uccellini,
servire in tavola su piatto di portata o ad ogni commensale 2 crostini
con gli uccellini su piatto individuale.
Nota
Gli Uccellini in Terracotta su Crostini si possono accompagnare indifferentemente con verdure cotte o crude a piacere.
Il lardo è il prodotto della salagione, aromatizzazione e salatura dello strato di grasso che si trova appena sotto la cute del maiale. Questo taglio grasso del maiale si preleva dal collo, dal dorso e dalla parte alta dei fianchi dell’animale.
Il nome lardo sarebbe da attribuire propriamente al prodotto stagionato, mentre il taglio di carne grassa da cui il lardo si produce, ordinariamente sarebbe corretto chiamarlo “grasso fresco”, per distinguerlo dal prodotto stagionato. Tale distinzione linguistica non sempre è osservata nel linguaggio corrente.
La parola lardo deriva dal latino lār(i)dum, privo di connessioni indoeuropee chiare; in greco antico: λαρινός, lārīnós («ingrassato») ma non è sicuro se sia collegato alla parola latina; lardum è passato, attraverso il francese antico lard, all’inglese, oltre che al greco antico λάρδος, lárdos e al greco moderno λαρδί, lardí
l più conosciuto è probabilmente il lardo di Colonnata che, per il suo gusto unico e la sua delicatezza, ha reso famosa la località toscana da cui prende nome, sulle Alpi Apuane.
La qualità del lardo dipende della scelta delle materie prime, dalla qualità del “grasso fresco” che deve essere di suino pesante, agli aromi con i quali viene strofinato e dalla sapiente arte della stagionatura che ancora oggi viene fatta nelle vasche di marmo (conche) in cui il prodotto rimane per circa 6 mesi.
Un altro tipo è il il lardo Arnad che, a differenza del precedente, viene stagionato in vasche di legno e insaporito con aromi come ginepro, alloro,noce moscata, salvia e rosmarino. Il Lardo di Arnad è una Denominazione di Origine Protetta.
Il lardo è stato riconosciuto dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali come prodotto tradizionale su proposta della Basilicata e del Piemonte.