Uova Piccanti
Le Uova Piccanti sono una ricetta versatile si possono servire come antipasto o come secondo piatto gustoso e saporito ideale per un pranzo od una cena veloce in famiglia.
Per le Uova Piccanti disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare, asciugare con carta assorbente da cucina, le foglie di prezzemolo, tritarle e tenere da parte.
Pelare, l’aglio e tenere da parte.
Lavare sotto acqua corrente i capperi e tenere da parte.
In una pentola piena di acqua bollente leggermente salata, mettere le uova a rassodare per 8 minuti.
Farle raffreddare sotto acqua corrente, sgusciarle, tagliarle a metà per la lunghezza, disporle su di un piatto di portata.
Scolare dall’olio di conservazione le sardine e le alici piccanti, disporle, sul piatto di portata, alternativamente tra un mezzo uovo e l’altro.
In una padella antiaderente mettere a scaldare 2 cucchiai di olio evo.
Aggiungere lo spicchio d’aglio e farlo rosolare.
Togliere l’aglio, mettere in padella le acciughe, il prezzemolo ed i capperi cuocere per 10 minuti a fuoco moderato.
Togliere la padella dal fuoco, versare il contenuto in una ciotola, aggiungere aceto, 1 cucchiaio di olio evo, sale, pepe e frullare il composto con minipimer ad immersione al fine di ottenere una salsa liscia ed omogenea.
Versare la salsa ottenuta sulle uova.
Servire in tavola nel piatto di portata se servito come antipasto o ad ogni commensale su piatto individuale se servito come secondo piatto aumentando le dosi per ogni porzione.
Nota
Le Uova Piccanti si possono fare anche in salsa rossa, il procedimento è uguale a quello della salsa verde, mettere al posto delle acciughe e dei capperi, si mettono in padella, con l’olio ed il prezzemolo, 3 cucchiai di salsa di pomodoro.
L’acciuga o alice (Engraulis encrasicolus (Linnaeus, 1758)) è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Engraulidae di grande importanza economica. Acciuga deriva dal latino volgare apiua o apiuva per il classico aphyē, dal greco ἀφύη aphýē, nome di un piccolo pesce. Il termine alice, di area italiana meridionale, napoletana e siciliana (alici), deriva dal latino hallēx, allēx, alēc, hallēc o allēc, -ēcis, una salsa simile al garo, fatta con interiora fermentate di pesce, e a sua volta dal greco ἁλυκόν halykón, da confrontare con ἁλυκίς halykís (“salamoia”)
La specie è diffusa nell’Oceano Atlantico orientale, tra la Norvegia ed il Sud Africa. È presente e comune anche nei mari Mediterraneo , Nero e D’Azov. Alcuni esemplari sono stati catturati nel canale di Suez; si tratta quindi di una delle poche specie di pesci mediterranei che hanno intrapreso una migrazione verso il Mar Rosso in senso contrario a quello dei migranti lessepsiani. Si alimenta di giorno. Si nutre di zooplacton, le prede principali sono crostacei copepodi e stadi larvali di molluschi.
L’acciuga è una delle specie ittiche più importanti per le marinerie del mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico temperato caldo europeo. La sua cattura avviene con vari metodi (reti da strascico, reti da posta, ecc.), ma principalmente con un’apposita rete da circuizione nota come ciànciolo, in cui i banchi di acciughe e altri piccoli pesci pelagici vengono attratti da fonti luminose (lampàre). Nell’area mediterranea il bacino più produttivo risulta il mar Adriatico con l’80% dello sbarcato italiano. La misura minima per la commercializzazione nella UE è di 9 cm.
L’acciuga ha carni buone che vengono consumate sia fresche (ad esempio ripiene), sia conservate in svariati modi: sotto sale, sott’olio, come pasta d’acciughe, ecc. Le acciughe conservate entrano a loro volta in numerose ricette; ad esempio in Piemonte, dove in passato grazie alla conservazione sott’olio o sotto sale erano uno dei pochi pesci di mare tradizionalmente disponibili, oltre che alla base della bagna càuda sono utilizzate come antipasto sotto forma di acciughe al verde.
È oggetto, soprattutto nel mar Adriatico, di sovvrapesca. Si stima che la sola flotta di Chioggia in estate rigetti in mare tra le 6 e le 9 tonnellate al giorno di acciughe (e sardine) morte, per ogni coppia di navi, a causa del prezzo di mercato non remunerativo. Gli stock ittici si sono notevolmente ridotti nell’arco degli ultimi decenni.