Uova Sode con Prosciutto
Le Uova Sode con Prosciutto sono un antipasto od un secondo piatto, semplice gustoso e saporito ideale per un pranzo od una cena in famiglia o con amici o per un buffet.
Per le Uova Sode con Prosciutto disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
Lavare sotto acqua corrente, i cetriolini, sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, tagliarli filetti dopo aver eliminato la testa ed il fondo e tenere da parte.
Lavare sotto acqua corrente, i pomodori, sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, tagliarli a metà eliminando torsolo, i semi, l’acqua di vegetazione e tenere da parte.
Spremere il limone nello spremiagrumi e tenere il succo da parte.
In un pentolino pieno di acqua bollente leggermente salata far rassodare 4 uova per 9 minuti dalla ripresa del bollore.
Farle raffreddare sotto acqua corrente, sgusciarle, tagliarle a metà per la lunghezza, tenere intatti gli albumi, tritare i tuorli e tenere da parte.
Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, tritare il prosciutto crudo e tenere da parte.
Preparare una salsina con l’olio evo, il succo di limone, i tuorli tritati, il prosciutto tritato, pepe, sale, mescolare bene e tenere da parte.
Mettere la gelatina in polvere, in una ciotola con 160 grammi di acqua fredda e mescolare bene, lasciarla riposare per circa 10 minuti e tenere da parte.
Riempire con il composto appena preparato i mezzi albumi, metterli su di un piatto di portata e cospargerli con la gelatina fluida, guarnire con i filetti di tartufo.
Riempire i mezzi pomodori con la maionese e disporre al centro di ciascuno le mezze uova ripiene, guarnire i bordi del piatto di portata con i cetriolini a fettine, cospargere il tutto con la gelatina ancora fluida.
Mettere in frigorifero fino al momento di servire.
Servire in tavola direttamente sul piatto di portata.
Nota
Il prosciutto crudo è un salume tipico italiano (prodotto agroalimentare tipico italiano) ottenuto dalla salatura a secco dalla coscia del maiale, in particolare da animali che hanno raggiunto un peso intorno ai 150 kg.
Specialità ottenute dallo stesso taglio anatomico in nazioni diverse dall’Italia assumono nomi specifici e non possono essere assimilate al prodotto italiano, soprattutto in virtù del fatto che la specificità del prosciutto crudo italiano risiede nelle particolari tecniche produttive e nella stagionatura in microclimi specifici.
Le prime notizie della produzione di prosciutto in Italia possono ricondursi alla civiltà Etrusca del VI E V secolo A.C., ma soprattutto alla civiltà dell’antica Roma, esiste tuttora una via romana denominata “Panisperna” (panis=pane e perna=coscia di maiale).
Le testimonianze di storici dell’epoca romana non mancano, ed infatti Ippocrate nel V secolo A.C. considerava la carne di maiale ” quella che fornisce più energia al corpo e la più digeribile”.
Ancora, Catone nel II secolo A. C. nel suo De Agricoltura spiegava i metodi di conservazione della coscia di suino.
Il maiale che abita per lo più nella Maremma Toscana e nella Pianura Padana è considerato fonte di sostentamento ideale. Inoltre grazie ai processi messi in atto, seppur in maniera ancora rudimentale, diviene il pasto più facile per gli eserciti.
La conservazione a lunga durata per i tempi permetteva a questo prodotto di essere una provvista eccellente e duratura, in grado di fornire anche le proteine necessarie per essere fonte di sostentamento per qualche giorno.
Il prosciutto crudo si ottiene tramite salatura e successiva stagionatura della coscia (arto posteriore) del maiale; tale taglio di carne è detto infatti “prosciutto”. In nessun caso può essere utilizzato il termine “prosciutto crudo” per definire specialità salate ottenute da altre parti anatomiche del suino, ivi compresa la spalla.
Il prosciutto crudo viene conciato a secco e lavorato con sale marino. Alcuni disciplinari di prosciutti DOP escludono tassativamente l’impiego di conservanti, mentre nella maggior parte dei prosciutti prodotti in Italia è consentito l’uso di nitrati nelle quantità previste dalla legge. L’utilizzo di nitrati è comunque molto raro. Dopo la salatura iniziale e l’inizio dei processi di fermentazione, il prosciutto crudo viene stagionato (e in questa fase perde una buona percentuale di acqua: la parola prosciutto deriva, infatti, dal latino perexsuctum che significa “prosciugato”).
Dal punto di vista prettamente tecnico, il processo di stagionatura può essere equiparato a quello di una naturale mummificazione per disidratazione
Alcune varietà italiane di prosciutto sono: Prosciutti di Parma in essiccazione, prosciutto del Carso, p. di Carpegna, p. di casaletto, p. di Castelnuovo, prosciutto di cinta senese, p. di Cormons, p. di Cuneo, p. di Faeto, p. di Faleria, p. di Modena, p. di Monte, p. dei Nebrodi, p. di Norcia, p. di Parma, p. di Pietraroja, p. di San Daniele, p. Toscano, prosciutto Pratomagno, prosciutto Veneto-Berico- Euganeo, p. Sardo, p. di Sauris, Jambon de Bosses, p. di Trevico, p. di Venticano, prosciutto di Villagrande Strisaili.