Ingredienti
- 1kg Verza
- 150gr Salsicciadi maiale
- 130gr Lardo
- 80gr Burro
- 25gr Farina 00
- 1 Uova
- 1 litro Brodo vegetale
- qb Noce moscata
- qb Pepe
- qb Sale
Direzione
Verza Farcita di Nonna Bruna
La Verza Farcita di Nonna Bruna è un secondo piatto gustoso e saporito, ideale per un pranzo od una cena in famiglia o con amici o per un buffet.
Per la Verza Farcita di Nonna Bruna disporre tutti gli ingredienti dosati sul piano di lavoro.
In una pentola con 1 litro di acqua leggermente salata ed un cucchiaino di dado vegetale, vedi nota, far raggiungere l’ebollizione e tenere da parte.
Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato, spellare le salsicce tritarle finemente e tenere da parte.
Sul piano di lavoro, con un coltello ben affilato tritare finemente il lardo e tenere da parte.
Togliere le foglie di verza più dure, lavare le rimanenti per eliminare eventuali residui di terra, eliminare il torsolo.
In una pentola piena di acqua bollente leggermente salata, mettere a sbollentare la verza per 10 minuti, sgocciolarle, far raffreddare e tenere da parte.
Mettere in una ciotola la salsiccia tritata, il lardo tritato, noce moscata, pepe, sale, l’uovo, mescolare bene e tenere da parte.
In una padella antiaderente mettere a scaldare la metà del burro.
Aggiungere poco per volta la farina e farla imbiondire mescolando sempre.
Versare il brodo vegetale, il burro restante e portare a bollore.
Aprire le foglie di verza fredde e mettere in ciascuna il ripieno di salsiccia e lardo preparato, arrotolare le foglie su sé stesse, legarle con uno spago da cucina come un involtino.
Immergerle nel brodo in ebollizione e far cuocere per 90 minuti a fuoco basso.
Prelevarli dalla padella con un mestolo forato e disporle ordinatamente su di un piatto di portata.
Servire in tavola direttamente su piatto di portata.
Nota
La verza o cavolo verza (Brassica oleracea var. sabauda), detta anche cavolo di Milano (o cavolo lombardo e cavolo di Savoia, è una varietà di brassica olearia simile al cavolo cappuccio, ma a differenza di questo presenta foglie grinzose, increspate e con nervature prominenti.
Pianta biennale con radice fittonante non molto profonda, possiede fusto eretto, di lunghezza raramente superiore ai 30 centimetri. La palla, verde o rosso-violacea, non è molto compatta; le foglie interne sono bianco-giallastre. Viene coltivato in varie zone d’Italia ed è un ortaggio molto conosciuto.
Di origine antichissima, il cavolo verza è coltivato soprattutto nelle regioni centro-settentrionali d’Italia. Particolarmente diffusa è la produzione nel Canavese: a Montalto Dora in novembre si svolge una tradizionale Sagra del cavolo verza
Il suo utilizzo in cucina è diffuso in gran parte d’Europa e in molte regioni italiane, soprattutto previa cottura e per la preparazione di zuppe e minestre: particolarmente apprezzati sono il riso e verza cun custëini (risotto alla verza e costine di maiale, del Piacentino) e la zuppa ‘d pan e còj (zuppa di pane e cavoli verza) del Canavese. Nei secondi interviene, spesso in abbinamento a carne di maiale, in alcuni piatti caratteristici come i caponet piemontesi, i dolmades greci, il sarma della Romania, i Kohlrouladen dell’area germanica, i verzolini della cucina piacentina, le verze sofegae venete, il bottaggio milanese e la nota cassoeula. Nella cucina valtellinese è utilizzata per la preparazione dei famosi pizzoccheri, tipo di pasta di grano saraceno, con aggiunta di patate a tocchetti, formaggio Valtellina casera, grana grattugiato, aglio, burro e salvia. Infine anche la cucina olandese fa uso di una specie di verza nel suo piatto più noto, la boerenkool met worst.
Anche alcune preparazioni di sushi prevedono l’utilizzo di foglie di verza. Anche la verza si può consumare cruda, come si usa per il cappuccio, tagliata sottile e mista ad altre insalate con la differenza che il suo sapore è un po’ forte e non gradito a tutti.