Acetosella

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L’Oxalis acetosella (nome comune Acetosella dei boschi) è una piccola pianta alta fino a 12 cm, appartenente alla famiglia delle Oxalidaceae.

Il Sistema Cronquist assegna la famiglia delleOxalidaceae all’ordine Geraniales mentre la moderna classificazione APG la colloca nell’ordine Oxalidales.

Etimologia

Il nome del genere (Oxalis) deriva dal greco oxys(acuto o pungente) per il sapore acido della pianta e dahals (sale) per l’elevata quantità di acido ossalico.

Il nome comune della pianta (acetosella) deriva dal sapore acidulo (ma anche aspro) delle foglie usate anticamente come condimento per le insalate e che ricorda appunto l’aceto.

Morfologia

Descrizione delle varie parti della pianta

È una pianta geofita rizomatosa, leggermente pelosa, erbacea, perenne o biennale, acaule e le cui foglie efiori sono inseriti direttamente su un rizoma strisciante. La pianta in sé è esile e per proteggersi durante la pioggia (o un forte vento) tende a ripiegarsi su se stessa. Come altre piante primaverili, anche la nostra fiorisce precocemente prima che gli alberi sovrastanti emettano le foglie togliendole così eccessivamente la luce del sole.

Radici 

Secondarie da rizoma.

Fusto

 Parte ipogea: fusto sotterraneo perenne, rizomatoso, carnoso e bulboso. Presenta degli ingrossamenti dovuti alle guaine delle foglie morte. Questo fusto strisciando e dividendosi dicotomicamente (divisione 2 a 2) forma un continuo intreccio filiforme di maglie vegetative.

          Parte epigea: finisce direttamente in uno scapo floreale. Raramente a portamento completamente eretto.

Foglie 

Foglie trilobate obcordate con picciolo arrossato

Le foglie sono tutte basali derivate dal ceppo radicale. Hanno un picciolo molto lungo arrossato e sono formate da tre foglioline obcordate cuoriforme. Sono inoltre presenti quattro nervi e il margine è intero (non dentellato). Alla base del picciolo si trovano due piccolestipole.

Queste foglie hanno anche la particolarità, grazie a specifiche articolazioni, di contrarsi ed espandersi secondo le condizioni atmosferiche, oppure per rinchiudersi verso sera, oppure ancora per poter ricevere la giusta luce del sole durante le fasi della giornata. Infatti durante le ore più calde d’estate, essendo una pianta sciafila, le foglioline tendono a ripiegarsi lontano dai raggi del sole.

Le foglie normalmente sopravvivono alla prima fioritura primaverile e continuano a riformarsi continuamente.

Infiorescenza 

Fiore solitario.

Fiori 

I sepali del fiore          

I petali del fiore con stami e pistilli   

Fiore in disposizione chiusa   

Le venature porporine dei petali

I fiori ermafroditi, basali, pentameri, attinomorfi e 

dialipetali, sono lungamente peduncolati.

Il calice ha 5 sepali liberi, lunghi 4-5 mm strettamente ovati (ellittici) e smussati.

La corolla è formata da 5 petali spatolati lunghi 10-16 mm di colore bianco (può essere anche rosa) con delle striature longitudinali violette – porporine che verso la base divengono giallognole o rosate. I 5 petali possono essere lievemente saldati fra di loro alla base.

Gli stami sono 10: metà lungi e metà corti.

L’ovario è supero a 5 carpelli.

L’impollinazione avviene tramite insetti (api, mosche e insetti notturni) e quindi entomofila. Questo tipo di impollinazione avviene in Primavera nella fase iniziale di vita della pianta ed è caratterizzata da una produzione molto esigua di semi; ma successivamente (in Estate) si attua una seconda fecondazione interna (le antere trasferiscono il polline direttamente sullo stigma) si ha quindi una fase di autoimpollinazione molto più proficua quanto a produzione di semi per la nascita di piante successive.

Fioritura: Aprile – Giugno.

Come le foglie così anche i petali del fiore possono contrarsi in certe condizioni. Di notte, o con tempo piovoso, i petali, infatti, si rinchiudono uno sull’altro. Tutto il fiore così sembra una piccola campana pendula.

Frutti 

I frutti sono raccolti in una capsula avente cinque cavità (a forma pentagonale) lunga 4-10 mm e contenente ciascuna uno o due semi immersi in una sostanza mucillaginosa (questo tipo di capsula si definisce come ovoide loculicida). Alla maturazione i semi vengono spinti attraverso una fessura elastica molto stretta che scattando di colpo li lancia anche con forza a distanze ragguardevoli.

Distribuzione e Habitat

I fiori ermafroditi, basali, pentameri, attinomorfi e 

dialipetali, sono lungamente peduncolati.

Il calice ha 5 sepali liberi, lunghi 4-5 mm strettamente ovati (ellittici) e smussati.

La corolla è formata da 5 petali spatolati lunghi 10-16 mm di colore bianco (può essere anche rosa) con delle striature longitudinali violette – porporine che verso la base divengono giallognole o rosate. I 5 petali possono essere lievemente saldati fra di loro alla base.

Gli stami sono 10: metà lungi e metà corti.

L’ovario è supero a 5 carpelli.

L’impollinazione avviene tramite insetti (api, mosche e insetti notturni) e quindi entomofila. Questo tipo di impollinazione avviene in Primavera nella fase iniziale di vita della pianta ed è caratterizzata da una produzione molto esigua di semi; ma successivamente (in Estate) si attua una seconda fecondazione interna (le antere trasferiscono il polline direttamente sullo stigma) si ha quindi una fase di autoimpollinazione molto più proficua quanto a produzione di semi per la nascita di piante successive.

Fioritura: Aprile – Giugno.

Come le foglie così anche i petali del fiore possono contrarsi in certe condizioni. Di notte, o con tempo piovoso, i petali, infatti, si rinchiudono uno sull’altro. Tutto il fiore così sembra una piccola campana pendula.

Il tipo corologico dell’Oxalis acetosella è definito come “circumboreale”, quindi è una pianta tipica delle zone temperate fredde dell’Eurosiberia e Nord America.

In Italia si trova in prevalenza nelle zone ombrose (boschi) ed umide, ma anche pedemontane con particolare concentrazione nell’Italia settentrionale. Vegeta dal piano sino a 2000 m s.l.m. Non si trova nelle isole e zone litoranee.

Altrove è presente in Europa, Asia (fino in Giappone) e America settentrionale. Predilige un terreno fertile e ricco di humus ma anche boschivo (carpini e faggi) e comunque esposto a Nord. Non ha bisogno di molta luce, per questo è definita come pianta sciafila.

Usi

L’acido ossalico e gli ossalati contenuti nella pianta possono arrecare gravi danni nel caso se ne ingerisca una quantità eccessiva. Da evitarsi per chi soffre di gotta, artriti, litiasi.

Farmacia 

È usata in erboristeria come depurante, diuretico, rinfrescante, facendone un decotto di 20 g di foglie fresche in 1 l d’acqua e bevendone massimo due tazze al giorno. Le foglie se masticate disinfettano i denti e il cavo orale. Similmente all’acetosa è considerata un buon rimedio per dermatosi e ascessi (applicando le foglie dello stesso decotto precedentemente descritto), decongestionante e febbrifugo. Il decotto della radice (20 g in 1 l d’acqua) bevendone due tazze al giorno rende più elastica la pelle. La pianta viene utilizzata fresca poiché essiccandola perde molte delle sue proprietà. I suoi principi attivi sono gli ossalati e gli antrachinoni. La pianta contiene tra l’altro acido ascorbico (vitamina C).

Industria 

Nell’industria è usata per ricavarne un ottimo sbiancante delle macchie d’inchiostro e ruggine. Può essere usato anche come disincrostante per i radiatori delle automobili e in genere per lucidare oggetti metallici come rame e bronzo. Quest’ultimo composto veniva preparato dai droghieri – artigiani di una volta e si chiamava sale di acetosa.

Cucina 

Anticamente (nel Medioevo) si usava come condimento. Al pari dell’acetosa arricchisce di sapore verdure e minestre. Dalle foglie si può ricavare una bevanda dissetante (quasi una limonata). Le radici possono essere usate come gli asparagi. Attualmente nell’America del Sud (Perù) si possono trovare nei mercati diversi tuberi di alcune specie di questo genere (Oxalis crenata – chiamata anche Oxalis tuberosa). I tuberi devono però rimanere esposti al sole per diversi giorni perché lo sgradevole sapore acido si trasformi in un sapore più gradevole, quasi dolce.

In tutti i casi si deve usare questa pianta con parsimonia in quanto contiene il velenoso acido ossalico (legato in forma salina al potassio) che può provocare danni ai reni ma anche la morte.

In prossimità di temporali le foglie dell’acetosella si rialzano preannunciando al contadino l’arrivo della pioggia.

Galleria Foto

Oxalis acetosella        

L’Acetosella, Oxalis acetosella L, appartiene alla famiglia delle Ossalidaceae ed è una pianta molto diffusa ma non facile da individuare in quanto rassomiglia molto al trifoglio però se si assaggiano le sue foglie si riconoscono subito dal sapore caratteristico.

E’ una pianta tipica dei boschi umidi delle zone montane e sub montane. Si ritrova spesso nei giardini in quanto molto decorativa.

E’ una pianta perenne, senza fusto, molto piccola, con radice rizomatosa, foglie di colore verde pallido a forma di cuore. I fiori hanno 5 petali di colore bianco- rosato con striature rosa. Fiorisce in primavera (per Pasqua).

Proprietà’

L’acetosella è una pianta ricca di acido ossalico, vitamina C e mucillaggini.

Le proprietà dell’Acetosella sono: diuretica, antiscorbuto, depurativa, diuretica, febbrifuga, rinfrescante.

Parti utilizzate della pianta

Le parti utilizzate dell’Acetosella sono: radici e foglie fresche raccolte preferibilmente a maggio-giugno perchè con l’essicazione perde le sue proprietà.

Come si utilizza

L’Acetosella di utilizza come decotto nel caso di problemi all’apparato digerente e come depurativa del sangue.

Le compresse per le irritazioni cutanee.

L’infuso bevuto mantiene la pelle elastica.

Masticare le foglie fresche aiuta nel caso di ferite alla bocca.

In cucina si usava e si usa per dare sapore al posto del limone.

Curiosità’

E’ chiamata anche Agretta, Pentecoste, Lambrusca o erba brusca.

Quando si sta avvicinando un temporale le foglie hanno la particolarità di sollevarsi.

In passato questa pianta veniva utilizzata per togliere le macchie di inchiostro o di ruggine dagli indumenti e per lucidare gli oggetti in rame.

Avvertenze

Come per l’Acetosa, anche questa pianta bisogna utilizzarla con grande cautela  in quanto in dosi eccessive può provocare intossicazione.

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Acetosella