Anice
Anice

Sotto il generico nome di anice si raggruppano piante differenti, che non hanno in realtà parentele botaniche.
Le piante sono accomunate dall’aroma dei loro semi o frutti, praticamente identico.
Si suppone che siano tutte arrivate dall’Oriente in tempi remoti.
Ne vengono utilizzati i semi o i piccoli frutti, essiccati ed, eventualmente, pestati.
L’anice verde (Pimpinella anisum)
Appartiene alla famiglia delle Apiaceae ed è una pianta annuale alta circa 60cm, con piccoli fiori bianco-giallo cui fanno seguito piccoli semi ovali caratterizzati da un aroma persistente che ricorda quello dei semi di finocchio.
È il più noto in Occidente.
Nome botanico: pimpinella anisum
Sinonimi: Cumino dolce
Habitat: é una pianta originaria dell’Egitto e dell’Asia minore, in antichità era ben diffusa anche in alcune isole greche sopratutto a Creta.
Descrizione: L’anice è una pianta annuale di piccole dimensioni, raggiunge i 50cm c.a, produce fiori bianchi molto profumati.
La sua fama è antica, già Plinio si dice la coltivasse in Toscana al tempo dei romani.
Nel medioevo venne introdotta e coltivata anche nell’Europa centrale. Adesso la sua fama è dovuta all’utilizzo nell’industria dolciaria e dei liquori.
La tradizione popolare consiglia l’utilizzo di infusi di anice per stimolare la digestione.
Dalla pianta si estrae perlopiù olio essenziale. Questo viene utilizzato:
– Come cardiotonico, si inala la profumazione utilizzando alcune gocce versate su un fazzoletto.
– In caso di catarro, facendo delle inalazioni utilizzando acqua calda 3 gocce.
Per aumentare la “libido” o per problemi di frigidità.
Si utilizzano poche gocce diluite in olio di jojoba come massaggio da effettuare sotto la pianta dei piedi
Anice Olio essenziale
L’olio essenziale viene ottenuto dal frutto per distillazione ed é molto ricco di flavonoidi e cumarine, ma la sostanza che ne determina la maggiore composizione chimica é trans-anetolo del quale é composto per il 70-90% circa.
Note e avvertenze:
E’ sconsigliato in gravidanza e l’utilizzo diretto sulla pelle. Può dare reazioni allergiche. Per l’assunzione interna é consigliata la consultazione con uno specialista.
L’anice stellato (Illicium verum)
Appartiene alla famiglia delle Illiciaceae e deve il suo nome alla forma di stella che caratterizza gli occhielli dei suoi 8 piccoli frutti. Fu importato in Occidente solo alla fine del 1600, passando attraverso la Russia. Noto e molto usato in tutto l’Oriente, è particolarmente amato in Cina e Vietnam
L’anice pepato (Xanthoxylum piperitium)
Appartiene alla famiglia delle Rutaceae
Insieme all’anice stellato è tipico della cucina dell’Estremo Oriente ed è, infatti, uno dei componenti della miscela nota come “5 spezie cinesi”: anice verde, anice stellato, chiodi di garofano, semi di finocchio e cassia.
Storia e tradizione
L’anice è una delle spezie più antiche, ed è diffusa in molte cucine. Era già conosciuta e utilizzata dai Greci, dagli Egizi e dai Romani per dare gusto alle vivande a base di pollo, maiale, verdure e piccoli biscotti digestivi.
Dal Medio Oriente antico si diffuse nel bacino del Mediterraneo e da lì in Europa, tanto che nel Medioevo era un ingrediente di numerose ricette in quasi tutti i paesi.
Gusto
L’anice ha un gusto tendente al dolce, e l’aroma ricorda quello dei semi di finocchio con un lieve retrogusto di menta. Il gusto è tanto persistente che va usato con moderazione, perché qualcuno può trovarlo nauseante.
Usi
In cucina
La spezia è diffusissima e le ricette che la contemplano sono virtualmente infinite. Possiamo però dire a grandi linee che l’anice viene usato per dare gusto a carni di pollo, maiale e coniglio, così come lo usavano già i Greci e i Romani. Viene inoltre usato in accompagnamento di verdure e formaggi, specie nei paesi del Nord Europa.
In tutti i paesi europei è un ingrediente irrinunciabile di dolci e bevande tradizionali: torte, biscotti, panpepati, pandolci, frutta secca. L’anice è anche usato per gusti nel campo dei gelati, in particolare ghiaccioli.
I dolci possono venire preparati con i semi essiccati, ridotti in polvere o grazie all’aroma dei numerosissimi liquori a base d’anice: il Pastis, l’Assenzio, e l’Anisette, il Raki, l0 Ouzoe l’Arrak in Grecia, la Sambuca in Italia, per citarne solo alcuni dei più famosi.
I liquori a base di anice hanno la particolarità di diventare opachi quando vengono aggiunti all’acqua (o viceversa) perché gli olii essenziali sono solubili soltanto in alcool.
Liquore all’anice
Una bottiglia di liquore all’anice
È ottimo da servirsi freddo a fine pasto o nella correzione del caffè.
Raccolta
Difficile da trovare allo stato selvatico nella penisola italica, è facilmente coltivabile in giardino.
Si semina dopo gli ultimi geli invernali.
La raccolta dei grappoli dei frutti avviene in agosto-settembre. Asciugati al sole e sgranati si conservano in locale asciutto.