Arcangelica – Angelica archangelica L.
Arcangelica - Angelica archangelica L.

E’ una pianta erbacea biennale o perennante originaria dell’Europa settentrionale; in Italia viene coltivata in orti e giardini.
Famiglia: Ombrelliferae
Specie: Angelica archangelica L.
Sinonimo: Archangelica officinalis Hoffm.
Generalità
Caratteri botanici
Alta fino a 2metri, presenta radici fusiformi e grosse (a succo aromatico) e fusti verdi, cilindrici e striati. Le foglie sono larghe, verde brillante e profondamente divise intorno alla base della pianta e che si fanno più piccole sullo stelo. I fiori (luglio-agosto), bianchi o giallognoli, dolcemente profumati, sono riuniti in ombrelle. Il frutto, comunemente chiamato seme, è un achenio ellittico munito di 3 coste dorsali ben rilevate ed acute.
Coltivazione
Essendo una specie biennale, è necessario seminarla tutti gli anni. Viste le notevoli dimensioni deve essere coltivata in terra piena.
I semi devono essere posti in terreno sabbioso in zona semi- soleggiata.
Le piantine dovranno essere diradate se troppo fitte.
Raccolta e conservazione
Le foglie e gli steli più teneri possono essere raccolti durante tutto il periodo vegetativo e consumati freschi. Per i frutti, tagliare la parte apicale della pianta quando iniziano a cambiare colore. Appendere gli steli in luogo fresco e areato e, una volta essiccate, battere le infruttescenze per raccogliere i semi.
Le radici vanno estirpate in autunno, lavate, tagliate a pezzi ed essiccate. Conservare in luoghi freschi e asciutti.
Uso in cucina e proprietà terapeutiche
Le foglie e gli steli possono essere cucinati come verdure o aggiunte per dare sapore nella cottura del pesce.
Le foglie crude possono essere aggiunte a insalate e salse. Gli steli decorticati possono essere canditi o utilizzati nella preparazione di liquori d’erbe.
Proprietà terapeutiche: aperitive, digestive, carminative, diuretiche, toniche, aromatiche, espettoranti.
Generalità
L’arcangelica appartiene alla famiglia delle Ombrellifere, al genere Angelica ed alla specie archangelica. È una pianta erbacea biennale o perenne, alto 1,5 m e larga 75-90 cm, con radici fittonanti, lunghe, spesse, carnose, di color giallastro e che emettono un forte aroma; il fusto è ramificato, cavo, liscio, nodoso, spigoloso e verde con striature rosse. Le foglie sono larghe, lunghe anche 90 cm, verde brillante, dentellate, con i piccioli che inguainano il fusto. I fiori sono bianchi, profumati, vellutati all’estremità e riuniti in ombrelle tondeggianti all’apice degli steli; la fioritura avviene in piena estate.
Il frutto, comunemente chiamato seme, è un achenio di colore giallo chiaro e di forma ellittica. La pianta emette un profumo piacevole.
Clima e terreno
L’arcangelica preferisce i climi temperati freschi ed umidi, è resistente alle basse temperature per cui è in grado di adattarsi agli inverni rigidi. Le esposizioni migliori sono gli ambienti in pieno sole o mediamente luminosi, inoltre non risente delle gelate tardive perché ha una fioritura tardiva. L’arcangelica è una pianta piuttosto esigente in fatto di terreno, infatti predilige suoli sciolti, umidi, ben drenati, profondi, acidi o neutri e molto ricchi di sostanza organica, mentre rifugge i terreni argillosi e calcarei in quanto sensibile ai ristagni idrici e alla clorosi ferrica perché i microelementi come il ferro vengono insolubilizzati dal calcare presente nel terreno. È una specie originaria del nord Europa, viene coltivata in Repubblica Ceca, in Belgio e Germania (in Francia in minor misura) soprattutto per l’utilizzo di radici e semi; nel nostro Paese si coltiva in orti o giardini nelle regioni settentrionali.
Propagazione
L’arcangelica si moltiplica per auto disseminazione. I semi si raccolgono quando virano dal verde al bruno, effettuando la semina in semenzaio alcune settimane dopo, a luglio-agosto. I semi raccolti da poco nascono in poco tempo, quelli di 4-5 mesi germinano dopo 20-30 giorni, mentre per semi più vecchi i tempi sono ancora più lunghi. Per migliorare la germinazione dei semi si possono somministrare degli ormoni; i terreni del semenzaio devono essere leggeri e mantenuti sempre umidi. A tre mesi dalla semina le piantine sono pronte per il trapianto.
Tecniche di coltivazione
Una volta ottenute le piantine in semenzaio si procede con la messa a dimora in pieno campo; il trapianto si esegue in autunno nei climi miti ed in primavera negli ambienti più freddi. È possibile svolgere la semina direttamente in pieno campo se il terreno è ben affinato, in questo caso, se troppo fitta, vanno diradate le piantine in eccesso. La distanza tra le file è di 80-100 cm e sulla fila di 20-40 cm, con una densità di 6-8 piante/mq. Nell’avvicendamento bisogna aspettare almeno quattro anni per mettere nuovamente a dimora l’arcangelica o una coltura appartenente alla famiglia delle Ombrellifere. Le erbe infestanti si tengono sotto controllo mediante una sarchiatura. Con la concimazione va distribuito parecchio letame maturo all’impianto e l’azoto alla ripresa vegetativa, se la coltura è destinata alla produzione di radici è buona prassi somministrare fosforo e potassio in fase di preparazione del terreno e vanno eliminate le infiorescenze in modo da destinare le sostanze nutritive all’apparato radicale. L’irrigazione si effettua nelle estati poco piovose. L’arcangelica è spesso soggetta ad attacchi di parassiti, tra quelli animali si ricordano gli acari, gli imenotteri e gli afidi; le radici conservate in magazzino possono essere colpite da lepidotteri e coleotteri. Un fungo molto pericoloso è la maculatura, la quale se intensa può causare la caduta delle foglie.
Raccolta
Le radici vengono raccolte dal trapianto nei mesi di settembre-ottobre, la produzione è di 100 q/ha. In passato le piante si utilizzavano la produzione di semi e radici, mentre oggi la coltivazione è praticata in maniera separata perché si ottenevano radici di scarsa qualità. Per la produzione di frutti, oggi poco diffusa, la raccolta si effettua nei mesi di agosto e settembre al 2°-3° anno, le produzioni si aggirano intorno a 80-100 q/ha. Fino al terzo anno è possibile effettuare la sola raccolta delle foglie con due sfalci all’anno eseguiti prima della fioritura. Dalle radici e dai semi si può estrarre l’olio essenziale.
Proprietà ed utilizzo
I succhi di arcangelica hanno proprietà caustiche, e gli operatori che ne vengono a contatto possono subire danni che si manifestano con irritazioni, gonfiori e forti pruriti, provocati da sostanze derivate dalla cumarina. Le foglie, i semi e i gambi freschi si impiegano in caso di problemi respiratori, bronchiti e tosse; le radici essiccate sono anti-flatulenza. L’olio essenziale estratto dai semi viene utilizzato in profumeria. I gambi canditi si usano per le torte e in pasticceria, i semi aromatizzano varie bevande come gin, vermouth e vini bianchi, mentre le foglie si aggiungono alla frutta cotta e per insaporire i formaggi a pasta molle; l’arcangelica è sconsigliata