Arnica montana
Arnica montana

L’Arnica (Arnica montana L.) è un’erba medicinale della famiglia delle Asteraceae, ghiandolosa, perenne, a fusto eretto e mediamente robusto, alta 20 – 60 cm, dai grandi capolini di colore giallo aranciato con caratteristici petali “spettinati” e dal gradevole odore aromatico.
Etimologia
Il nome del genere (Arnica) potrebbe derivare da una alterazione del tardo-latino ptàrmica, a sua volta derivato dal greco ptarmikos (starnutatorio) con allusione alle proprietà starnutatorie connesse con l’odore della pianta. Altri autori però preferiscono partire dalla parola greca arnakis (pelle di agnello) facendo riferimento alla delicata tessitura delle sue foglie.
Il nome Arnica in antichità venne impiegato più volte per specie diverse aventi in generale grandi capolini gialli (come i generi Doronico, Senecio e Telekia). La prima documentazione dell’Arnica montana risulta del 1731 a proposito di un manuale di giardinaggio. In Francia è molto comune la denominazione di Tabac des Vosges in quanto gli abitanti delle regioni montane se ne servono come tabacco da fiuto.
Morfologia
La forma biologica della pianta è definita emicriptofita rosolata: ossia pianta erbacea, perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla neve (emicriptofita); inoltre tali piante hanno le foglie disposte a formare una rosetta basale (rosolata).
Arnica montana e le sue parti
Radici
Da rizomi con radici filiformi (fibrosi) a tendenza orizzontale, troncati e nerastri.
Fusto
Fusto ipogeo: rizoma ad andamento obliquo.
Fusto epigeo: eretto e semplice. Occasionalmente ramificato in alto con 1-2 coppie di rami opposti. Lungo il fusto si individuano due tipi di peli : peli semplici, lunghi e patenti; e peli brevi e ghiandolari.
Foglie
In questa pianta sono presenti due tipi di foglie: quelle basali e quelle cauline.
Le foglie basali sono opposte a croce, brevemente picciolate, patenti al suolo ed hanno la forma ovata (ellittica) e oblunga a 5 nervi con lamina intera appena dentellata. Dimensione 2-4 x 10–15 cm. Inoltre sono coriacee e glabre nella pagina inferiore, un po’ pubescenti sulla pagina superiore.
Le foglie cauline bratteiformi, non sempre presenti, mediamente 1-2 paia (quindi opposte a coppie), sono sessili, lanceolate e più piccole.
Infiorescenza
L’infiorescenza presenta dei capolini normalmente solitari, o al massimo 2-3 su rami opposti. Loscapo fiorale è vischioso. L’involucro presenta fino a 3 serie (normalmente una) di squame lanceolate e villose (altrimenti chiamate brattee involucrali) di lunghezza inferiore a quella dei fioriligulati; anche questo è lievemente vischioso.
Fiori
I fiori nell’insieme sono larghi 5–8 cm. Il ricettacolo è piano o lievemente concavo. I capolini (come in tutte le Asteraceae), sono composti da due parti :
i fiori ligulati zigomorfi (parte esterna del capolino) sono gialli-dorati, lunghi (40 mm), disposti a raggiera e tridentati all’estremità; sono spesso disordinati e ripiegati in tutte le direzioni;
i fiori tubulosi attinomorfi (parte interna del capolino) sono ermafroditi e di colore arancio o giallo-bruno.
Fioritura : maggio – agosto
Frutti
I frutti sono acheni, di colore bruno-nerastro, pubescenti e rugosi sormontati da un piccolo pappopiumoso giallastro. La moltiplicazione avviene per divisione dei cespi in primavera o in autunno, oppure per seme (il frutto achenio).
Distribuzione e habitat
L’Arnica montana è endemica in Europa, dalla Penisola iberica alla Scandinavia e ai Carpazi. È assente dalle Isole Britanniche ed è relativamente rara in Italia. Cresce in terreni poveri (pascoli magri, brughiere e torbiere alte) e silicei (substrato acido); in zone montane da 500 a 2500 m s.l.m.È assente in pianura.
Sta diventando rara soprattutto nelle regioni nordiche a causa dell’aumento delle coltivazioni intensive.
Questa pianta appartiene alla flora protetta.
Usi
Farmacia
Viene tradizionalmente usata, in forma di estratto o tintura, nelle ecchimosi e nei dolori articolari. È velenosa se ingerita. A forti dosi può provocare paralisi e tachicardia. Questa pianta è spesso utilizzata come rimedio nella fitoterapia.
Una infusione di foglie viene utilizzata come trattamento, per uso esterno, di traumi e contusioni, ma non deve essere utilizzata sulle ferite. In forma di crema o di tintura diluita, è utilizzata nei dolori reumatici e per l’ alopecia.
In omeopatia, l’Arnica è utilizzata per dolori muscolari e nella cura a lungo termine di traumi,[1] pershock, contusioni, strappi, artrite e dolori influenzali.[2] Nel Regno Unito l’agenzia Medicines and Healthcare products Regulatory Agency (MHRA) ha registrato per prima un medicinale a base di arnica denominato Artrogel.[3].
Tutta la pianta (fiori e rizoma) contiene un glucoside (l’arnicina dalla formula CxHxO4) che è simile, come azione, alla canfora. Produce due differenti olii essenziali, uno localizzato nei fiori e l’altro nei rizomi essiccati. Dalla pianta si può estrarre anche fitisterina, acido gallico e tannino. Le radici al gusto sono molto amare. Epoche particolari di raccolta : le foglie e i fiori in estate; i rizomi in settembre-ottobre. Durante la fioritura, viene utilizzata tutta la pianta.
Tossicità
Se ingerita, la tintura non diluita può provocare tachicardia, enterite e persino un collasso cardiocircolatorio. Per queste proprietà, un tempo questa pianta era utilizzata come veleno. Contromisure per l’ingestione accidentale includono l’ingestione di carbone per assorbire le tracce di tossine nell’intestino e l’ingestione di liquidi per diluirne la concentrazione. Ad ogni modo, non sono noti antidoti.
Rimedi omeopatici, l’arnica montana
pubblicato: mercoledì 06 febbraio 2008 da Saverio Pepe
L’arnica è conosciuta nella erboristeria tradizionale, soprattutto per l’uso sotto forma di olio, per gli sportivi, i dolori muscolari e in generale, come estratto aggiunto nelle creme per tonificare e contrastare il dolore del torcicollo.
E’ una pianta montana molto simile alla margherita gialla ed è anche uno dei rimedi omeopatici, più utilizzati, dopo i consueti trattamenti di diluizione e dinamizzazione che caratterizzano i prodotti utilizzati in omeopatia.
E’ il rimedio dei traumi fisici e psichici di qualsiasi origine, delle emorragie e della fragilità capillare, delle lombalgie e lombosciatalgie acute. Il medico omeopata lo consiglia in quei disturbi aggravati dal contatto e l’immobilità e che invece migliorano con il riposo e stando sdraiati.
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Arnica montana
Nome: Arnica montana.
Habitat: Pianta spontanea montana
Parte utilizzata: I fiori
Principi attivi e titolazione: Estratto secco titolato in rutina min. 1%.
Utilizzo: Sotto forma di crema può essere utile in caso di slogature, contusioni e distorsioni. Aiuta a ridurre la componente dolorosa dovuta a traumi (cadute, urti…). Studi clinici dimostrano l’efficacia di questa pianta: in uno studio sono stati coinvolti pazienti operati alla mano perchè affetti da sindrome del tunnel carpale, ai quali si somministrava una pomata di Arnica o un placebo. si è visto che dopo 7 giorni i pazienti trattati con la pomata di Arnica avevano una riduzione evidente del gonfiore e del dolore nella parte interessata.
Somministrazione giornaliera: L’uso di questa pianta va fatto solo per via topica (esterna), perchè può essere tossica se assunta per bocca. Si utilizzeranno quindi pomate, creme o gel all’Arnica, da frizionare delicatamente sulle parti infiammate e dolenti.
Avvertenze: Usare gli estratti di questa pianta solo per via esterna, perché se ingeriti possono dare fastidio a stomaco e fegato.
Controindicazioni: Per via esterna non vi sono importanti controindicazioni.
Interazioni: Non segnalate.
Curiosità: Il nome deriva dal tardo latino “ptarnica” e dal greco “ptarmikos” riferito alla capacità di indurre lo starnuto connesso all’odore della pianta. Per altri, Arnica trae origine dal greco “Arnakis”, ossia pelle di agnello, per la tessitura delle sue foglie.