Betula
Betula

Betulla (Betula, Linnaeus) è un genere di piante della famiglia delle Betulaceae, genericamente note come betulle.
Il genere comprende oltre 40 specie originarie dell’emisfero nordico, in special modo le zone scandinave.
Il nome del genere deriva dal celtico betu che significa appunto “albero”.
Descrizione
Si tratta di alberi e arbusti a fogliame deciduo che possono raggiungere i 15-30 m di altezza, foglie variamente formate e sfumate di verde a seconda della specie o varietà. La specie più diffusa è la Betula pendula (= B. verrucosa), da alcuni autori considerata una sottospecie o varietà di B. alba e chiamata volgarmente betulla bianca, betulla pendula o betulla d’argento, e predilige terreni acidi, poveri, sabbiosi o ciottolosi. Mentre la Betula pubescens, nota col nome di betulla pelosa o betulla delle torbiere, dalle foglie pelose, predilige terreni paludosi o torbosi ed è di dimensioni analoghe alla B. pendula, anche se si presenta più frequentemente come alberetto o cespuglio.
Le betulle si caratterizzano per la corteccia bianca argentata, dovuta alla presenza di granuli dibetulina; sono dotate di una notevole rusticità, resistendo a condizioni ambientali avverse, quali geli improvvisi e prolungati e lunghi periodi di siccità; sono diffuse nelle regioni del Picetum, Fagetum eCastanetum, ma si spingono anche nelle zone superiori e inferiori.
Coltivazione
Le betulle vengono coltivate come piante ornamentali per l’eleganza del fogliame e il fusto dalla corteccia bianca maculata di nero, in parchi o giardini, su terreni sciolti e freschi. In silvicolturavengono utilizzate per consolidare frane, detriti di falda o per il rimboschimento di pascoli e cedui.
Nell’arboricoltura da legno viene coltivata a fustaia con turni di 40-50 anni, o più raramente a ceduoper la produzione del legname usato nell’industria del mobile. Viene anche coltivata per le proprietà officinali e medicinali. Si moltiplica naturalmente per seme, per talea dei polloni.
Avversità
Nonostante sia attaccata da innumerevoli parassiti animali e vegetali, subisce danni limitati e solo in condizioni particolari subisce attacchi di una certa gravità.
La foglia della pianta di Betulla possiede proprietà diaforetiche e diuretiche oltre a saponine e soprattutto glucosidi flavonici e per questo favoriscono la diuresi che si ottiene è caratterizzata da un’aumentata escrezione di acqua e, sembra, non di sali, per questo motivo potrebbe essere impiegata negli edemi di origine cardio-renale.
Nome comune: Betulla
Francese: Bouleau blanc
Inglese: White birch
Famiglia: Betulaceae
Parte utilizzata: foglia e corteccia; gemme
Betulla
Costituenti principali della betulla:
• Foglia: flavonoidi (contenuto minimo: 1,5%): iperoside (2-3%), olio essenziale (1%): ossidi sesquiterpenici, tannini (leucoantocianidine), vitamina C (0,5% nelle foglie fresche), acido clorogenico e caffeico; resine, alcoli triterpenici (derivati del lupano: lupeolo, betulinolo, acido betulìnìco, e del dammarano), saponine
• Corteccia: triterpeni e loro saponine: 10-14% betulina (canfora di Betulla), tannini
Attività principali della betulla: diuretica e depurativa
Impiego terapeutico della betulla: litiasi renale, renella; disturbi reumatici, gotta; cellulite
Le foglie fresche di Betulla sono più attive e ciò fa supporre che l’olio essenziale rinforzi l’attività diuretica. È stata segnalata anche una notevole attività coleretica manifestata in modo particolare dalle gemme.
La foglia di Betulla si impiega nel reumatismo, nella gotta, nella litiasi renale (l’incremento della diuresi previene la formazione di renella) e come “lavaggio” nelle affezioni delle vie urinarie.
L’estratto fluido, acquoso e secco ottenuto dalle foglie avrebbe attività antibiotica.
È stato dimostrato che gli estratti di Betula pubescens L. possiedono proprietà antibatteriche contro lo Stafilococcus aureus.
Ledere ne preconizzò l’impiego nel trattamento della cellulite, caso nel quale favorirebbe l’eliminazione dell’acido urico e del colesterolo, cui seguirebbe l’eliminazione e la scomparsa dei noduli fibroconnettivali.
Infusi di foglie di Betulla si usano, esternamente, contro la caduta di capelli mentre con la corteccia si preparano pediluvi utili contro il sudore profuso dei piedi.
La corteccia ed il legno di Betulla danno per distillazione secca un catrame che viene utilizzato nella cura delle affezioni cutanee.
L’olio essenziale ottenuto dal catrame di Betulla si usa in pomata (8%) contro il reumatismo e può essere impiegato in prodotti per il massaggio sportivo.
Il carbone, finemente polverizzato, possiede azione assorbente per cui trova indicazione nelle affezioni
gastrointestinali accompagnate da meteorismo.
Da segnalare, in Gemmoterapia, la Linfa di Betulla (conosciuta anche come Betula verrucosa linfa) che contiene due eterosidi i quali liberano per via enzimatica salicilato di metile ad attività analgesica, antiinfiammatoria e diuretica.
Nel trattamento dell’iperuricemia può essere considerata, infatti, rimedio di prima scelta, in quanto la sua assunzione regolare per due-tre mesi ne permette la riduzione del 20-30%: si riesce così ad ottenere una diminuzione del rischio non solo vascolare, ma anche articolare, sempre presente nell’iperuricemia.
Per l’aumentata attività diuretica che determina, può essere utilizzata infine nel trattamento della litiasi
urinaria. Viene segnalato l’uso topico nell’afte e l’uso topico e generale nella calvizie precoce.
La grande indicazione della linfa di Betulla è comunque quella riguardante il trattamento della cellulite ove riduce nettamente l’impastamento e la componente algica oltre a contrastare, grazie all’aumento della diuresi, la ritenzione idrica quasi sempre presente.
Per queste sue peculiarità e per l’attività ipocolesterolemizzante che la caratterizza, rientra negli schemi terapeutici del trattamento del sovrappeso.
La Linfa di Betulla viene raccolta seguendo una tecnica particolare: all’inizio del mese di marzo, durante la montata primaverile, si praticano nelle betulle adulte,che crescono in zone boschive, e di preferenza sulla parte del tronco esposta a sud, alcuni fori a circa un metro da terra, profondi da due a cinque centimetri, leggermente obliqui verso l’alto, nei quali si introduce un tubicino da cui la linfa defluisce nei recipienti posti a terra.
Un tronco di 50 cm di diametro fornisce in quattrogiorni una media di 3-4 litri di linfa.
La raccolta risulta più proficua quando le betulle sono di media grandezza, crescono in luoghi elevati e quando l’inverno è stato rigido.
Tossicità ed effetti secondari della betulla (controindicazioni)
La letteratura non segnala effetti secondari e tossici alle dosi terapeutiche, a meno che non vi sia una particolare sensibilità individuale.
L’estratto della monografia della Commissione E (1986) segnala di non utilizzare la pianta in presenza di edemi causati da insufficienza cardiaca e /o renale.
Esiste una segnalazione che le foglie di Betulla possono causare dermatite da contatto.
Si consiglia vigilanza in caso di assunzione contemporanea di farmaci antiaggreganti piastrinici e anticoagulanti.
Come per tutte le piante ad azione diuretica, prestare attenzione alla contemporanea assunzione di farmaci diuretici (possibile sommazione
d’effetto).
Forme farmaceutiche e posologia della betulla
Infuso (foglie): 2-4 g per tazza d’acqua bollente, lasciare in infusione per 10 minuti.
Filtrare e bere parecchie tazze al giorno.
Polvere: 100 mg per cps in associazione.
Estratto fluido: 5-10 g prò die (1 g = 42 gocce).
Betula alba T.M.: 40 gocce tre volte al dì.
Betula pubescens MG1DH: 50 gocce due volte al dì.
Betula verrucosa MG1DH: 50 gocce due volte al dì.
Linfa di betulla 1DH: 50 gocce due volte al dì.
Curiosità sulla betulla
• «Delle betulle non capivo la bellezza; vicino a loro giocavamo in primavera quando scioglieva la neve, senza alzare gli occhi ai loro rami celestiali.
E l’uso dei nostri antichi, che a maggio manifestavano il loro amore alle ragazze del villaggio con rami di Betulla appena sbocciati posti davanti agli usci delle loro case, si è perduto a contatto con la civiltà mediterranea» (Rigoni Stern M., Arboreto Salvalico).