Borsa Pastore – Capsella bursa-pastoris
Borsa Pastore - Capsella bursa-pastoris

Il Sistema Cronquist assegna la famiglia delle Brassicaceae all’ordine Capparales mentre la moderna classificazione APG la colloca nell’ordine delleBrassicales.
Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori
Nelle classificazioni più vecchie la famiglia del genere Capsella era chiamata anche Crociferae e a volte Cruciferae.
Brassicaceae è una delle più grosse famiglia delle Angiosperme(assieme alle Asteraceae) diffusa principalmente nella fascia temperata e fredda del nostro globo. Il genere Capsella comprende poche specie alcune della quali (3) sono presenti spontaneamente sul territorio italiano.
Varietà
La specie presenta una grande variabilità da zona a zona nella forma delle foglie, il colore dei fiori, la forma del frutto e il portamento in generale. Inoltre, questa specie, praticando abbastanza diffusamente l’autogamia (impollinazione diretta), alcune caratteristiche si fissano in popolazioni locali e ben circoscritte.
Nell’elenco che segue sono indicate alcune sottospecie e varietàdella nostra pianta (è da notare comunque che alcune di queste varietà sono considerate sinonimi della specie principale):
C. bursa-pastoris subsp. occidentalis (Shull) Maire in Jahandiez & Maire (1932)
C. bursa-pastoris var. coronopifolia DC. (1821)
C. bursa-pastoris var. integrifolia DC. (1821)
C. bursa-pastoris var. minor DC. (1821)
Sinonimi
La grande diffusione della nostra pianta ha dato luogo a diversi sinonimi :
Bursa pastoris Hill.
Capsella agrestis Jordan (1864)
Capsella apetala Opiz (1821)
Capsella batavorum E.B. Almquist (1921)
Capsella concava E.B. Almquist (1921)
Capsella hyrcana Grossh.
Capsella integrifolia Rafin. (1837)
Capsella mediterranea E.B. Almquist (1921)
Capsella pastoralis Dulac (1867)
Capsella patagonica E.B. Almquist (1921)
Capsella polymorpha Cav. (1802)
Capsella praecox Jordan (1864)
Capsella ruderalis Jordan (1864)
Capsella sabulosa Jordan (1864)
Capsella stenocarpa Timb.-Lagr. (1870)
Capsella treviorum E.B. Almquist (1921)
Capsella turoniensis E.B. Almquist (1921)
Capsella triangularis St-Lager (1880)
Capsella virgata Jordan (1864)
Thlaspi bursa pastoris (L.)
Ibridi
Capsella x gracilis Gren. (1858) : ibrido tra C. bursa-pastoris e C. rubella.
Specie simili
Capsella rubella Reuter (1854) – Borsa del pastore annuale : si distingue per i fiori, infatti i sepali e i petali sono più piccoli e arrossati (o rosei). Inoltre cresce in ambienti più aridi soprattutto nelle zone mediterranee.
Etimologia
Il nome del genere (“capsella”) e quello specifico (“bursa-pastoris”) deriva dal latino (“capsella” = piccola borsa). Probabilmente l’origine del nome è data dalla forma dei frutti della pianta, simili a bisacce dei pastori.
Il nome di questa pianta venne attribuito nel 1792 dal botanico tedesco Medicus (nome italianizzato di Friedrich Kasimir Medikus(1736-1808)) che certamente vedeva nella forma del frutto la borsa del pastore delle pecore contenente il sale pastorizio da dare alle bestie.
Morfologia
Descrizione delle parti della pianta
La pianta si riconosce per i caratteristicifrutti a forma dicuore o di borsa del pastore come suggerisce il nome, ed è del tipo annuale o biennale. La forma biologica èemicriptofita bienne (H bienn) : quindi si tratta di una pianta a riproduzione biennale con gemme posizionate sul terreno.
Radici
La radice è fittonante scarsamente ramosa ma legnosa. Se viene sezionata può odorare di solforato.
Fusto
Il fusto è eretto, ma piuttosto esile; è ramificato e quasi glabro(possiede piccoli peli molto corti). Altezza media 10 – 30 cm (massima 50 cm).
Foglie
La forma delle foglie non è molto ben definita.
Foglie basali: le foglie basali, picciolate, sono lanceolate – spatolate, ma anche pennato – partite ; la lamina può essere dentata, lobata o intera. Insieme formano una tipica rosettabasale. Dimensione media delle foglie: larghezza 0,5 – 2 cm; lunghezza 3 – 10 cm.
Foglie cauline: le foglie cauline sono lanceolate indivise, sessili, alterne, amplessicaule – sagittate (la base delle foglie sono simile ad una freccia) e glabre. Inoltre alla base sono presenti delle piccole foglioline (stipole).
Infiorescenza
L’infiorescenza è composta da piccoli grappoli terminali. In particolare viene definita come racemo lasso e nudo (senza foglie).
Fiori
I fiori sono ermafroditi, tetrameri, dialipetali e attinomorfi.
Calice: il calice è formato da 4 sepali verdastri ( a volte lievemente arrossati) e ovali e di consistenza membranacea ai margini. Nella parte terminale sono aperti. Dimensione dei sepali: 1 -2 mm.
Corolla: la corolla è di colore bianco ed è composta da 4 piccolipetali spatolati in disposizione opposta a croce (struttura tipica delle “crocifere”), sporgono decisamente dal calice e sono lievemente smarginati all’apice. Dimensione dei petali: 2 – 3 mm.
Androceo: gli stami sono 6 con antere gialle. Spesso gli stamiderivano da petali trasformati.
Gineceo: l’ovario è bicarpellare supero; lo stilo è persistente nel frutto.
Fioritura: fiorisce con continuità da gennaio a dicembre anche se i suoi fiori sono estremamente piccoli ed insignificanti. È una pianta multi – ciclica: i suoi semi appena nati cadono subito e la pianta rifiorisce di nuovo.
Impollinazione: entomofila (tramite insetti).
Frutti
I frutti di questa pianta sono lungamente peduncolati (a strutturapatente e lunghi da 0,5 a 2 cm) ed hanno la forma di piatte siliquettea forma di cuore rovesciato (triangolare -bilobata con la punta verso ilpeduncolo). Contengono diversi semi oblunghi dal colore marrone chiaro. Dimensione della siliquetta : 4 – 6 mm.
Rosetta basale con foglie pennato – partite
Foglia caulina lanceolata, amplessicaule – saggitata
Infiorescenza a racemo lasso e nudo
Frutto (siliquetta) cuoriforme
Distribuzione e habitat
Geoelemento : l’origine di questa pianta è relativa alle regioni mediterranee; comunque il geoelemento viene definito come cosmopolita (Cosmop.).
Diffusione: è diffusa in quasi tutto il mondo e spesso è considerata infestante. In Italia è presente su tutto il territorio (scarseggia nella fascia alpina).
Habitat: si adatta a qualsiasi tipo di clima e di terreno; vegeta negli orti, sui prati incolti ma anche coltivati, ai margini delle strade, sui muri, nelle radure e boschi e aree antropizzate (è una pianta sinantropica ).
Diffusione altitudinale: dal piano fino a 1800 (massimo 2600) m s.l.m..
Usi
Farmacia
Proprietà curative: antiemorragiche, emostatiche, astringenti. Sembra che alcuni principi attivi presenti nella pianta abbiano la proprietà di regolarizzare il ciclo mestruale. In medicina popolare viene usata nella cura delle diarree, delle varici e delle emorroidi. Il fusto (opportunamente trattato) è usato contro le infezioni della pelle. In omeopatia si usa come rimedio per le emorragie e malattie biliari e renali.
Parti usate: quella aerea della pianta.
Cucina
È una pianta commestibile dal sapore simile al cavolo. Le giovani foglie possono essere mangiate come “insalata dei campi” e dicono abbia proprietà contro l’ipertensione, oppure la rosetta basale può servire nelle “minestre primaverili” o come “erbette per la minestra”. InCina e America Settentrionale, sui mercati alimentari, è considerata pianta commerciale.
Dai semi si può estrarre dell’olio commestibile.
Altro
In botanica viene inoltre usata come organismo modello per lo studio della morfogenesi, mentre l’industria dalla pianta ricava insetticidi (vedi nota sotto).
Note
I semi, quando si inumidiscono, si ricoprono di una sostanza vischiosa in grado di catturare ed uccidere piccoli insetti. Per questo motivo si pensa che questa pianta sia una protocarnivora. Non è considerata una vera pianta carnivora perché, sebbene sia stata dimostrata la produzione di enzimi digestivi e la capacità di assorbimento dei nutrienti derivati dalla prede, non si sa ancora se e quanto la pianta si avvantaggi da questa situazione.
Spesso nell’infiorescenza della pianta si insedia una Peronosporacea (Albugo candida) provocando una malattia chiamata “ruggine bianca”; questa si manifesta torcendo ed ingrossando l’asse fiorale.
Galleria fotografica