Boswellia
Boswellia

Boswellia è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Burseraceae, originarie del Pakistan.
In seguito al traffico delle spezie tra oriente ed occidente la pianta si è naturalizzata ed è stata presente per secoli in Arabia meridionale, (soprattutto Oman e Yemen), ed in Etiopia, dove è ancora attualmente sfruttata.
Tradizionalmente la pianta è detta “Pianta dell’incenso”, perché dalla corteccia si ottiene una gommoresina dal profumo molto intenso; è una delle piante (anche di diversa famiglia) che producono per essiccazione di tale gommoresine quello che è comunemente definito incenso.
Il nome specifico della più nota (Boswellia sacra) deriva dall’uso rituale sacro di bruciare la gommoresina essiccata, tale uso è comune in riti di diverse religioni.
Sono note quattro specie di Boswellia adatte per estrarre la resina. Di ogni specie il prodotto è distinto tradizionalmente in quattro “gradi” commerciali, tali gradi dipendono dal periodo di raccolta.
Una parte consistente della gommoresina è costituito da una sostanza gommosa (polisaccaridi), mentre il resto è formato da acidi pentaciclici, responsabili del profumo, in questo caso detti boswellici.
Le foglie sono caduche, alternate, composte ed imparipennate. La caducità è legata a periodi di riposo per estivazione, cioè la pianta va a riposo, perdendo le foglie e sospendendo la fase vitale, nel periodo più caldo ed arido.
Usi terapeutici
La boswellia viene utilizzata in medicina ayurvedica nei trattamenti per il diabete, per la febbre e alcune patologia cardiovascolari, dermatologiche e neurologiche.[1] Agli acidi boswellici vengono attribuite proprietà antinfiammatorie, antireumatiche e antidolorifiche, perciò sono indicati per combattere l’artrosi e anche l’artrite reumatoide in fase iniziale, in quanto bloccano la formazione dei leucotrieni (inibendo l’enzima 5-lipossigenasi), responsabili e mediatori chimici dell’infiammazione.[1]
Si è rivelato utile anche in altre patologie croniche come l’asma bronchiale e la colite ulcerosa.
Specie Boswellia carterii
Boswellia dalzielii
Boswellia frereana
Boswellia neglecta
Boswellia papyrifera
Boswellia rivae
Boswellia sacra
Boswellia serrata
Boswellia socotrana
Le proprietà della Boswellia
Famiglia: Burseraceae.
Habitat: originaria delle regioni subtropicali dell’Africa e dell’Arabia saudita.
Parte usata: la resina raccolta per incisione del tronco.
Preparazioni farmaceutiche consigliate: estratto secco nebulizzato e titolato in acidi boswellici min. 4%, come emerge dai dati della letteratura scientifica. Un estratto molto consigliabile è quello contenente il 65% di acidi boswellici. La sua dose giornaliera va da 7 a 11 mg. per kg di peso corporeo, suddivisi in due somministrazioni subito dopo i pasti.
Composizione chimica: è una pianta ricca di oleoresine, che sono miscele di resine e di oli essenziali. La frazione resinosa è composta principalmente da triterpeni. Si ritrova anche una certa quantità di gomme e di gommoresine.
Etimologia
Il nome serrata proviene da serra (sega) con riferimento al margine dentellato delle foglie. Sinonimi B. glabra Roxb, B. thurifera Roxb.
Botanica
Famiglia: Burseraceae
Descrizione: al genere Boswellia appartengono diverse specie tra cui B. sacra (Frankincese), B. frereana (African elemi), B.serrata (salai guggul). Quella attualmente ritenuta di maggior valore medicinale è la B.serrata. Si tratta di un albero di dimensioni da medie a grandi con una circonferenza di 1,2-1,8 metri ed un altezza di 9-15 metri. Produce un infiorescenza bianca a racemo di 10-12 cm. Nel loro paese d’origine è ritenuta una gradevole pianta ornamentale e viene utilizzata per alberare i viali.
Habitat: la B. serrata è nativa dell’India e del Pakistan, le altre specie correlate sono native anche di altre regioni quali l’Africa nord orientale e la Somalia.
Coltivazione: prevalentemente di raccolta spontanea. E’ alquanto resistente sia alla siccità che al gelo.
Tempo di raccolta: la oleo-gommo-resina viene raccolta da maggio fino a metà settembre quando le piogge ne interrompono di necessità la raccolta.
Parte utilizzata: oleo-gommo-resina che viene essudata dall’albero previa incisione della corteccia. Il prodotto è così definito in quanto effettivamente composto di resina, oli essenziali ed una frazione gommosa solubile in acqua. Si presenta in gocce di colorazione giallognola.
Principi attivi di riferimento
Alcuni terpenoidi in particolare gli acidi boswellici presenti soprattutto nella frazione resinosa.
Modalità di azione
Attività: la Boswellia possiede principalmente attività antinfiammatoria. L’azione antinfiammatoria risulta particolarmente interessante in considerazione dell’assenza di gastrolesività/ulcerogenicità della pianta.
Avvertenze: non sono noti dalla letteratura effetti collaterali o particolari precauzioni d’uso alle dosi raccomandate.
Utilizzi odierni più comuni
Usi erboristici: come antinfiammatorio nei disturbi del sistema osteomuscolare quali reumatismi, artrosi, etc., come coadiuvante nelle malattie infiammatorie intestinali ed in alcuni disturbi dell’apparato respiratorio.
Usi tradizionali: leggero espettorante, stimolante, diaforetico ed astringente.
Uso cosmetico: utilizzata sia nel trattamento della seborrea e pelle impura che per pelli sensibili e facilmente arrossabili.
Caratteristiche essenziali dei preparati ed utilizzo
Uso interno: preparazioni equivalenti a 100-400 mg di acidi boswellici al giorno.
Uso esterno: la Boswellia può essere utilizzata anche in unguenti e pomate sulle articolazioni e parti doloranti.
Storia, Folclore e Leggende
Avicenna (X sec.) la raccomandava nella dissenteria e nella febbre. I fumenti erano considerati utili per la bronchite e laringite. Veniva anche fatto infondere nel vino ed utilizzato come lavaggio antisettico nelle pestilenze. L’uso che forse più ci è noto è tuttavia quello cerimoniale. Secondo Erodoto l’incenso (Boswellia spp) per un ammontare di 1000 talenti in peso veniva offerto ogni anno sul grande altare del tempio di Babilonia. L’uso religioso dell’incenso era ugualmente comune in Persia, in Babilonia ed Assiria. Dai Romani l’incenso veniva utilizzato anche in cerimonie non religiose quali nelle occasioni di stato e vita domestica.