Cappero – Capparis spinosa Caparidaceae
Cappero - Capparis spinosa Caparidaceae

Piccolo arbusto sempreverde, originario del bacino mediterraneo e dell’Asia centro-meridionale, molto diffuso anche in Italia.
Generalità: Può raggiungere il metro di altezza, e generalmente si sviluppa come coprisuolo o appesa a muri a secco o lungo le spaccature della roccia. Ha aspetto disordinato, molto ramificato e denso; le foglie sono arrotondate, cuoiose, di colore verde scuro, cerose; i fiori sono grandi, decorativi, di colore bianco o rosato, molto appariscenti, sbocciano in estate.
In cucina si utilizzano i boccioli floreali e i frutti immaturi, che vengono conservati sott’aceto o sotto sale; hanno sapore molto intenso e piccante e vengono consumati in purezza, oppure utilizzati nella preparazione di salse o condimenti.
Esposizione: i capperi necessitano di posizioni molto soleggiate per svilupparsi al meglio; sono piante mediterranee e amano estati molto calde, con temperature anche superiori ai 35-40°C, e inverni miti, anche se possono sopportare brevi periodi di gelo non troppo intenso.
Annaffiature: non necessitano di grandi quantità d’acqua, preferendo la siccità agli eccessi di annaffiature.
Se coltivati in vaso necessitano di annaffiature solo quando il substrato è completamente secco da alcuni giorni.
Terreno: amano terreni poveri, asciutti, molto ben drenati. In natura crescono tra i sassi o nelle fessure di muri e rocce. Possiamo preparare un substrato ideale mescolando del terriccio per agrumi con una buona quantità di sabbia e di lapillo, in modo da ottenere un terriccio molto friabile ed incoerente.
Moltiplicazione: avviene per seme, utilizzando preferibilmente i semi freschi, che vanno seminati in gran numero data la scarsa germinabilità; se si reperiscono soltanto semi secchi è opportuno lasciarli alcune ore in acqua tiepida prima di seminarli. Solitamente alla fine dell’inverno si procede alla propagazione dei capperi utilizzando i rami potati come talee; in questo modo già in due anni si può ottenere una pianta con numerosi fiori.
Parassiti e malattie: generalmente i capperi non vengono colpiti da parassiti o da malattie.
Cappero di Pantelleria
Il cappero è diffuso nell’area mediterranea da tempo immemorabile.
In Italia, la superficie coltivata a cappero si aggira intorno ai mille ettari, distribuiti tra Liguria, Puglia, Campania e Italia insulare.
Il Cappero di Pantelleria IGP presenta bottoni fiorali di forma globosa, subsferica, raramente lunga o conica, di colore verde tendente al senape.
L’odore è aromatico, forte e caratteristico, mentre il sapore è aromatico e salato.
I cappereti destinati alla produzione del Cappero di Pantelleria IGP sono costituiti dalla specie botanica Capparis spinosa, varietà Inermis, cultivar Nocellara.
È ammessa una percentuale non superiore al 10% di altre varietà.
I capperi sono un prodotto noto ed apprezzato fin dall’antichità, vengono citati da autori come Dioscoride e Plinio. Un accenno alle loro virtù è addirittura presente nella Bibbia (Ecclesiaste dodicesimo 5).
In epoca moderna, notizie specifiche sono rintracciabili nel saggio del Prof. P. Calcara “Breve cenno sulla Geognosia ed Agricoltura dell’isola di Pantelleria” edito a Palermo nel 1855 su “Il Giornale della Commissione d’Agricoltura e Pastorizia in Sicilia”. Tale opera sottolinea già il valore economico commerciale del cappero per la società pantesca di allora: “Nella costa del mezzogiorno dell’isola e sulle rupi aride cresce spontaneo il cappero, del quale i poveri raccolgono i bottoni nel mese di luglio ed agosto pria della fioritura, e li vendono ad una classe di persone che dopo averli divisi secondo la grossezza li premono in salamoia e in aceto e poscia li mettono in commercio”.
A Pantelleria, grazie al connubio del suolo di origine vulcanica e al clima caldo e ventoso le piante di cappero si sono diffuse ovunque. Curioso è un metodo utilizzato dai panteschi per incentivare la coltivazione, che consiste nello “sparare” i semi di cappero con una cerbottana tra le fessure di un muro o tra le tegole di un tetto ben esposto.
I capperi prima di finire ad insaporire numerosi piatti tipici della cucina italiana, vengono essiccati al sole e poi messi con altri ingredienti, tramandati gelosamente da padre in figlio, in una salamoia dentro barili di legno per circa una settimana.
Non tutti sanno che questo gustosissimo bottone verde, non è il frutto della pianta ma è il suo boccio.
L’esperienza e la perizia dei contadini permette di poter ottenere da ogni arbusto una serie innumerevole di raccolti.
Per una corretta conservazione, il Cappero di Pantelleria IGP deve essere lasciato al naturale, sotto sale marino, evitando l’impiego di contenitori in plastica. Prima del consumo è quindi necessario eliminare il sale in eccesso, lavando il prodotto sotto l’acqua corrente. I capperi sono ingredienti d’eccellenza di numerosi piatti tipici della gastronomia italiana, in abbinamento a pasta, carne e pesce. Protagonista indiscusso nella pizza napoletana e in quella alla siciliana, il cappero è fondamentale anche nella preparazione degli spaghetti alla puttanesca, della salsa verde e del pesto “pantesco”, insieme a pomodori, origano, acciughe ed olive nere.
Gli Isolani sono soliti preparare una particolare frittura di capperi e patate, gustose e fresche insalate, ma anche delle salse con nepitella, mandorle e pecorino, per condire la pasta.
Capparis spinosa L.
Il cappero, nome scientifico Capparis spinosa L., appartiene alla famiglia delle Capparidaceae ed una pianta tipica delle zone mediterranee e si ritrova spontaneo, sempre addossato ai muri e lungo le scarpate.
Il cappero è una pianta annuale arbustiva a portamento strisciante. Ha un fusto molto ramificato che nella parte basale è lignificato. Le foglie sono lanceolate, di consistenza carnosa, provviste di picciolo e leggermente pelose.
I fiori sono solitari, ascellari e portati da un lungo peduncolo e di incredibile bellezza.
Il frutto è una capsula di forma ovoidale chiamata comunemente cucuncio.
Proprietà
Le proprietà del Cappero sono: antispasmodico, aperitivo, detergente, diuretico, tonico.
I Capperi freschi, non conservati sott’aceto contengono un flavone restauratore delle pareti dei vasi capillari.
Parti utilizzate della pianta
In erboristeria della pianta del cappero si utilizza la corteccia delle radici.
Per usi culinari i boccioli fiorali (i classici “capperi”) ed i frutti.
I fiori e le radici del cappero si raccolgono all’inizio della primavera, i frutti poco più tardi.
Le parti raccolte devono essere essicate in luoghi ventilati e bui .
Come si utilizza
Gli oli essenziali sono utilizzati per i massaggi.
Il decotto della radice del Cappero veniva utilizzato per lavare piaghe e ulcere.
Un tempo i medici usavano la scorza della radice come diuterica, astringente e antispasmodica.
Il suo uso in cucina è noto.
Fin dall’antichità questa pianta è conosciuta per i suoi boccioli fiorali che messi sotto aceto o sotto sale, danno i deliziosi “capperi” che tutti noi conosciamo ed apprezziamo.
Curiosità
Il Cappero è anche conosciuto come: zucchetta, girasoli, tapania, chiapparelle.
Avvertenze
Non ci sono segnalazioni o controindicazioni nell’uso del Cappero.