Cicoria – Cichorium intybus
Cicoria - Cichorium intybus

La Cicoria comune(nome scientificoCichorium intybus L., 1753) è una pianta erbacea, perenne con vivaci fiori di colore celeste, appartenente alla famiglia delleAsteraceae.
Nomi comuni :
Radicchio selvatico – Radicchio di cane – Radice amara
Cicoria matta o comune
Etimologia
Per il nome generico (Cichorium) di questa pianta è difficile trovare un’etimologia. Probabilmente si tratta di un antico nome arabo che potrebbe suonare come Chikouryeh. Sembra (secondo altri testi) che derivi da un nome egizio Kichorion, o forse anche dall’accostamento di due termini Kio (= io) e chorion (= campo); gli antichi greci ad esempio chiamavano questa pianta kichora; ma anche kichòria oppurekichòreia. Potrebbe essere quindi che gli arabi abbiano preso dai greci il nome, ma non è certo.
La difficoltà nel trovare l’origine del nome della pianta di questa scheda sta nel fatto che è conosciuta fin dai primissimi tempi della storia umana. Viene citata ad esempio nel Papiro di Ebers (ca. 1550 a.C.) e Plinio stesso nei suoi scritti citava questa pianta in quanto conosciuta nell’antico Egitto; il medico greco Galeno la consigliava contro le malattie del fegato; senza contare tutti i riferimenti in epoca romana.
Il nome specifico (intybus) deriva dal latino a sua volta derivato dal greco entybion col quale si indicava un’erba simile alla cicoria (ora chiamata genericamente “erba scariola”). Il binomio scientifico è stato definitivamente fissato dal botanico e naturalista svedese Carl von Linné (1707 – 1778) nella pubblicazione Species Plantarum del 1753; prima ancora però, questa pianta veniva chiamata variamente:Intubum sylvestre oppure Intubum sylvestris; solo poco prima diLinneo s’incominciò a usare costantemente il nome proprio diCichorium.
Gli inglesi chiamano questa pianta Chicory, i francesi la chiamanoEndive witloof ma anche Chicorée e i tedeschi Wurzelzichorieoppure Cichoriensalat ma anche Wegwarte.
Morfologia
Descrizione delle parti della pianta
La “Cicoria comune” raggiunge una altezza massima di 1,5 m (minimo 20 cm). Il ciclo biologico è perenne, ma a volte anche annuale; nel primo anno spunta una rosetta basale di foglie, mentre il fusto fiorale compare solamente al secondo anno di vita della pianta. La forma biologica della specie èemicriptofita scaposa (H scap): ossia è una pianta perennante con gemme poste al livello del suolo con fusto allungato e poco foglioso.
Radici
Radici secondarie da rizoma.
Fusto
Tipico portamento zigzagante del fusto
Località Samprogno, Mel (BL), quota 498 m s.l.m. – 26/7/2007
Parte ipogea: la parte interrata consiste in unrizoma ingrossato che termina in una radice afittone affusolato (a forma conica), di colore bruno scuro; ilrizoma è inoltre ricco di vasi latticiferi amari.
Parte epigea: la parte aerea si presenta eretta (a volte anche prostrata oppure ad andamento zigzagante) con una ramosità divaricata; la sua superficie è ricoperta da peli setolosi rivolti verso il basso e l’interno è cavo.
Foglie
Foglie basali: le foglie basali formano una rosetta e sonooblanceolate e pennatifide a margini roncinati (raramente interi); i segmenti sono più o meno triangolari.
Foglie cauline: le foglie cauline sono più piccole di quelle basali, ma hanno sempre la forma lanceolata con il margine dentato – lobato (o raramente intero), comunque progressivamente intero verso l’alto; sono sessili (e anche amplessicauli , ma sempre verso l’alto) e a disposizione alterna lungo il fusto.
Le foglie nascono in autunno, durano durante l’inverno, ma si seccano subito alla fioritura successiva, per questo è facile trovare piante con rami a soli fiori. La pagina fogliare può essere glabra (per le piante coltivate oppure per quelle che si trovano in luoghi erbosi) o molto pelosa (in quelle spontanee soprattutto in climi secchi e aridi). Il colore delle foglie è verde scuro, sulle nervature possono essere soffuse di rosso. Dimensioni delle foglie: larghezza 3 –5 cm; lunghezza 10 – 25 cm.
Infiorescenza
Capolino
Orto Botanico Conservativo Carlo Spegazzini (TV) – 15/6/2007
L’infiorescenza è formata da diversi fiori riuniti incapolini (quasi sessilioppure peduncolati – si tratta di un aspettodimorfico della pianta) disposti all’ascella delle foglie.
La struttura dei capolini è quella tipica delleAsteraceae : unpeduncolo sorregge uninvolucro cilindrico formato da più squame che fanno da protezione alricettacolo sul quale s’inseriscono i fiori di tipo ligulato; l’altro tipo di fiori, quelli tubulosi, normalmente presenti nelle Asteraceae, in questa specie sono assenti.
Le squame (o brattee) in totale sono da 10 a 15 disposte in due serie e cigliate; quelle esterne sono brevi, ovali e patenti (in tutto sono 5brattee), mentre quelle interne (da 8 a 10 brattee) sono lunghe il doppio di forma oblungo – lanceolate, erette ed conniventi. La forma delle squame è lanceolato – ovale oppure lanceolato – lineari con margini scariosi e apice ottuso. Il ricettacolo è piatto, nudo o leggermente peloso, ma comunque butterato. I capolini (numerosi da 8 a 25, eventualmente riuniti a gruppi di 2 – 3) in questa pianta sono fotosensibili, quindi si chiudono e schiudono con la luce del sole (e naturalmente col brutto tempo).
Dimensione dei capolini: larghezza 2 – 3 cm; dimensione deipeduncoli : 0 – 2 mm, oppure 12 – 85 mm (vedi sopra); dimensione dell’involucro : larghezza 3 mm; lunghezza 11 mm. Dimensione dellesquame esterne: 5 mm.
Fiori
Androceo e Gineceo
Orto Botanico Conservativo Carlo Spegazzini (TV) – 15/6/2007
I fiori sono tetra-ciclici (calice – corolla –androceo – gineceo),pentameri ed ermafroditi; il colore dei fiori è celeste (esiste anche una variante bianca – panna quasi rosata). I fiori si aprono al mattino presto mentre il pomeriggio inoltrato sono chiusi.
In generale i caratterimorfologici dei fiori di queste piante possono essere così riassunti:
Formula fiorale :
K 0, C (5), A (5), G 2 infero
Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
Corolla: i petali sono 5 con la porzione inferiore saldata a tubo (la parte superiore si presenta come un prolungamento nastriforme – ligula) terminante in 5 dentelli. Dimensione della corolla ; 12 mm.
Androceo: gli stami sono 5 con filamenti filiformi, liberi, mentre leantere sono saldate tra di loro e formano un manicotto circondante lo stilo; le antere alla base sono acute.
Gineceo: l’ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli; lo stiloè unico ma profondamente bifido e peloso.
Fioritura: questi fiori raggiungono l’antesi tra luglio e ottobre.
Impollinazione : impollinazione tramite api (i fiori sono comunque anche autofertili).
Frutti
Il frutto è un achenio ovoidale angoloso (quasi prismatico a 3 – 5 spigoli) e allungato, glabro a superficie liscia e terminante con una coroncina di squame; è circondato dal ricettacolo indurito (in questo caso persistente) e abbracciato dalle brattee dell’involucro (anche queste persistenti). Il frutto è sormontato all’apice da un breve pappopersistente composto da 40 – 50 brevissime (0,2 – 0,5 mm) setole disposte in 1 – 2 serie. Dimensione del frutto: lunghezza 2 –3 mm.
Distribuzione e habitat
Geoelemento : il tipo corologico (area di origine) è Cosmop.(Cosmopolita), ossia relativo a tutte le zone del mondo; ma è anche definito Paleotemp. (Paleotemperato), relativo alle zone temperate dell’Eurasia e America del nord e quindi può essere definito anche Eurasiat..
Diffusione: è comune in tutta l’Italia (meno frequente sul versante centrale del Tirreno e al sud); nel resto del mondo la si trova in tutti i continenti.
Habitat : questa pianta si può trovare ovunque; margini di sentieri, campi coltivati, terreni incolti, zone a macerie e ambienti ruderali, praterie ma anche aree antropizzate; inoltre essendo una pianta coltivata la si trova negli orti e colture industriali. Il substrato può essere sia calcareo che siliceo, il pH del terreno è basico con valori nutrizionali medi in ambiente secco.
Diffusione altitudinale: dal piano fino a 1200m s.l.m.; è presente quindi nel piano vegetazionale collinare e montano.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale:
Formazione : comunità perenni nitrofile
Classe : Artemisietea vulgaris
Ordine : Onopordetalia acanthii
Sistematica
La famiglia delle Asteraceae (o Compositae, nomen conservandum) è la famiglia vegetale più numerosa, organizzata in quasi 1000 generiper un totale di circa 20.000 specie.
Il genere di questa pianta (Cichorium) comprende una decina dispecie di cui quattro sono proprie della flora italiana.
Queste piante appartengono alla sottofamiglia delle Liguliflorae(capolini con solo fiori ligulati) e alla tribù delle Cichorioideae : piante per lo più laticifere con fiori ligulati perfettamente circolari e foglie sparse[1].
Variabilità
Questa specie è molto polimorfa e non è stata ancora studiata a fondo. Ad esempio nel meridione (e quindi con climi caldi) si presenta in diverse varianti (che secondo Pignatti rientrano nelle variabilità individuali; infatti da alcuni testi queste varianti sono considerate sinonimi della specie principale[2] ).
Nell’elenco che segue sono indicate alcune varietà e sottospecie(l’elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):
Cichorium intybus L. subsp. divaricatum (Schousboe) Bonnier & Layens (1894) (sinonimo = Cichorium endivia subsp. pumilum
Cichorium intybus L. subsp. foliosum (Hegi.) Janch. (1959) – Cicoria da foglia o Barba di cappuccino
Cichorium intybus L. subsp. glabratum (C. Presl) Arcangeli (1882)
Cichorium intybus L. subsp. intybus : è la specie più comune.
Cichorium intybus L. subsp. pumilum (Jacq.) Ball (1878) (sinonimo = Cichorium endivia subsp. pumilum)
Cichorium intybus L. subsp. sativum (Bisch.) Janch. (1959) – Cicoria da radici o Cicoria del caffè
Cichorium intybus L. subsp. spicatun Ricci : i capolini (da 10 a 18) sono riuniti in brevi spighe. Questa variante è stata osservata in Lazio e nell’Italia del sud.
Cichorium intybus L. var. apulum Fiori (sinonimo = Cichorium spinosum Groves, non L.) : ha un ciclo biologo annuo e la pelosità è ghiandolosa. Anche questa pianta è stata osservata al sud.
Cichorium intybus L. var. foliosum Hegi (1928)
Cichorium intybus L. var. glabratum (C.Presl.) Fiori : le foglie sono del tutto glabre (meno che sulla nervatura mediana); icapolini sono singoli, oppure riuniti a 2 -3. Si trova solo in Sicilia.
Cichorium intybus L. var. leucophaeum Gren. in Gren. & Godron (1850)
Ibridi
Alcune delle diverse varianti osservate al sud dell’Italia secondo alcuni autori potrebbero essere degli ibridi tra la specie della presente scheda e la specie Cichorium endivia L. subsp. pumilum(Jacq.) Hegi (sinonimo = Cichorium pumilum Jacq.).
Sinonimi
La specie di questa scheda, in altri testi, può essere chiamata con nomi diversi. L’elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Cichorium byzantinum G.C. Clementi (1857)
Cichorium casnia C.B. Clarke (1876)
Cichorium cicorea Dumort. (1829)
Cichorium commune Pallas (1776)
Cichorium glabratum C. Presl (1826)
Cichorium hirsutum Gren. (1838)
Cichorium perenne Stokes (1812)
Cichorium rigidum Salisb. (1796)
Cichorium sylvestre Lam. (1779)
Specie simili
Cichorium endivia L. (Cichorium pumilum in Pignatti) – Endivia selvatica : differisce soprattutto dal colore del fiore che è porpora, dai frutti che sono più piccoli (1,5 – 2,5 mm) ma con pappi più lunghi. Inoltre è una pianta a ciclo biologico annuo.
Usi
Farmacia
Sostanze presenti[3]: nelle radici sono presenti delle sostanze amare, ma anche zuccheri (contiene tre tipi di zucchero:destrosio, levulosio e Pentosipentoso), colina, inulina, potassio(poco), calcio e ferro, è presente inoltre acido dicaffeiltartarico (e altri derivati dell’acido caffeico).
Proprietà curative[3]: in generale la Cicoria stimola le funzioni, tramite depurazione e disintossicamento, dell’intestino, del fegato e dei reni grazie alle sostanze presenti nelle radici che hanno tra l’altro proprietà digestive, ipoglicemizzanti, lassative (ha proprietà purgative), colagoge (facilita la secrezione biliare verso l’intestino) e cardiotonica (regola la frequenza cardiaca). Dai fiori si possono estrarre dei liquidi utili per curare alcuni tipi di oftalmie. La polpa della radice può essere utile per alcune infiammazioni (proprietà antiflogistica).
Parti usate: per scopi medicinali si raccoglie la radice durante tutta l’estate e le foglie prima della fioritura.
Modalità d’uso: in genere si usano dei decotti oppure si formano degli sciroppi; dalle foglie macerate opportunamente si può ottenere una crema rinfrescante per il viso (combatte gli arrossamenti).
Controindicazioni: sembra (secondo voci tradizionali) che l’uso prolungato della cicoria riduca la funzione della retina[4]. Ma bisogna anche dire che la moderna letteratura scientifica contiene poca o nessuna prova a sostegno o a confutazione di una simile affermazione.
Cucina
In cucina l’utilizzo più frequente è quello delle foglie nelle insalate (fresche o cotte). Se si fa un uso costante delle foglie fresche si ottengono anche i benefici medicamentosi descritti sopra. Per evitare l’eccessivo gusto amaro le foglie vanno raccolte prima della fioritura o va eliminata la parte più interna.
La radice della pianta se tostata diventa un ottimo succedaneo delcaffè (pratica proposta a quanto pare nel 1600 dal medico e botanico veneto Prospero Alpini (1553 – 1617)[5]; inizialmente però come scopo terapeutico), utilizzo attivato soprattutto in tempi di guerra quando le importazioni del caffè subivano rallentamenti come ad esempio durante il periodo napoleonico in Europa, oppure per altri motivi in India, o ancora nella Germania Orientale del 1976 durante la “crisi del caffè”. La radice inoltre, se bollita, rappresenta una buona alternativa alimentare per il diabetico (l’inulina viene sopportata meglio dell’amido).
Anche se oggi questo alimento è messo in secondo piano, non dimentichiamoci che in passato era molto più utilizzato come ad esempio “pane e cicoria ripassata”. È grazie al popolo romano che, tra tutte le erbe spontanee, la cicoria è quella che maggiormente viene ricordata anche da chi in campagna non ci va mai. Anticamente esisteva il personaggio del ‘”cicoriao” che come mestiere raccoglieva nei campi questa pianta e poi la rivendeva nei mercati rionali. Attualmente la maggioranza dei piatti preparati con la cicoria rientrano nella categoria dei “piatti tipici regionali”, come ad esempio il martuoffolo, tipico del Sannio e dell’Irpinia a base di cicoria e patate, mentre in Puglia si aggiunge al puré di fave.
Varietà culinarie
La cicoria selvatica ha dato origine a molte varietà orticole (generalmente di cultivar antocianiche); qui di seguito sono elencate alcune:
Radicchio Rosso di Treviso
Radicchio Variegato di Castelfranco
Rosa di Chioggia o Cicoria variegata di Chioggia
Catalogna (cicoria) o Cicoria asparago
Cicoria brindisina[1]
Cicoria all’acqua
Radicchio di Bruxelles o Cicoria di Bruxelles o Cicoria di Witloof
Cicoria “barba di cappuccino”[6]
Biondissima di Trieste
Radicchio di Bruxelles
Radicchio Rosso di Chioggia
Biondissima di Trieste
Radicchio Variegato di Castelfranco
Radicchio Rosso di Treviso
Industria
Dalle foglie si ricavano coloranti blu. Dalle radici viene ricavato del “biocarburante” in quanto l’amido inulina facilmente può essere convertito in alcol. I fiori inoltre contengono degli acceleratori dell’attività batterica utili nella fermentazione dei “compost”. Recentemente dalla radice di Cicoria è stato estratto un sciroppo (come per le barbabietole), ma anche è stata usata (la radice) come dolcificante nel settore alimentare. La radice di cicoria viene usata anche nella produzione della birra: alcuni produttori la usano torrefatta per migliorare il sapore delle loro birre. Nell’industria dell’allevamento spesso nel foraggio vengono immesse delle quantità di cicoria in quanto si è riscontrata una sua capacità di eliminare i parassiti interni degli animali.
Coltivazione
La coltivazione della cicoria non è molto impegnativa, si tratta di una specie abbastanza rustica e quindi resistente sia alle basse che alla alte temperature. Si deve vangare bene il terreno (abbastanza in profondità) e quindi aggiungere del letame e concime minerale. La semina va fatta a seconda della varietà (evitare i mesi più freddi) e durante la crescita è bene spolverare le giovani piantine con nitrato di calcio. Se si vogliono ottenere dei cespi compatti e croccanti allora si deve attivare la tecnica della “forzatura”; le radici giovani vanno tagliate e messe in cassoni al coperto sotto del terriccio umido. Dopo un mese compaiono le foglie bianche dal delicato gusto chiamato anche “Radicchio o Cicora di Bruxelles”. Se si vuole accelerare la crescita bisogna riscaldare i cassoni.
Avversità
La cicoria può essere attaccata in superficie da afidi e lumache; in profondità dalle larve di maggiolini e dai grillotalpa. Un altro possibile pericolo per queste piante è il marciume (da funghi tipo Botrytis oPeronospora) che può essere bloccato sia evitando habitat caldo-umidi che trattando le piante con prodotti a base di zolfo.
Galleria fotografica
Località Praloran, Limana (BL), quota 319 m s.l.m. – 2/9/2006
Orto Botanico Conservativo Carlo Spegazzini (TV) – 15/6/2007
Bibliografia Wolfgang Lippert Dieter Podlech, Fiori , TN Tuttonatura, 1980 .
Roberto Chej, Piante medicinali , Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1982 .
Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume primo , Milano, Federico Motta Editore, 1960. pag. 598
Sandro Pignatti, Flora d’Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982. pag. 222 ISBN 88-506-2449-2
AA.VV., Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004. pag. 620
Note ^ a b Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta, Milano, Federico Motta Editore, 1960.
1. ^ Flora Europaea – Royal Botanic Garden Edinburgh. URL consultato il 12-11-2008.
2. ^ a b Roberto Chej, Piante medicinali , Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1982 .
3. ^ Plants For A Future. URL consultato il 10-11-2008.
4. ^ Sandro Pignatti, Flora d’Italia, Bologna, Edagricole, 1982. ISBN 88-506-2449-2
5. ^ Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta , Milano, Federico Motta Editore, 1960.
Cichorium intybus
nutritiva, remineralizzante, depurativa, diuretica, leggermente lassativa, aiuta nei problemi di fegato,
Cicoria – cichorium intybus L.
Famiglia delle Asteraceae, Composite
Erba biennale perenne con radice a fittone fusiforme, i fiori sono di colore blu brillante originaria dell’Europa e dell’Asia, naturalizzata anche in Nord America, alle Cicoriacee appartengono anche la cicoria selvatica, le riccie, la scarola, l’indivia.Sin dall’antichità la cicoria era considerata come il miglior depuratore del sangue Galeno chiamava la cicoria amica del fegato
Il nome deriva da “Kichorion”, nome di origine egiziana, o da “Kio” io vado, o “chorion” campo, perché si trova nei campi
Parti impiegate, radice, parti epigee essiccate, raccolte in autunno, e le foglie
Componenti
Polifenoli, acidi organici amari, fibre, inulina, soprattutto contenuti nelle foglie, glucidi, vitamine del gruppo B, vitamina C, vitamina K, provitamina A. principi amari, albumina, Sodio, potassio, Cloro, Sodio, Manganese, calcio, ferro, zinco, rame, magnesio, fosforo, aminoacidi liberi indispensabili, protidi, lipidi, amido, acido cicorico, tannini, aminoacidi, colina, zuccheri, mannite, lattoni sesquiterpenici presenti sia nella radice che nelle foglie che gli conferiscono il sapore amaro e le proprietà eupeptiche, lattucuna e lattucopirina, acido dicaffeiltartarico nelle foglie e sali minerali
Le Radici contengono inulina, fruttosio, glucosio, principi amari, lattucina, lattucopicrina, intibina, cicorina, esculetin-7-glucoside, a-lattucerolo, tarassasterolo, tannini, zuccheri, mannitosio, pectine, oli fissi, colina,
la Radice tostata, contiene pirazine, benzotiazoli, aldeidi, idrocarburi aromatici, furani, fenoli, acidi organici, acetofenone, caratteristico della cicoria tostata,alcaloidi indolici, B-carboline, armano e norarmano
Le Foglie, i Fiori i Germogli, contengono inulina, fruttosio, colina, resine, acido cicorico, acido di-caffe-oil- tartarico, esculetina, esculina, esculetin-6-glucoside, cicorina, acido caffeico, acido clorogenico, ha una attività batteriostatica, colina, zuccheri, aminoacidi, cicoriina
Attività’
Nutritiva, rimineralizzante, antianemica,eupeptica, depurativa, diuretica, aperitiva tonico amara, stomachica, coleretica,colacoga, leggermente lassativa,febbrifuga, vermifuga, utile nel Drenaggio e nelle terapie Dimagranti
Ha una attività non irritante e può essere consigliata anche in età pediatrica, migliora il transito intestinale, aiuta nelle turbe digestive come il meteorismo, ed è ottima come depurativo per la presenza dell’acido dicaffeiltartarico, e per questo può rientrare come coadiuvante nei trattamenti dimagranti, se usata regolarmente, le sostanze amare della cicoria la lactucina e la lactucopicrina presenti nelle radici sono in grado di antagonizzare le proprietà stimolanti della caffeina
La cicoria è utile nelle dispepsie biliari e stitichezza cronica, blando sedativo, tonica, è utile come amaro, per risolvere i problemi digestivi, e come diuretico nel trattamento di calcoli e problemi epatici, come epatiti, è utile anche nella anemia, nelle astenie, nell’insufficienza biliare, nell’ittero, nelle coliche epatiche, nella congestione della milza, nella dermatosi, nella atonia, gastrica, nell’artrite, gotta, renella, litiasi, infezioni urinarie, stitichezza, idropisia, astenia, la cicoria tostata è particolarmente adatta per gli epatici, ha anche una azione ipoglicemizzante
Avvertenze, sentire il proprio medico nell’uso in gravidanza e allattamento
La radice è a fittone grigio-giallastra all’esterno e biancastra all’interno.
Il fusto è alto fino a un metro e ramificato fin dal basso dove è ricoperto dai petali setolosi.
Le foglie sono di due tipi: basali (alla base della pianta) e caulinari (del fusto).
Le foglie basali spuntano in autunno, si mantengono in inverno e si seccano durante la fioritura.
Sono picciolate, di forma lanceolata e allungata, con il margine roncinato.
Le foglie caulinari sono più piccole delle basali, lanceolate e sessili.
I fiori sono raggruppati in capolini e di colore azzurro, tutti ermafroditi.
Si aprono al mattino e si chiudono la sera e nei giorni di pioggia.
La Cicoria spontanea si trova dal mare ai monti, soprattutto nei prati e nei campi.
E’ coltivata in numerose forme.
Della Cicoria si usano le radici e le foglie.
Si raccolgono le radici in settembre-ottobre oppure nella primavera successiva prima che la pianta entri in attiva vegetazione.
Le foglie si raccolgono al secondo anno di vegetazione, in maggio-giugno, prima della fioritura.
Le radici si essiccano poi al sole o in stufa a bassa temperatura; le foglie si dispongono in strati sottili all’ombra.
Entrambe si conservano in sacchetti di carta o tela in luogo asciutto
Il nome deriva da “Kichorion”, nome di origine egiziana, o da “Kio” io vado, o “chorion” campo, perché si trova nei campi.
Sin dall’antichità la cicoria era considerata come il miglior depuratore del sangue Galeno chiamava la cicoria amica del fegato.
Polifenoli, acidi organici amari, fibre, inulina, soprattutto contenuti nelle foglie, glucidi, vitamine del gruppo B, vitamina C, vitamina K, provitamina A. principi amari, albumina, Sodio, potassio, Cloro, Sodio, Manganese, calcio, ferro, zinco, rame, magnesio, fosforo, aminoacidi liberi indispensabili, protidi, lipidi, amido, acido cicorico, tannini, aminoacidi, colina, zuccheri, mannite, lattoni sesquiterpenici presenti sia nella radice che nelle foglie che gli conferiscono il sapore amaro e le proprietà eupeptiche, lattucuna e lattucopirina, acido dicaffeiltartarico nelle foglie e sali minerali
La Cicoria stimola l’appetito, regola le funzioni dell’intestino, del fegato e dei reni, favorendo la secrezione della bile e la diuresi con conseguente effetto depurativo e disintossicante generale che si riflette anche sull’aspetto della pelle.
Uso interno:
Per depurare l’organismo.
Infuso di cicoria
Ponete in infusione 20 g di cicoria in ½ l di acqua bollente. Lasciate riposare per 10 minuti, quindi filtrate. Contro la stitichezza berne 1-2 tazze al mattino a digiuno
Decotto di cicoria
Bollite 1 manciata di cicoria (radici essiccate e sminuzzate) per mezz’ora in 1 l d’acqua; filtrate.
Bevetene 1 tazzina prima dei pasti contro la mancanza di appetito.
Decotto di cicoria
Miscelate 200 g di cicoria (foglie e radice), 30 g di carciofo (foglie) e 10 g di gramigna. Bollite il tutto in 1 1 d’acqua per 7-8 minuti, filtrate.
Consumate per 15-20 giorni 1 bicchiere al mattino a digiuno come rimedio contro l’arteriosclerosi.
Questo decotto è utile anche per depurare fegato e reni e per combattere le forme artritiche.
Decotto alla cicoria
Dopo aver frantumato finemente 150 g di cicoria (radici e foglie), 30 g di carciofo (foglie) e 15 g di gramigna (rizoma), poneteli a bollire per 20 minuti in 1 1 d’acqua bollente, quindi filtrate.
Consumatene 1 tazza al giorno, al mattino a digiuno per controllare il tasso di colesterolo.
Uso esterno:
Come rinfrescante, emolliente, disarrossante.
Polpa (delle radici cotte): applicare sulla parte interessata interponendo una garza.
Maschera alla polpa di cicoria
Utilizzate la polpa delle radici di cicoria per preparare una maschera emolliente. Sarà sufficiente schiacciarle per bene e stenderne la polpa sulla cute interponendo una garza sottile.
Le foglie della cicoria sono da sempre considerate come una delle migliori insalate selvatiche. Ottima lessata e stufata. Con le radici veniva ottenuto un surrogato del caffè.
Ricette : Crema alla cicoria Frittata di cicoria Minestra maritata semplice Zuppa di fave e cicoria Insalata di cicoria forte