Coda cavallina
Coda cavallina

L’Achillea, pianta dall’odore grato e penetrante, è alta fino a cinquanta centimetri e ha delle foglie strette con divisioni sottilissime. In cima allo stelo si notano fiori bianchi con tenui sfumature rosacee.
Nome: Equisetum arvense L.
Raccolta: Nei mesi più caldi.
Proprietà: Diuretico, rimineralizzante, astringente, cicatrizzante.
Famiglia: Equisetacee.
Nomi comuni: Codicchio, saurin erba spiela, bisti, coda di capra, erba rugna, coda di volpe,pinetta, coa de gattu.
Habitat: Fino alle prime pendici montane in luoghi umidi dell’Italia settentrionale.
Parti usate: I fusti.
Conservazione: Devono essere essiccati al sole oppure in forno e quindi conservati in luoghi secchi ed asciutti.
Uso: Decotti ed infusi per uso interno ed esterno.
Note: Nel passato la coda cavallina era molto utilizzata in agricoltura, come fertilizzante oppure per combattere la ruggine
Achillea – Achillea millefolium
Habitat: terreni incolti dal piano alla zona montana.
Fiorisce dall’estate all’autunno e tutta la pianta fiorita è medicinale. Le sue qualità terapeutiche sono note fin dall’antichità. È una pianta utilissima per calmare gli spasmi uterini, nella cura delle malattie nervose, dell’asma. Viene inoltre usata per arrestare qualsiasi emorragia esterna ed interna, utilizzandola in decotto o in infuso oppure applicandola, tritata finemente, sulle ferite o sulle piaghe. Frena le diarree, favorisce le funzioni urinarie ed è un potente antiemorroidale.
In questi casi si usa l’infuso preparato versando mezzo litro di acqua bollente su una manciata di sommità fiorite di Achillea secca. Infuso e decotto sono sempre consigliabili come antispasmodici, nelle debolezze di stomaco, nelle cattive digestioni e nelle acidità. Nelle emorroidi purulente e nelle ulcere varicose si può impiegare per lavaggio un infuso concentrato (pari peso di acqua e di erba). Dopo il lavaggio, l’erba residua sarà applicata tiepida sulle parti dolenti. Un ottimo vino di Achillea, curativo, nella misura di due bicchieri al giorno, delle malattie sopra elencate, si ottiene lasciando macerare due manciate di erba in un fiasco di generoso vino bianco.
Achillea – Coda cavallina – Menta
Coda cavallina – Equisetum arvense
Habitat: luoghi incolti dal piano alle zone montane.
È una pianta alta una ventina di centimetri, di colore verde scuro, a forma di piramide o, meglio, di un pino in miniatura. I rametti sono nudi, nodosi. Cresce spontanea nei luoghi incolti, lungo i margini delle strade, nei posti umidi e sassosi. È una pianta preziosa nella farmacia casalinga, usata fin dall’antichità. Prezioso ed altamente terapeutico è il decotto che si prepara facendo bollire una manciata di pianta secca in mezzo litro d’acqua per cinque minuti. Esternamente il decotto serve per impacchi su piaghe purulente e su ferite. Per uso interno il decotto si prende nella misura di tre tazzine al giorno per la cura della cistite e dei disturbi della prostata. La coda cavallina è una pianta diuretica per eccellenza, per tutti coloro che devono lavare il sangue e far lavorare i reni senza stancarli. Nella fastidiosa ritenzione di urina si prende una tazza abbondante di decotto e successivamente un cucchiaio ogni mezz’ora. Il decotto viene pure usato nelle emorragie nasali, aspirandolo freddo più di una volta, nelle infiammazioni delle gengive o del palato, utilizzandolo per gargarismi. Anche gli occhi infiammati o lacrimanti guariscono in breve tempo se lavati più volte al giorno con il decotto freddo, al quale possono aggiungersi alcuni petali di rose rosse.
Grazie ai suoi effetti emostatici il decotto di equiseto viene usato sia per via orale, sia per frequenti lavaggi ed impacchi in caso di emorragie da emorroidi.
Nei sudori notturni eccessivi o negli stati di debolezza, una tazzina di decotto freddo, presa prima di coricarsi, ha degli effetti veramente benefici. Per chi al decotto preferisce un delicato ed altrettanto efficace vino di equiseto se lo può preparare lasciando macerare per alcuni giorni due manciate della pianta secca in un fiasco di vino. A parte ogni altra posologia terapeutica, un buon bicchiere al giorno di questo vino costituirà una sicura fonte di salute e di benessere.
Habitat: selvatica e coltivata dal piano alle zone submontane.
Mentha Piperita
La menta è una piantina che cresce spontanea un po’ dappertutto e conta numerosissime varietà. Se tutte hanno proprietà medicamentose, la migliore è senza dubbio la Mentha piperita che troviamo generalmente nei luoghi asciutti. Il suo profumo molto accentuato ed il suo aroma particolarmente piccante sono dati da numerosi oli eterei, il principale dei quali è il “mentolo” che, in piccolissime stille, è celato nelle sue foglie e nei petali dei fiori. Il tempo migliore di raccolta della menta è prima dell’inizio della fioritura. Si secca rapidamente ed accuratamente al sole e si ripone in un vaso a chiusura ermetica. Un cucchiaio di foglie di menta sminuzzate in una tazza di acqua bollente costituisce un ottimo calmante nelle manifestazioni nervose più disparate. L’infuso, ottenuto mettendo a macero in due tazze d’acqua bollente un pizzico abbondante di foglie di menta, è un ottimo tonico-digestivo che si beve sia prima che dopo i pasti. Un infuso un po’ più forte (30-40 grammi di menta in due tazze d’acqua) è carminivoro, favorisce cioè l’espulsione dei gas intestinali. Colagogo, favorisce cioè le funzioni biliari con benefici effetti sul fegato. Infine, la menta è diuretica, vermifuga, antisettica e tutte queste sue caratteristiche spiegano perché questa pianta veramente miracolosa trova un larghissimo impiego nella preparazione di numerose tisane, confetti, di pastiglie, di paste dentifrice, di bevande, di gomme da masticare, di liquidi usati per gargarismi nella cura di tonsilliti ed angine.
Ferrante Cappelletti Dalle erbe la salute Piante medicinali dell’arco alpino Publilux Trento 1977
Proprietà:
astringenti, depurative, diuretiche, rimineralizzanti, antiinfiammatorie, vulnerarie.
Pianta singolare, dai fusti sterili (privi di foglie, fiori o semi) simili ad asparagi in primavera, e poi si traforma in una curiosa felce all’arrivo del caldo.
E’ un eccellente remineralizzante, insieme ad altre proprietà.
Credo sia una pianta perenne, o quantomeno abbastanza infestante e molto resistente (lo vedo dalle infestazioni nell’orto), e si moltiplica con le spore rilasciate dai fusti sterili di colore grigiastro (perchè privo di clorofilla) e dotato di uno strobilo alla sommità, appunto simile a quello dell’asparago.
L’ho usata con buoni risultati spruzzandone l’infuso sulle piante contro i parassiti, insieme all’ortica e alla felce normale; validissima anche come concimante (visto che è remineralizzante) anche nell’orto, può esserne versato il macerato insieme all’acqua una volta ogni quindici giorni.
Una delle caratteristiche fondamentali della Coda cavallina, è l’elevato contenuto in silice che ne fa una delle piante rimineralizzanti più valide ai nostri giorni. L’acido silicico avrebbe la proprietà di aumentare l’elasticità dei tessuti e di giovare alla ricostruzione dello sheletro, per cui da taluni viene proposto un trattamento a base di Coda cavallina per accelerare la guarigione dalle fratture.
Nell’ambito di un uso esterno tradizionale è impiegata nei disturbi emorroidali, per le perdite di sangue dal naso, per le varici, per i pruriti e per le infiammazioni delle mucose della bocca e della gola.
Per prepararne l’infuso, lasciarne una manciata a macerare nell’acqua per 24 ore.
Per la raccolta, consultare l’Agenda del Raccolto.
Altri usi
Infuso
Ponete in infusione 30-40 g di equiseto in 1 litro d’acqua bollente e lasciate riposare per 10 minuti.
Zuccherate a piacere, colate e filtrate.
Tintura
20 grammi in 100 ml di alcool di 20° (a macero per 8 giorni). Due – tre cucchiaini
Decotto
Si prepara mettendo 70 gr. di rami seccati al sole in mezzo litro d’acqua. Calma l’affanno, scioglie i calcoli renali e la renella, è cura efficace nelle affezioni epatiche, renali, artritiche e nell’artrosi.
Polvere di equiseto
Impastate 1 cucchiaino di coda cavallina (pianta) in polvere con miele o marmellata e assumetelo tre volte al giorno per combattere la tendenza alle emorragie.
Uso esterno
La parte aerea della pianta : per detergere le ferite, fermare le emorragie nasali, lenire le pelli infiammate, bruciore di gola e le infiammazioni emorroidali.
Bagno di coda cavallina
Ponete a macerare 100 g di coda cavallina (fusti sterili) per 1 notte in 1 l d’acqua fredda.
Quindi fate bollire per 3-4 minuti a fuoco lento, lasciate riposare in infusione per 15 minuti, poi filtrate e aggiungete il liquido ottenuto all’acqua del bagno, dove vi immergerete per 20 minuti per combattere i disturbi dovuti a vescica debole.
La cenere di equiseto, ricca di silicio, cura le piaghe e le ulcere.
Uso cosmetico
Una manciata di droga infusa nell’acqua calda del bagno è utile per le pelli rilassate e rugose.
Una pianta comune nei luoghi umidi di tutta Italia, è quella della coda cavallina. Questa pianta è ricca di silice e la droga è costituita dalla pianta intera, tagliata e seccata, la quale contiene, oltre al silice, un amaro, tannino, un alcoide. Segui la guida per la preparazione.
Occorrente
• Pianta di coda cavallina
Per preparare questa droga dobbiamo fare il decotto, quindi prendete cinquanta grammi di pianta secca. A parte, prendete una pentola e mettete dentro cinquecento grammi di acqua, quindi accendete il fornello, versate dentro la pianta secca e attendete che l’acqua arrivi ad ebollizione. Appena l’acqua comincia a bollire, lasciate la fiamma accesa per altri trenta minuti.
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Trascorso questo tempo necessario alla preparazione del decotto, spegnete il fornello e prendete un colino da cucina. Travasate la bevanda attraverso il colino eliminando i residui della pianta. A questo punto, lasciate raffreddare il decotto del tutto. Di questo decotto dovete prenderne un cucchiaio da tavola ogni ora.
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Il decotto così preparato, da bersi freddo, viene prescritto in tutti i casi ove occorra aumentare la diuresi o dove necessiti una purificazione delle vie urinarie. Una cosa molto importante è quella di acquistare le erbe presso erboristerie o farmacie e comunque sempre con la supervisione del vostro medico curante.