Enula campana
Enula campana

Pianta perenne, robusta, alta da 1 a 2 metri, inferiormente vellutata e ramificata. Fusto eretto, grosso, striato, pubescente.
Nomi comuni
inula
Nome Botanico
Inula helenium L.
Famiglia
Compositae.
Caratteristiche botaniche
Pianta erbacea perenne con foglie dentate e fiori a capolino gialli.
Habitat
Europa (in Italia, in particolare Sardegna e Isola del Giglio), Asia.
Proprietà ed indicazioni secondo medicina popolare
• Parti utilizzate:
• radice.
Attività: espettorante, diuretica, diaforetica, stimolante dell’appetito e della digestione, emmenagoga, battericida, cicatrizzante, antipruriginosa.
Uso interno: affezioni respiratorie (tosse, bronchiti), affezioni epato-biliari, disturbi gastro-intestinali, amenorrea, dismenorrea.
Uso esterno: affezioni della pelle (eczemi, herpes), ulcere, punture di insetti, prurito.
Proprietà ed indicazioni terapeutiche confermate da ricerche scientifiche
Mancano studi sull´uomo.
Avvertenze:
Può dare reazioni allergiche. Vista la mancanza di dati scientifici, in via precauzionale sconsigliata in gravidanza.
Nome botanico latino. Inula helenium L.
Famiglia botanica. Composite.
Nomi internazionali. It.: Enula. Fr.: Grande Aunèe. Ingl.: Elecampane. Ted.: Echter Alant. Sp.: Ala.
Nomi volgari. Enula, Campana, Elenio, Erba dello stomaco, Antiveleno.
Descrizione botanica. Rizoma nodoso, spesso carnoso, lungo, esternamente bruno-rossastro, all’interno biancastro, odore forte e sapore amaro, acre, aromatico. I fiori di colore giallo, sono disposti a capolini grandi con un diametro di 6-7 centimetri, con le brattee esterne carnose alla base e appendice fogliacea e ricurva in fiori all’apice. I fiori della periferia sono femminili, ligulati; i mediano ermafroditi, con corolla tubulosa. Involucro di foglioline embricate, cotonose, largamente ovali. Foglie grandi, alterne, spesse, lanceolate, dentate, verdi nella pagina superiore, tomentoso-biancastre nella inferiore; le caulinari sessili, amplessicauli, cordiformi. Achenio tetragono, troncato alla sommità, glabro. Questi frutti (acheni), hanno un pappo di setole rossigne, in cima.
Dove si trova. Nei luoghi sassosi, prati, campi umidi, fossi, margini delle strade e dei boschi dell’Europa, Asia occidentale, Giappone, America settentrionale. Nel meridione è piuttosto rara. Zone montane dell’Italia settentrionale.
Parti usate. Il rizoma o radice, che si raccoglie in autunno o in primavera; è bruna all’esterno, bianchiccia dentro, con sapore aromatico, odore forte, amaro. Talvolta si usano anche i fiori; la radice dev’essere del secondo o terzo anno.
Fioritura. Da maggio a ottobre.
Tempo balsamico. Primavera e autunno, sempre babando che tale radice sia del 2° o 3° anno.
Composizione chimica. La radice contiene alantolattone o elenina, inulina, un olio volatile nel quale si trovano alantolo, isoalantolattone, acido alantico; pectina, mucillagine, una resina, una sostanza analoga alla canfora, sali di magnesio, potassio e calcio. Come tutte le radici delle composite questa dell’Enula campana ha il 40% di inulina e principi similari.
Azioni farmacodinamiche. Antisettica delle vie respiratorie, aperitiva, bechica, coleretica, digestiva, diuretica, emmenagoga, stimolante delle mucose, sudorifera, tonica. L’essenza dell’enula è tossica, perciò le dosi si devono rispettare.
Applicazioni terapeutiche. E’ un medicamento efficace per le vie respiratorie, perché esercita un’azione topica cicatrizzante. Calma l’eccitazione eccessiva della laringe, calma la tosse, e rende facile l’espettorazione. Per questo si prescrive nei catarri laringei, polmonari e dei bronchi. Viene pure usata per trattare la leucorrea. Viene eliminata attraverso le vie respiratorie e per questo si può ritenere un buon drenatore delle vie aeree. Le sue proprietà antisettiche risultano specifiche contro il bacillo della tubercolosi. Efficacia certa nella cura della tosse convulsa, specialmente quando viene associata al timo composto. Utile nella demorfinizzazione, specialmente se associata alla berberis. Ciò è di sollievo per i morfinomani, evitando di farli ricadere. Polmoni e stomaco sono due organi sui quali l’Enula agisce assai bene. Perciò si usa nell’asma umida e secca, bronchite cronica, dispnea, enfisema, faringite, laringite, tosse, tracheite. Ma è innegabile che si fa sentire nell’acolia, cistite, clorosi, diarrea infantile, dismenorrea, dispepsia atonica, endometrite catarrale, enteralgia, epatomegalia, insufficienza epatica, itterizia, leucorrea, nefrite, pielonefrite.
Preparazioni e dosi.
Decotto della radice tagliata in pezzetti, 10-20 grammi bollita per 10 minuti in ¼ di litro di acqua, tre tazzine al giorno.
Infuso 15-30 grammi di radice in un litro di acqua o vino per 48 ore. Si prende a tazzine, 2-4.
Tintura 2-10 grammi. Si prepara con 20 grammi di estratto in 80 gr. d’alcool a 20°: 2-3 cucchiaini.
Polvere: 2-10 gr. in ostia durante la giornata.
Tratto dal Grande Erbario Medicinale
di Tommaso Palamidessi
Enula
Inula helenium
Il termine scientifico Inula helenium è composto da due vocaboli che hanno la stessa origine. Infatti si suppone cheinula sia un prestito del latino popolare dal greco helénion con metatesi – trasposizione – delle consonanti l-n in n-l, come accade per esempio nell’italiano padule equivalente a palude. Non fatevi intrappolare da padulo, l’uccello che vola dritto al culo, in quanto si tratta di una riesumazione a fini burleschi di un antico padulo equivalente a padule. Anche helenium deriva, ma in modo esplicito, dal greco helénion che significa enula in Dioscoride I,29 e che si ammette derivi da Helénë, Elena , moglie di Menelao e sorella dei Dioscuri .
Ma la confusione non è ancora finita. Esiste in questo capitolo di Dioscoride anche un helénionegiziano – Alterum Helenii genus in Aegypto gigni Cratevas tradit – che è strisciante come il timo serpillo , e secondo Plinio questa pianta egiziana, non la nostra enula, prese il nome da Elena in quanto nacque dalle sue lacrime quando approdò – Pausania dice dopo la caduta di Troia – su un’isola del mare Egeo: Helenium e lacrimis Helenae dicitur natum, et ideo in Helene insula laudatissimum (XXI,59).
Quest’isola posta a est dell’apice meridionale dell’Attica ricevette il nome di Elena ma era anche detta Mákris in quanto lunga e stretta: L’aggettivo greco makrós sì che significa vasto, grande, ma in prima istanza significa esteso, lungo, espresso in latino da macer = magro, scarno, esile. Oggi infatti quest’isola si chiama Makrónisos, Μακρόνησος in greco, cioè, isola lunga, come lo è Long Island su cui giace buona parte di New York. Solo che Long Island è lunga 190 km e larga circa 36, mentre Makrónisos si allunga per soli 11,2 km e il suo punto più largo raggiunge 2,6 km.
Invece per la nostra enula – Inula helenium -la mitologia tira pur sempre in ballo Elena ma ammette che la stringeva in mano quando venne rapitada Paride per essere trasbordata a Troia. Di seguito troverete in altre fonti altre interpretazioni sia per inulache per helenium.
Inula helenium: pianta della famiglia Composite o Asteracee. È un’erbacea perenne dei luoghi erbosi umidi dell’Europa, Asia temperata e America Settentrionale; ha radice carnosa, aromatica, amara e fusto grosso, alto fino a circa 1 m, villoso, ramificato e corimbo; le foglie sono ampie; oblunghe, dentate, scabre superiormente e tomentose sulla pagina inferiore, le inferiori picciolate e le superiori sessili. I capolini sono giallo-dorati; i frutti sono acheni glabri, privi di pappo. Se ne usa la radice, dotata di proprietà eupeptica, coleretica, balsamica, antispasmodica e diuretica e rappresenta una delle fonti più notevoli di inulina , assai importante in medicina.
Inula helenium
Enula campana – Viola campana – Ella – Lelia
Descrizione – Pianta perenne della famiglia Composite con grosso rizoma carnoso ramificato e con fusto molto robusto alto fino a 150-200 cm, nella parte inferiore ricoperto di peli ispidi, mentre superiormente è solo pubescente. Le foglie basali grandissime , lunghe anche 70 cm, portano un lungo picciolo, apice acuto e la superficie coperta di peli. Le foglie del caule sono alterne, spesse, tomentose disotto, mentre quelle superiori sono sessili e cordato-amplessicauli. I fiori sono riuniti in grossi capolini di 6-7 cm. di diametro, che formano una infiorescenza corimbosa rada. I capolini hanno un involucro con una serie di brattee quasi simili a piccole foglie, con fiori giallo-dorati e ligule raggianti molto lunghe. L’impollinazione avviene tramite farfalle e api. Il frutto è un achenio cilindrico con pappo di peli lunghi.
Antesi – luglio-settembre
Tipo corologico – Europa Sud Orientale e Asia Occidentale
Distribuzione – È diffusa nella pianura padana, nell’Italia centrale, mentre è rara al Sud e nelle isole.
Habitat – In vicinanza dei fossati, siepi, in prati umidi fino a 800 mt. Veniva coltivata per scopi medicinali; sfuggita alle coltivazioni, la si trova un po’ ovunque.
Etimologia – Inula deriva dal grecoinéein o ináein che significa svuotare, evacuare, purgare, per le proprietà medicinali contenute nelle radici di varie specie di questo gruppo. Mentre il nome della specie helenium pare derivi dal greco Elena, che secondo la leggenda stringeva l’enula in mano quando partì alla volta di Troia.
Utilizzi e Curiosità – Dall’antichità a oggi le virtù dell’Enula campana e la sua fama non si sono affievolite. La sua radice è la parte più attiva. Infatti il suo rizoma essiccato, si usa per via orale per la ricchezza di un particolare olio volatile, l’enulina, principio attivo, che esercita una utilissima attività fluidificante,soprattutto nel trattamento dei disturbi dell’apparato respiratorio. Calma la tosse disinfettando l’albero respiratorio, risolvendo le bronchiti da raffreddamento. Altro principio attivo è l’alantolattone, che si ritiene antifiammatorio e stimolante del sistema immunitario. Per uso esterno è un rimedio contro i pruriti conseguenti a eczema ed eruzioni cutanee in genere. Celebre è anche il vino d’Enula, come aperitivo e pettorale, che si ottiene aggiungendo una percentuale di radice essiccata nel vino. Una volta si impiegava sia per tingere gli abiti di cotone o di lino di blue, sia come mordente nelle tinture con l’aggiunta di more di rovo. Oggi per la varietà a grandi fiori viene usata anche nei giardini per creare ampie macchie di colore.
Famiglia: Asteraceae (Compositae)
Nomi comuni: Margaita sarvaiga, erba dij dolour, lella, enula campanula, liola.
La droga: Il rizoma.
Quando si raccoglie: Il rizoma si raccoglie da piante di almeno due – tre anni in ottobre – novembre o in marzo – aprile, quando la pianta è in riposo; si scava con una vanga, si pulisce dalla terra, si eliminano la radichette laterali e si taglia in pezzi lunghi 5 – 10 cm che si dividono in due per il lungo nel caso di grossi rizomi.
Proprietà : Tossifughe, anticatarrali, antisettiche, urinarie, coleretiche, diuretiche, antipruriginose.
Principi attivi: Elenina, inulina, alantopicrina.
Come si usa la droga
L’Enula campana è molto utile nel trattamento dei disturbi dell’apparato respiratorio. Il suo principio attivo, l’elenina, calma la tosse, modifica la secrezione bronchiale, disinfetta l’albero respiratorio e risolve le bronchiti catarrali conseguenti a raffreddamento. Inoltre ha la proprietà di fluidificare e stimolare la secrezione biliare, aumentare la diuresi, eliminare i vermi intestinali; in linea generale, secondo le più moderne vedute, l’Enula campana è utile per il trattamento contemporaneo del fegato e del rene, cioè disturbi della cistifellea, calcolosi epatica e renale, gotta, artrite, scarsa secrezione urinaria con iperazotemia.
Per uso esterno l’Enula campana è un rimedio classico per pruriti conseguenti a eczema, erpes, eruzioni cutanee in genere.
Le preparazioni di Enula campana sono amare e di sapore particolare tale da risultare poco gradevoli a taluni.
Uso interno
Il rizoma: Per le tossi catarriali, i disturbi del fegato e del rene.
Decotto: 1 grammo in 100 ml di acqua. Due – tre tazzine al giorno.
Tintura: 20 grammi in 100 ml di alcool di 20° (a macero per 10 giorni). Due – tre mezzi cucchiaini al giorno.
Tintura vinosa: 2 grammi in 100 ml di vino (a macero per 10 giorni). Uno – due bicchierini al giorno.
Uso esterno
Il rizoma: Come sedativo e antisettico per le infiammazioni e i pruriti della pelle e delle zone inguinali.
Decotto: 6 grammi in 100 ml di acqua. Fare lavaggi, applicare compresse imbevute di decotto sulle parti interessate.