Papaya

I Benefici della Papaja contro l’invecchiamento cellulare
La pianta della Papaya è originaria delle zone tropicali del centro America e le prime notizie su di essa risalgono al 1519

poiché viene citata da Hernan Cortés nei suoi resoconti di viaggio, quando descrive l’accoglienza ricevuta da parte degli Aztechi. Essi, credendo di avere a che fare con delle divinità, offrirono a Cortés e al suo seguito abbondanza di cibo e, alla fine del banchetto, li invitarono a mangiare uno strano frutto che somigliava ad un melone, con la buccia dorata e la polpa morbida, che li aiutò a “smaltire” il troppo cibo ingerito. Gli Spagnoli chiesero quindi il nome di quel frutto prodigioso e gli indigeni risposero con un suono simile alla parola “Ababai”, da cui venne coniato il nome spagnolo “Papaya”, che è giunto fino ai nostri giorni.

Nonostante somigli ad un melone (in lingua caraibica infatti Ababai significa “albero del melone”), la Papaya, il cui nome botanico è Carica papaya, non appartiene alla famiglia dei meloni, le Cucurbitaceae, ma a quella delle Caricaceae. In Nuova Zelanda e in Australia viene tuttora usato il nome Pawpaw , ma i nomi con cui le varie popolazioni nel mondo indicano questo frutto sono numerosi, ad esempio a Cuba è definito “fruta bomba” per la sua forma globosa, in Brasile “Mamao”.

Dalla sua terra d’origine la Papaya si è propagata in tutte le regioni tropicali e subtropicali; oggi viene coltivata ed è molto più diffusa al di fuori dell’America Latina. Attualmente in tutto il mondo se ne coltivano 50 varietà diverse.

Gli aborigeni australiani conoscevano da secoli i benefici effetti della Papaya sull’organismo, ed essa costituiva un alimento chiave della loro dieta per la sua ricchezza di sostanze nutritive.

Grandi esploratori come Cristoforo Colombo, Marco Polo, Vasco de Gama e Magellano, al ritorno dalle loro spedizioni riferirono dell’uso della Papaya presso le popolazioni che avevano conosciuto. In particolare Colombo annotò nei suoi appunti l’uso della Papaya dopo i pasti per 

prevenire i problemi digestivi, mentre Marco Polo verificò la sua efficacia contro lo scorbuto (malattia causata dalla carenza di Vitamina C, anticamente diffusa fra i naviganti che stavano in mare moltissimo tempo senza potersi approvvigionare di cibi freschi).

Oggi sappiamo che queste azioni benefiche sono dovute al fatto che la Papaya contiene un enzima, la papaina, che ha un’azione proteolitica quindi è molto utile per migliorare la digestione; inoltre è ricchissima di Vitamina C (più dei kiwi e delle carote!) la cui carenza, come abbiamo detto, provoca lo scorbuto. La Papaya contiene anche in gran quantità antiossidanti come selenio, flavonoidi, carotene e provitamina A, che l’organismo trasforma in Vitamina A; infatti questo frutto contiene più carotenoidi del pompelmo, dell’avocado, delle arance, del kiwi, delle banane, dei limoni e persino delle carote.

I carotenoidi principali sono il licopene e la B-criptoxantina, che insieme agli altri antiossidanti proteggono le cellule dai radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare, e dalle patologie legate alla degenerazione cellulare indotta appunto dai radicali liberi. I flavonoidi regolano la permeabilità dei vasi sanguigni, quindi sono importanti per il microcircolo e per la circolazione del sangue in generale.

La Papaya, inoltre, è ricca di minerali, in particolare potassio, magnesio e calcio, in forma naturale biologica, assimilabile, utili per le ossa, soprattutto durante la menopausa per prevenire l’osteoporosi, e di enzimi, sostanze importantissime senza le quali la vita sarebbe impossibile, poiché essi entrano a far parte di tutte le reazioni chimiche che avvengono nell’organismo, rendendole compatibili con la vita. Essi sono definiti infatti “biocatalizzatori” perché attivano e favoriscono i processi fondamentali della vita stessa. La parola enzima deriva dal greco “zumé”, che significa “lievito”. Nel 1897 Eduard Buschner isolò il primo enzima dal lievito di birra e lo chiamò “Zimase”: vinse il premio Nobel.

Il frutto acerbo della Papaya contiene molti più enzimi del frutto maturo; i principali sono la papaina, la chimopapaina e la papaialisozima. Le vitamine, i minerali e gli oligoelementi di cui la Papaya è ricca, svolgono la cosiddetta funzione di “coenzimi”.

La moderna alimentazione spesso non ci fornisce un’adeguata quantità di enzimi, poiché la cottura e la conservazione impoveriscono i nostri alimenti di queste importantissime sostanze, mentre la Papaya, che ne è ricchissima, può fornircene in abbondanza.

Se vogliamo purificare il nostro organismo la Papaya ci aiuta perché stimola l’eliminazione e lo smaltimento delle sostanze di scarto e purifica il sangue, effettua anche una sorta di pulizia dell’intestino, stimola gli organi emuntori, aiuta anche a ridurre il sovrappeso stimolando il metabolismo e aiutando a scomporre più velocemente le proteine, con beneficio per la digestione e con minor formazione di sostanze di scarto che l’organismo deve eliminare, perché tossiche.

Si ritiene anche che la Papaya abbia una sorta di azione “ringiovanente” per l’organismo, perché il suo effetto depurativo non si limita al canale alimentare, ma si estende anche alle altre cellule. Da alcuni studi effettuati recentemente si è notato, infatti, che l’uso della Papaya riduce l’incidenza di alcune malattie degenerative.

La Papaya, sia acerba che matura, aiuta a ristabilire nell’organismo l’equilibrio acido-base spesso compromesso e squilibrato verso l’iperacidità da diversi fattori, come un’alimentazione squilibrata, povera di frutta fresca e verdura, lo stress, il poco riposo, un’insufficiente attività fisica che aiuta ad espellere con la traspirazione e il sudore le sostanze acide di scarto dal corpo. Una delle conseguenze dell’iperacidità è un aumento della formazione di radicali liberi, che danneggiano le strutture cellulari. Le vitamine, i minerali e le sostanze vitali presenti negli alimenti non vengono utilizzate correttamente, e ciò si traduce in sintomi legati alla loro carenza. 

I batteri benèfici che vivono abitualmente nel nostro intestino, che costituiscono la cosiddetta flora batterica intestinale, muoiono e di conseguenza il nostro sistema immunitario si indebolisce, e ciò può portare all’insorgere di malattie. La Papaya invece ci aiuta a ristabilire l’equilibrio acido-base, facendolo virare verso l’alcalinità, per l’effetto alcalinizzante dell’enzima papaina. L’effetto alcalinizzante della Papaya è uguagliato solo da alghe eSpirulina (che è sempre un’alga, ma di acqua dolce e non contiene iodio come le alghe di mare).

Una particolare forma di assunzione della Papaya è la Papaya fermentata, che potenzia le caratteristiche benefiche di questo frutto e ci aiuta ancora di più a mantenerci in forma, combattendo l’invecchiamento cellulare indotto dai radicali liberi. La Papaya fermentata contiene, infatti, frutti maturi ma ancora verdi, perché è in questo stadio di maturazione che la Papaya sviluppa il massimo di principi attivi e di enzimi, ed è preparata utilizzando la polpa, i semi, la buccia e le foglie, per avere la totalità dei principi attivi della pianta. La fermentazione avviene in presenza di Tè verde, succo di limone fresco e un particolare lievito, la Kombucha; si ottiene così un arricchimento di sostanze benefiche e si rende il composto totalmente assimilabile, per via della fermentazione che è quasi una pre-digestione, e lo rende utile a tutti e a tutte le età.

Dott.ssa Marina Multineddu

Carica papaya

La papaia o mamón, (conosciuta anche come melón de árbol = melone arboreo), frutta bomba o lechosa, (Carica papaya, L.) è una pianta della famiglia delle Caricacee.

Descrizione

Immagine tratta dal volumeKoehler’s Medicinal Plants, 1887

Si presenta come un piccolo albero poco ramificato, potrebbe ramificare in caso di ferite, con un fusto alto sino a 5-10 m. Il tronco, anche negli esemplari maturi, ha una consistenza tenera, poco legnosa, e presenta cicatrici prodotte dalla crescita e caduta delle foglie superiori. La linfa è di consistenza lattea, (da qui il suo nome: lechosa=lattea), tossica allo stato naturale per l’essere umano, potendo produrre irritazioni allergiche al contatto con la pelle. Questa linfa lattea contiene un enzima molto utile, la papaina, impiegata come ammorbidente delle carni: nei barbacue si usa il succo che fluisce tagliando la corteccia della Papaia verde per versarlo sopra la carne, che rende molto tenera e succosa.

Le foglie, disposte a rosetta all’apice del tronco, sono larghe, palmato-lobate, 50-70 cm di diametro.

I fiori sono prodotti all’ascella delle foglie.

Il frutto 

I frutti hanno una consistenza delicata e una forma oblunga, e possono essere di color verde, giallo, arancio o rosa. Possono pesare fino a 9 kg. Per esigenze di commercializzazione nella maggior parte dei casi non devono pesare più di 500 o 600 gr, specialmente nelle varietà di piante nane, molto produttive e destinate generalmente alla esportazione, per essere più trasportabili e durare di più dopo la raccolta fino al momento del loro consumo. La dimensione dei frutti diminuisce in funzione della età della pianta. I frutti e i fiori si trovano in grappoli subito sotto la inserzione dei piccioli delle foglie palmate. La pianta non è esigente in quanto ai suoli, potendo svilupparsi in qualunque terreno abbandonato o perfino in grandi vasi. È una delle piante più produttive in relazione alla sua dimensione perché fiorisce continuamente e sempre ha allo stesso tempo fiori e frutti. Lo sviluppo dei frutti causa la caduta delle foglie inferiori, quindi i frutti sono sempre allo scoperto rispetto alle foglie, esposti alla luce solare.

La specie si presenta dioica naturalmente, però la selezione artificiale ha prodotto specie ermafrodite. La papaia è conosciuta come frutta da consumo, tanto nella forma diretta che come frullato e dolce (elaborati con frutta verde bollita con zucchero), e ha alcune proprietà notevoli per facilitare la digestione degli alimenti di difficile assimilazione, dovuta al suo alto contenuto di papaina. Da questo enzima chiamato papaína si producono più di 1000 tonnellate annuali nel mondo. Questo prodotto derivato viene usato nella la fabbricazione di birra, cosmetici e nell’industria alimentare.

Distribuzione e habitat 

È una pianta originaria del centroamerica, conosciuta e utilizzata in tutta America da molti secoli, perquanto oggi si coltivi in in molti paesi di altri continenti, principalmente in Asia e Africa. Prima dell’arrivo degli Europei, in Messico era chiamata chichihualtzapotl, che in náhuatl significa “zapote nodriza”, ed era un frutto particolarmente connesso con la fertilità.

Vive in ambienti tropicali (America centrale e meridionale) a temperature che non devono mai scendere sotto 0° per evitare marciumi.

Usi alimentari 

Il frutto di grandi dimensioni ha un uso consistente simile al melone.

Usi medicinali 

Dalla papaia si estrae in medicina la papaina, principio attivo con funzione proteolitica. Contrariamente alla credenza popolare esso non favorisce il dimagrimento, ma la semplice digestione delle proteine.

Bibliografia

 (EN) Ménard, R. and Storer, A.C. Papain. In: Barrett, A.J., Rawlings, N.D. and Woessner, J.F. (Eds), Handbook of Proteolytic Enzymes, Academic Press, London, 1998, pp. 555 – 557.

Il Frutto della Papaya

Guardiamoci un po’ intorno, alla ricerca di qualche fonte di giovinezza cui attingere.

Ci accorgeremo presto che nulla dura in eterno: tutto si consuma e muore, dalla farfalla che vive un’estate appena all’albero millenario. Eppure, guardate: anche sull’albero più vecchio, ogni anno maturano nuovi frutti. Essi racchiudono il segreto della giovinezza: la capacità di rinnovarsi.

Nel frutto, che contiene i semi di una nuova vita, ogni pianta concentra le sue energie creative. Le varietà e le sottovarietà di frutti sono praticamente infinite e lo stesso dicasi per i benefici che se ne possono ricavare. Questi non si limitano certo ai principi nutritivi: tutte le piante custodiscono un tesoro di sapienza ed esperienza accumulato nel corso dei millenni. Inoltre esse sono ben disposte a lasciarci attingere a questo patrimonio ed instaurano facilmente un dialogo muto col nostro corpo, trasmettendogli la loro saggezza. Questo è il dono più importante che ci possono fare le piante. Alcune sono più famose di altre,grazie alle loro peculiari caratteristiche, come l’aloe, la camomilla o il ginseng; ma anche l’umile mirtillo, la mela quotidiana o l’insalata di casa ci riservano grandi sorprese!

La star del giorno è la papaya!

Questo frutto vivace è un vero e proprio scrigno, colmo di preziosi nutrienti,che possono portare al nostro corpo i più grandi benefici. Le sue qualità e caratteristiche la rendono ideale per far ricordare all’organismo la vitalità e la freschezza dell’infanzia. La papaya assomiglia proprio ad un bambino ottimista e pieno di energia positiva: è molto precoce e fruttifica prestissimo, già dopo il primo anno di vita. Il clima tropicale delle zone in cui vive, poi, le consente di produrre svariati raccolti all’anno: impaziente com’è non vede l’ora di fare, produrre, diventare grande e mettersi in gioco per assorbire tutto il meglio della vita!

Proprietà del frutto fresco di Papaya

La papaya comunica con vivacità al nostro corpo, trasmettendogli le proprie inclinazioni.

Dona energia, grazie all’elevato contenuto di carboidrati di facile assorbimento e alla presenza di sali e vitamine del gruppo B. Il frutto fresco è molto utile per affrontare periodi di stress o superlavoro.

Aiuta la digestione, essendo ricchissima di enzimi proteolitici. Allevia il lavoro del fegato e riduce la produzione di metaboliti, cioè quelle sostanze parzialmente digerite che rallentano il transito intestinale.

Riduce lo stress ossidativo, grazie al suo elevato contenuto in carotenoidi. Significa che è in grado di ridurre e rallentare i processi responsabili dell’invecchiamento causati dai radicali liberi. Sebbene queste proprietà siano riconducibili ad alcuni elementi specifici, è la sua la peculiare composizione a determinare la sinergia che rende la papaya così efficace.

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