Robiola della Valsassina
Robiola della Valsassina

Robiola della Valsassina
La Robiola della Valsassina prende il nome dal termine latino “rubium”, perché con la stagionatura la crosta tende a diventare rossiccia. In Valsassina sono importanti le grotte dove vengono stagionati i formaggi, luoghi in cui umidità e temperatura sono ottimali.
Così i prodotti assumono proprietà organolettiche uniche.
Definita variante del Taleggio, si differenzia per le dimensione e il tempo di maturazione.
Prodotto in Lombardia, provincia di Lecco, in Valsassina con latte di vacca.
A forma parallelepipeda a base quadrata, a facce piane delle dimensioni laterali di 10 cm, lo scalzo è diritto, alto 4 cm, il peso è di 0,3-0,4 kg di pasta molle.
Il latte crudo di una munta, alla temperatura di 35°, viene addizionato con caglio di vitello.
La cagliata, presamica, subisce una rottura alle dimensioni di una nocciola.
La massa viene lasciata a riposare e, in seguito, raccolta con teli e posta in fascere.
La salatura è a secco.
Dopo una breve maturazione, le forme vengono tagliate per ottenere quattro formaggi.
Si consuma dopo 30 giorni di maturazione in grotte o cantine.
La crosta è sottile, rugosa, fiorita, di colore giallo o rossastro, con evidenti muffe grigie.
La pasta è morbida, cremosa nel sotto-crosta, di colore avorio, tendente al paglierino.
Formaggio grasso, di breve stagionatura, a pasta molle
Formaggio da pasto.
Bene col pane morbido, magari spalmato di olio e pepe.
È ottimo con confettura di verdure come pomodori e melanzane, o frutta fresca.
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