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Spumanti
La legge indica come vino spumante quel prodotto che, ottenuto da uve fresche o mosto di uva o da vino, presenti in bottiglia alla temperatura di 20°C una sovrappressione non inferiore a 3 bar,
elevata a 3,5 bar per gli spumanti VSQPRD, cioè i DOCG E DOC.
Tutti i vini con una pressione non superiore a 2,5 bar (atmosfere) sono definiti “ Frizzanti”.
Gli spumanti si distinguono:
Gassificati in cui la anidride carbonica è aggiunta, questo vino è poco prodotto e deve aver scritto sull’etichetta “ addizionato di gas acido carbonico”, è di qualità scadente.
Naturali in cui la anidride carbonica si è formata dalla naturale fermentazione del vino con aggiunta o meno di zuccheri esterni.
I sistemi più importanti per produrre spumanti naturali sono il Metodo Classico ed il Metodo Charmat.
Metodo Classico la durata minima della lavorazione è:
Se in etichetta si scrive “Fermentazione in bottiglia” l’invecchiamento deve essere minimo di 9 mesi di cui 60 giorni sulle fecce, la separazione delle quali avviene per filtrazione o per
sboccatura.
Se in etichetta si scrive “Fermentazione in bottiglia secondo il Metodo Tradizionale” o “ Metodo Tradizionale” o “Metodo Classico” l’invecchiamento sulle fecce deve essere di 9 mesi e la
separazione deve essere solo per sboccatura.
Metodo Charmat la durata minima della lavorazione è:
Senza invecchiamento se in etichetta è riportata solo la scritta “ Spumante”
Di almeno 3 mesi, di cui almeno 2 sulle fecce, se in etichetta è riportato il nome del vitigno Es “Chardonnay” o “Pinot”
Di almeno 6 mesi, di cui 3 almeno sulle fecce, se in etichetta è riportata la scritta VSQ o VSQPRD ( DOC). Tale prodotto è ridotto ad 1 solo mese se gli spumanti sono dolci aromatici come Asti,
Brachetto e Prosecco.
Gli spumanti sono classificati anche attraverso gli zuccheri e si distinguono in:
- Brut nature, Pas dosè, Dosaggio Zero se gli zuccheri sono inferiori a 3 grammi/litro
- Extra Brut se gli zuccheri sono compresi tra 0 e 6 grammi/litro
- Brut se gli zuccheri sono inferiori a 12 grammi/litro
- Extra Dry. Extra sec se gli zuccheri sono compresi tra 12 e 17 grammi/litro
- Dry o Sec o Asciutto se gli zuccheri sono compresi tra 17 e 32 grammi/litro
- Demi-sec, Medium Dry, Abboccato se gli zuccheri sono compresi tra 32 e 50 grammi/litro
- Dolce se gli zuccheri sono superiori a 50 grammi/litro
Metodo Champenoise
Al vino base viene addizionata una miscela di vino, zucchero e lieviti selezionati (il cosiddetto liqueur de tirage) in grado di far partire la rifermentazione in bottiglia.
Il vino viene poi imbottigliato e lasciato a fermentare in cantina per un periodo variabile che può arrivare a 2-3 anni, in posizione inclinata verso il basso.
Le bottiglie vengono agitate e ruotate periodicamente in modo da far affluire le fecce verso il tappo.
Il vino rifermentato presenterà un tasso alcolico superiore a quello di partenza di circa 1,2% vol e la presenza di anidride carbonica sotto forma di acido carbonico (le famose bollicine). Grazie
alla fermentazione dei lieviti, lo spumante assume il caratteristico aroma di crosta di pane.
Al termine del periodo di fermentazione in bottiglia, le fecce vengono allontanate stappando velocemente la bottiglia e facendole uscire, spesso congelando il collo della bottiglia in modo tale
da solidificare le fecce, oppure con metodi più sofisticati come la filtrazione isobarica sotto CO2 (il vino viene travasato e filtrato in un ambiente sotto pressione, in modo tale che non perda
l’anidride carbonica presente al suo interno).
La bottiglia viene poi rabboccata con il cosiddetto “liquore di spedizione” (liqueur d’expedition) costituito da vino bianco finissimo, acquavite e saccarosio.
In base alla quantità di liqueur aggiunto, gli spumanti si suddividono, secondo la norma comunitaria (Regg. 2332/92 e 2333/92 CEE) in: extra brut, brut, extra dry, sec o secco, demisec o
abboccato, dolce per quantitativi sempre maggiori.
Se nel liqueur non è presente saccarosio, sarà indicato Brut Nature, Dosage Zèro oppure Pas Dosé.
Metodo Charmat
Con questo motodo la rifermentazione avviene in autoclave e il sedimento di lieviti viene eliminato per filtrazione isobarica prima dell’imbottigliamento.
È un metodo industriale per vini di qualità inferiore, inventato nel Bordeaux, che richiede costi di manodopera inferiori e tempi più brevi.
Data la rapidità della lavorazione, si evidenziano ancora nel vino gli aromi e le caratteristiche dei vitigni di origine, per questo si prestano bene al metodo Charmat il Moscato e il Prosecco.
Metodo Transvasion
Questo sistema è utilizzato anche per vini di pregio.
Il vino rifermenta in bottiglia come per il metodo champenoise, successivamente la bottiglia viene stappata, il vino è travasato in un recipiente a pressione, liberato dei sedimenti e
imbottigliato.
Lo champagne
Solo i vini prodotti in territori situati a circa 150 km da Parigi possono fregiarsi del nome Champagne in etichetta.
La produzione di questi vini viene fatta solamente con il metodo Champenoise.
I vitigni utilizzati per produrre champagne sono tradizionalmente di tre varietà diverse: Chardonnay, vitigno bianco che conferisce la finezza tipica del prodotto finito; Pinot
Nero e Pinot Meunier, vitigni a bacca rossa (che vengono ovviamente vinificati in bianco) responsabili della pienezza e dell’aroma fruttato.
Fermentati separatamente, i vini delle tre varietà vengono assemblati in campioni di proporzioni diverse, scelte dopo una opportuna degustazione.
Questa miscela dovrà costituire la cuvée, cioè il vino di base definitivo che sarà poi trasformato e che deve avere un modesto grado alcolico (non superiore a 11% vol).
Nell’80% degli champagne in commercio non compare l’indicazione dell’annata in etichetta, questo perché spesso l’assemblaggio prevede la presenza di vini di due o più annate diverse al fine di
ottenere un vino più armonico e omogeneo.
Lo champagne millesimato, invece, è prodotto con uve provenienti da un’unica vendemmia.
Spumanti italiani
Gli spumanti italiani utilizzano la denominazione spumante, con l’eventuale aggiunta della scritta “fermentazione in bottiglia” o “metodo tradizionale” o “metodo tradizionale classico”
in riferimento al sistema di lavorazione, che in questo caso è quello Champenoise.
I più famosi spumanti italiani sono prodotti in Franciacorta, in Lombardia, sotto la DOCG omonima, questi sono i vini italiani che più si avvicinano agli champagne francesi.
Anche in Trentino, con denominazione “Trento DOC”, vengono prodotti spumanti di qualità, più delicati e fruttati dei Franciacorta e dunque più lontani come gusto agli champagne.
Spumante per Regione Italiana
Friuli-Venezia Giulia
I vitigni alla base delle denominazioni friulane concorrono anche alla produzione di alcuni vini spumanti prestigiosi, che possono anche essere vinificati in rosso.
Moscato Giallo Spumante, Grigio Spumante Friulano e Ribolla Gialla Spumante sono alcuni degli spumanti regionali più apprezzati.
Tipo di Spumante: Pinot Nero, Ribolla
Trentino-Alto Adige
La provincia di Trento famosa per l’omonimo spumante vinificato con il metodo classico, a base di Chardonnay e Pinot nero.
Tipo di Spumante: Chardonnay, Trento Doc, Muller Thurgau, Trento Rosè
Veneto
In Veneto si possono trovare svariate tipologie di spumanti, dalla provincia di Verona (Soave Spumante, Recioto dolce Spumante), alla provincia di Vicenza (dove ottimi spumanti vengono prodotti
nella DOC Monti Lessini).
Nella zona di Treviso si trova l’emblema degli spumanti regionali, il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene.
La produzione di questa tipologia di vini avviene anche nella zona del Montello e dei Colli Asolani. In Veneto si possono trovare svariate tipologie di spumanti, dalla provincia di Verona (Soave
Tipo di Spumante: Bianco Frizzante, Chardonnay, Custoza, Manzoni, Moscato Bianco, Pinot Nero, Raboso, Soave, Cartizze, Chiaretto del Garda, Franciacorta, Moscato, Pinot Grigio, Prosecco, Rosato Trevigiano
Lombardia
La Lombardia oggi la più importante regione spumantistica italiana grazie all’imorenditoria che ha creato e valorizzato il territorio Franciacorta, zona di produzione dell’omonimo bianco
spumante.
Rappresentativo della regione anche l’Oltrepò Pavese.
In regione vi è anche una produzione di vini spumanti dolci.
Tipi di Spumante: Chardonnay, Franciacorta, Trebbiano di Lugana, Classese, Pinot Nero.
Piemonte
La tradizione spumantistica si diffusa in Piemonte dall’Alta Langa ai Colli Tortonesi, con denominazioni di origine che consentono l’utilizzo di più vitigni a seconda delle scelte aziendali. Il
Brachetto d’Acqui l’unico spumante rosso in regione.
Tipi di Spumante: Brachetto, Moscato bianco, Pinot nero
Toscana
In Toscana, i vini spumanti vengono prodotti dalle uve dei vitigni malvasia, vernaccia, trebbiano, con l’aggiunta di uve internazionali chardonnay e sauvignon.
Tipi di Spumante: Vernaccia di San Gimignano
Valle d’Aosta
La produzione di questo genere di vini in Valle d’Aosta non è molto florida.
Molto noto e di prestigio comunque è il Blanc de Morgex et de la Salle, uno spumante armonico e delicato dai sentori fruttati.
Tipi di Spumante: Pinot Nero
Marche
Nelle Marche, il vitigno verdicchio viene sottoposto alla “presa di spuma”, producendo un eccellente Verdicchio dei Castelli di Jesi Spumante.
Da non tralasciare anche il Pecorino Spumante, ottimo prodotto regionale.
Tipi di Spumante: Pecorino, Verdicchio Castelli di Jesi
Sicilia
La tradizione spumantistica non è propria delle regioni meridionali, ma negli ultimi anni anche le loro produzioni stanno trovando sbocchi commerciali interessanti.
In Sicilia, oltre ai vitigni internazionali, vengono coltivati: inzolia, grecanico, grillo e cataratto per la produzione di vini spumanti.
A Pantelleria e a Noto gli spumanti vengono prodotti con le uve di moscato.
Tipi di Spumante: Moscato Bianco
Tipi e caratteristiche dello Spumante
Bianco Frizzante
Caratteristiche organolettiche:
I vini bianchi frizzanti si presentano di colore giallo paglierino più o meno brillante, e si caratterizzano per sentori fruttati e freschi tipici dei vitigni da cui derivano.
Abbinamenti consigliati:
I bianchi frizzanti sono vini da aperitivo, serviti con antipasti di pesce o salumi e formaggi; si abbinano a pietanze a base di pesce (di lago o di mare, crostacei o da taglio) a svariate
tipologie di piatti che non devono però essere troppo saporiti o impegnativi.
Tecniche di produzione:
Per la produzione di vini frizzanti si segue il metodo cosiddetto “Martinotti”, conosciuto anche con il nome “Charmat”.
Questa tecnica inizia con l’assemblaggio dei vini a disposizione, che vengono chiarificati, refrigerati, filtrati, per poi essere messi nelle autoclavi.
All’interno di queste vi è una base di lieviti, ai quali vengono aggiunti sali minerali e zucchero. Dopo la rapida fermentazione (che copre un periodo di 15-20 giorni circa), il vino viene
travasato in altre autoclavi con una filtrazione in sovrappressione, per evitare che venga dispersa l’anidride carbonica (filtrazione in ambiente iperbarico).
Successivamente, il vino viene refrigerato e filtrato ancora una volta, e viene quindi imbottigliato a tappato.
A seconda di come vengono combinati i procedimenti, si possono avere vini dolci, amabili o secchi.
Esiste anche il metodo “Champenoise” per la produzione di vini frizzanti, che usa le bottiglie invece della autoclavi, ma per la produzione di vini frizzanti non propriamente “spumanti” si
preferisce il metodo Martinotti-Charmat.
Un’altra tecnica ancora è il metodo artificiale, che consiste nell’aggiungere anidride carbonica al vino, ma i risultati sono nettamente inferiori qualitativamente.
Brachetto
Descrizione del vino:
L’unicità del Brachetto d’Acqui è data dalla sua naturale dolcezza e dalla spiccata aromaticità, in tutte e tre le tipologie prodotte, Rosso, Rosato e Spumante (realizzato con il metodo Charmat
o Martinotti).
Caratteristiche organolettiche:
Questo vino si presenta di color porpora o rubino brillante con riflessi violacei; il suo perlage è fine e persistente, i profumi richiamano la frutta matura e la rosa e, in bocca,
risulta morbido e avvolgente e connotato da un basso tenore alcolico (minimo 11,5°).
Abbinamenti consigliati:
Ottimo accompagnato da frutta poco matura o frutta secca (noci, nocciole, mandorle).
Il suo abbinamento tradizionale è con i dessert.
Zona di produzione:
Sono i 26 comuni in cui è consentito produrre questa denominazione, di cui otto in provincia di Alessandria e diciotto in provincia di Asti, tutti compresi tra Acqui Terme e Nizza Monferrato.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Brachetto al 100%.
Cartizze
Caratteristiche organolettiche:
Il vino Superiore di Cartizze è di colore giallo paglierino più o meno intenso, brillante, con spuma persistente; ha un odore gradevole e caratteristico di fruttato; in bocca risulta secco o
amabile, corposo, gradevolmente fruttato, caratteristico, fresco.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Secondo alcune testimonianze il Cartizze nasce alla fine del XIX secolo, poco dopo l’affermazione del Prosecco come coltura di Valdobbiandene.
Il nome Cartizze deriverebbe da gardiz o gardizze, cioè i graticci usati per far appassire le uve.
Abbinamenti consigliati:
Perfetto con le pietanze a base di pesce, ottimo accompagnato da dessert semplici (come pasticceria secca) e articolati (crostate e torte con creme).
È sempre più presente agli aperitivi e ai buffet.
Zona di produzione:
Territorio della frazioni di San Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Saccol (Valdobbiadene).
È una zona piccolissima e scelta con cura all’interno della più ampia zona del Prosecco.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Secondo il disciplinare, deve essere ottenuto con il vitigno Glera per un minimo dell’85%, mentre il restante 15% può essere costituito da uve bianche coltivate nella provincia di Treviso.
Champagne
Caratteristiche organolettiche:
Gli Champagne non presentano tutti le stesse caratteristiche, ma si differenziano a seconda della zone di produzione e dei vitigni utilizzati.
Per esempio, nei territori dove prevale lo Chardonnay, avremmo degli Champagne delicati, aromatici, eleganti; con una prevalenza di Pinot nero il vino che ne risulta è invece molto forte e
intenso, di carattere e struttura.
Nelle zone del Pinot meunier lo Champagne sarà invece caratterizzato da aromi e sentori di frutta.
Gli Champagne si differenziano anche per il colore, che può essere giallo brillante o rosato.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Lo Champagne nasce intorno al XVII secolo grazie all’abate benedettino Pierre Pérignon. Secondo una prima ipotesi, il monaco avrebbe commesso un errore durante la vinificazione, e fece scoppiare
alcune bottiglie in affinamento: da qui avrebbe scoperto la “presa di spuma”. Secondo un’altra versione, i viticoltori dell’epoca misero i vini prodotti con il Pinot nelle bottiglie anziché nelle
botti, poiché invecchiavano male, ma alla loro apertura scoppiavano inevitabilmente.
Un’altra versione ancora afferma che l’abate avesse voluto aromatizzare il vino mettendo nelle bottiglie fiori e zucchero, e quando stappò le bottiglie scoprì che producevano spuma.
Qualsiasi sia la versione esatta, Pierre Pérignon capì che l’originarsi della spuma fosse riconducibile a una rifermentazione del vino, e decise di perfezionare la tecnica.
Oggi lo Champagne è conosciuto in tutto il mondo come simbolo di festa.
Abbinamenti consigliati:
Lo Champagne è ottimo con pietanze a base di pesce (secondo la tradizione accompagna le ostriche), secondi piatti di carni bianche con contorni di verdure, primi piatti non toppo impegnativi.
È ottimo consumato anche durante un aperitivo accompagnato da antipasti, oppure, ovviamente, come vino da brindisi per tutte le occasioni.
Zona di produzione:
La produzione dello Champagne avviene su quattro dipartimenti della Francia: Marne, Aisne, Aube e Seine et Marne.
Tecniche di produzione:
I vini Champagne vengono vinificati seguendo il metodo champenoise (conosciuto in Italia con il nome “Metodo classico”): alla primavera successiva alla vendemmia si procede con l’assemblaggio
delle uve.
Queste vengono poi unite a una parte di vini Champagne dell’anno precedente, a cui vengono poi aggiunti dei lieviti che, assorbendo gli zuccheri, liberano anidride carbonica.
In seguito a questo procedimento comincia la maturazione del vino (15-36mesi). Successivamente ha inizio la fase di invecchiamento, che avviene grazie all’espulsione dei lieviti residui.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
I principali vitigni con cui vengono prodotti gli Champagne sono: Pinot Nero, Pinot Meunier, Pinot Bianco, Petite Meslier, Arbanne e Chardonnay.
Chiaretto del Garda
Caratteristiche organolettiche:
Il colore varia da rosa petalo di rosa a rosato cerasuolo con riflessi rubini; presenta un odore
fine, intenso, con eventuali sentori floreali e fruttati; in bocca risulta secco, fresco, fine, sapido con spiccata salinità ed eventualmente con leggero retrogusto ammandorlato.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Il Chiaretto è stato uno dei primi vini, in Italia, a cui è stata riconosciuta la denominazione di origine controllata (1967).
La viticoltura nella zona è iniziata in tempi antichissimi, all’epoca degli Etruschi.
Anche la tecnica di vinificazione risale a tempi molto antichi, anche se fu regolamentata solo nel XIX secolo.
Abbinamenti consigliati:
Il Chiaretto è un vino molto versatile e può accompagnare tutto il pasto.
Data la sua provenienza, si accosta perfettamente con pietanze a base di pesce di lago, ma è ottimo anche con i salame, prosciutto e formaggi non molto stagionati.
Zona di produzione:
Il Chiaretto viene prodotto nell’intero territorio di venticinque comuni nella provincia di Brescia.
Tecniche di produzione:
Il Chiaretto del Garda ha bisogno di una particolare tecnica produttiva: il mosto deve venire in contatto con le vinacce, ma solo in un determinato momento e per un determinato periodo di tempo;
il risultato di questo contatto garantirà un colore del vino ben preciso e delle caratteristiche particolari.
La tecnica è molto precisa e non lascia margine di errore: se il contatto è troppo breve, il vino risulterà incompleto, scolorito, spento; al contrario, con un contatto troppo lungo il vino
diventerà un rosso indeterminato, senza personalità.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Groppello (minimo 30%), Marzemino (minimo 5%), Sangiovese (minimo 5%),
Barbera (minimo 5%); sono permessi, per la produzione di questo vino,
altri vitigni a bacca nera autorizzati dalla provincia di Brescia per un massimo del 10%.
Classese
Descrizione del vino:
Il Classese è lo spumante classico dell’Oltrepò Pavese, secondo produttore mondiale dopo la Francia.
Caratteristiche organolettiche:
Il Classese si presenta di colore giallo paglierino; ha un odore ricco di sentori di crosta di pane e frutta esotica, con un perlage fino e persistente; in bocca risulta strutturato e
pieno.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Nell’Oltrepò Pavese si produce spumante dalla fine del XIX secolo.
Abbinamenti consigliati:
Accompagna il pesce e le carni bianche; è ottimo servito anche come aperitivo.
Zona di produzione:
Oltrepò Pavese.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Pinot Nero.
Custoza
Descrizione del vino:
Un bianco definito moderno e fresco, che deve le sue caratteristiche al perfetto micro-clima delle colline a sud-est del lago di Garda, ma non solo: anche la sapienza e la dedizione dei
viticoltori e vinificatori del luogo hanno costruito la personalità di questo grande vino nel corso dei secoli.
Caratteristiche organolettiche:
Il Custoza si presenta di colore giallo paglierino, ha un odore fruttato, profumato e leggermente aromatico, e in bocca risulta sapido, morbido, delicato, di giusto corpo, piacevolmente
amarognolo.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Le prime testimonianze della coltivazione della vite nel territorio risalgono all’epoca palafitticola, ma è con i Romani che si raggiunge una vera e propria tradizione e cultura della
viticoltura, che si protrarrà nei secoli a venire.
La denominazione “Custoza” comincia ad essere utilizzata specificatamente solo a metà Ottocento, e nel 1971 si raggiunge la DOC per il “Bianco di Custoza”.
Abbinamenti consigliati:
Il Bianco di Custoza è ottimo con tutti i tipi di piatti a pase di pesce, sia di lago che di mare; è inoltre eccellente anche con primi piatti e antipasti magri e delicati e come aperitivo.
Zona di produzione:
Tutto o parte dei territori dei comuni di Sommacampagna, Villafranca di Verona, Valeggio sul Mincio, Peschiera del Garda, Lazise, Castelnuovo del Garda, Pastrengo, Bussolengo e Sona.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Trebbiano toscano (10% – 45%), Garganega (20 – 40), Trebbianello (5 -30),
Bianca Fernanda (fino al 30%), Malvasia, Riesling Italico, Pinot bianco, Chardonnay e Manzoni
Bianco da soli o congiuntamente (fino al 30%).
Franciacorta
Caratteristiche organolettiche:
Ha un colore paglierino più o meno intenso, con eventuali riflessi verdolini o dorati; l’odore è quel bouquet proprio della fermentazione in bottiglia, fine, gentile, ampio e composito; in
bocca risulta sapido, fresco, fine e armonico.
Cenni storico-culturali e curiosità:
In questa regione storica, la viticoltura si sviluppa nel Medioevo, per diventare regolare e sistematica solo nel XIX secolo.
La tradizione spumantistica comincia però tardi, circa cinquant’anni fa.
Abbinamenti consigliati:
Il Franciacorta è un vino da tutto pasto, con antipasti, salumi, pietanze a base di pesce.
È ottimo anche con piatti più strutturati se viene affinato in legno.
Zona di produzione:
Territori amministrativi dei comuni di Adro, Capriolo, Castegnato, Cazzago San Martino, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Ospitaletto,
Paderno Franciacorta, Palazzolo sull’Oglio, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo-Saiano, Rovato e parte del territorio del comune di Brescia.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Chardonnay e/o Pinot Bianco e/o Pinot Nero.
Manzoni
Descrizione del vino:
Dagli incroci di vitigni sperimentati da Luigi Manzoni sono nati i vini Manzoni bianco e rosso.
Caratteristiche organolettiche:
Il vino Manzoni bianco presenta un colore giallo paglierino scarico, con riflessi verdognoli, ha un odore delicatamente profumato e leggermente aromatico, di gusto pieno e sapido.
La tipologia rosso è di colore rosso violaceo intenso, ha un profumo di frutti del sottobosco e un sapore morbido, equilibrato, poco tannico.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Il vitigno da cui è prodotto il bianco è frutto di un incrocio di vitigni Riesling Renano e Pinot Bianco.
Questo innestoè dovuto a Luigi Manzoni, il preside della scuola enologica di Conegliano negli anni Trenta.
Egli incrociò poi i vitigni di Glera e Cabernet Sauvignon per la vinificazione del Manzoni Rosso.
Abbinamenti consigliati:
Il bianco ottimo con pietanze leggere a base di insalata, pesce, bolliti, anche salumi non troppo saporiti e speziati.
Accompagna generalmente anche gli aperitivi.
Il Manzoni rosso accompagna invece pietanze più saporite e importanti, soprattutto primi piatti (risotti, lasagne).
Zona di produzione:
Provincia di Treviso.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Vitigno Manzoni (minimo 85%) a bacca bianca o nera.
Moscato Bianco
Descrizione del vino:
Il Moscato Bianco è un vino dolce, molto aromatico e fresco, prodotto dalle uve dell’omonimo vigneto, il quale concorre alla produzione di altri vini rinomati come il Moscadello di Montalcino o
il Moscato d’Asti.
Caratteristiche organolettiche:
I vini Moscato Bianco presentano un colore giallo paglierino carico, sono freschi e dal sapore intenso, dolce e aromatico.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Le origini del vitigno e dello stesso vino sono da ricondursi alla civiltà greca, che ne importò le viti in sud-Italia.
Nel Medioevo e l’intensificarsi dei commerci, il vitigno venne diffuso anche al nord.
Abbinamenti consigliati:
Vino da fine pasto e da dessert, accompagna dolci alle creme o secchi.
Zona di produzione:
Il Moscato Bianco viene prodotto in svariate regioni d’Italia: Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia,
Basilicata, Calabria, Sicilia.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Moscato Bianco.
Müller Thurgau
Descrizione del vino:
Il Müller Thurgau è un vitigno a bacca bianca che deriva dall’incrocio di uve di Riesling renano e di Chasselas.
Questa varietà viene oggi coltivata in Austria, Germania, Ungheria, Italia e Svizzera.
Il vino prodotto da questo vitigno viene denominato in Italia “Trentino Müller Thurgau”.
Caratteristiche organolettiche:
Questo vino si presenta di colore giallo paglierino con riflessi verdolini; ha un odore
delicato, lievemente aromatico; in bocca è asciutto, fresco, fruttato, armonico.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Il vitigno Müller Thurgau nasce nel 1882 da un incrocio di uve dei vitigni di Riesling Renano e di Chasselas (anche se alcuni reputano che il Chasselas sia invece Sylvaner).
L’innesto venne effettuato dallo svizzero Hermann Müller.
Abbinamenti consigliati:
Ottimo come aperitivo; a tavola è eccellente con pietanze a base di pesce o carni bianche, purché siano leggere e non troppo speziate o saporite.
Zona di produzione:
In Italia viene prodotto nelle province di Trento e Bolzano.
È meno diffuso in Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Sicilia e Sardegna.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Müller Thurgau (minimo 85%); è consentito l’utilizzo di altre uve di vitigni a bacca bianca appartenenti alla denominazione “Trentino” per un massimo del 15% (con l’eccezione dei vitigni di
Moscato giallo e rosa e Traminer aromatico).
Pecorino
Caratteristiche organolettiche:
L’Offida Pecorino si presenta di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli; ha un
odore caratteristico, gradevole, e in bocca risulta secco, tipico, caratteristico.
Abbinamenti consigliati:
Ottimo con pietanze a base di pesce, crostacei, zuppe e carni bianche.
Zona di produzione:
Province di Ascoli Piceno e Fermo.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Pecorino (minimo 85%); possono concorrere alla produzione di questo vino anche uve provenienti da altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione per la regione Marche (per un massimo del
15%).
Pinot Grigio
Caratteristiche organolettiche:
Il Pinot Grigio si presenta di un colore che va dal giallo paglierino al giallo ramato; ha un odore intenso, gradevole e caratteristico di frutta.
In bocca risulta secco o morbido, armonico ed equilibrato.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Il Pinot Grigio è una mutazione genetica del vitigno Pinot Nero, originario della Borgogna, e viene importato in Italia circa un secolo fa nella zona di Como, per poi allargarsi in Veneto, Friuli
e Trentino.
Come tutte le uve Pinot è molto difficile da coltivare e da vinificare, ma nel Triveneto si è riusciti a trovare un clima adatto alle esigenze di questo vitigno, tanto che il vino prodotto dalle
sue uve è stato, per parecchi anni, il più apprezzato in Italia.
Abbinamenti consigliati:
Il Pinot grigio è ottimo accompagnato da pietanze a base di pesce o carni, bianche, con i formaggi e gli affettati.
Viene consumato anche come aperitivo accompagnato da antipasti leggeri.
Zona di produzione:
In Italia viene prodotto principalmente in Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Pinot Grigio.
Pinot Nero
Descrizione del vino:
Vitigno di fama mondiale, viene considerato uno fra i più nobili e più difficile da coltivare e vinificare.
La caratteristica principale del vino prodotto con il Pinot Nero è la tipica acidità, che, mescolata agli aromi di frutti rossi e fiori, lo rende unico al mondo.
Caratteristiche organolettiche:
Il Pinot Nero si presenta di colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento; ha un odore complesso ma fresco, di frutti rossi, violette e rose, che con l’invecchiamenti si mescolano
ad aromi speziati e di cuoio.
In bocca risulta fruttato, armonico, con un’alta acidità equilibrato da un’elevata presenza di alcol.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Le prime testimonianze della coltivazione del Pinot Nero sembrano risalire in Borgogna, circa duemila anni fa.
Dalle numerose variazioni genetiche di questo vitigno nascono svariate tipologie quali il Pinot Bianco, il Pinot Grigio, il Pinot Meunier, il Gamay.
Per quanto riguarda l’Italia, il Pinot Nero compare nel XIX secolo.
Il suo nome deriva probabilmente da “piccola pigna”, per le modeste dimensioni del grappolo e per la disposizione degli acini, compressati fra loro.
Abbinamenti consigliati:
Ottimo con carni bianche e rosse grigliate, arrosto, brasati.
Viene accompagnato anche da formaggi stagionati.
Zona di produzione:
Il suo territorio d’elezione è ovviamente la Francia, dove concorre alla produzione degli Champagne.
In Italia viene prodotto principalmente in Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, in Veneto, in Franciacorta e nell’Oltrepò Pavese.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Pinot Nero.
Prosecco
Caratteristiche organolettiche:
Il Prosecco si presenta di colore giallo paglierino; ha un odore fine, caratteristico, tipico delle uve di provenienza; in bocca risulta secco o amabile, fresco e caratteristico.
Cenni storico-culturali e curiosità:
I primi documenti dove compare il termine Prosecco riferito al vino risalgono alla fine del XVII secolo: si trattava di un vino bianco che aveva origine nella zona triestina di Prosecco.
La produzione si sposta però quasi immediatamente nei territori del trevigiano.
Nel corso del Novecento aumenta la fama e soprattutto la domanda di questo vino, tant’è che risulta necessario tutelarne il nome.
La DOC arriva nel 2009.
Abbinamenti consigliati:
Eccellente come aperitvo, viene servito anche con antipasti leggeri, pietanze a base di pesce (anche crostacei e molluschi) e formaggi locali (l’Imbriago per esempio).
È ottimo con i risotti alle erbe spontanee tipici del trevigiano.
Zona di produzione:
Province di Belluno, Gorizia, Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia e Vicenza.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Glera; possono concorrere alla produzione di questo vino, da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 15%, i vitigni Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera, Glera lunga,
Chardonnay,Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero (vinificato in bianco).
Raboso
Descrizione del vino:
Il Raboso è un vino tutto locale, proveniente da un vigneto autoctono dell’area trevigiana molto rustico e resistente alle malattie.
Ci sono due tipologie: il Raboso Veronese, amabile, e il Raboso Piave, che spicca per la sua acidità.
Caratteristiche organolettiche:
Il Raboso si presenta di colore rosso rubino carico, tendente al granato con il prolungato invecchiamento; ha un odore vinoso, marcato, tipico, con profumo di violetta con il prolungarsi
dell’invecchiamento; in bocca risulta asciutto, austero, sapido, giustamente tannico, leggermente acidulo.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Il vitigno Raboso è presente nella zona del trevigiano da 3000 anni ed è sempre stata la vite più coltivata grazie alla resistenza alle malattie della vite.
Con l’abbandono delle campagne tra XIX e XX secolo però, si perse questa tradizione della produzione di vino Raboso, che riprese solo alla fine degli anni Novanta.
Abbinamenti consigliati:
Primi piatti con sughi di carne, gulasch, salumi, arrosti e grigliate di carni rosse e bianche.
Zona di produzione:
Province di Treviso e di Venezia.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Raboso (minimo 85%); possono concorrere alla produzione di questo vino anche le uve di altri vitigni a bacca rossa idonei alla coltivazione nelle province di Treviso e Venezia.
Ribolla
Caratteristiche organolettiche:
La Ribolla si presenta di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, ha un odore delicato, di fiori e frutta, e in bocca risulta secco, armonico, leggero, persistente.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Le origini della Ribolla Gialla non sono certe (la versione più accreditata afferma che sia un vitigno autoctono) ma la Ribolla (intesa come vino) era nota e apprezzata sin dal Medioevo, non solo
in Italia ma anche al di fuori dei confini.
Abbinamenti consigliati:
Pietanze a base di pesce, formaggi stagionati, verdure in pastella.
Zona di produzione:
Zone dei Colli Orientali (Udine) e del Collio (Gorizia), in Friuli-Venezia Giulia.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Ribolla Gialla al 100%.
Soave
Descrizione del vino:
Il Soave DOC è un vino bianco prodotto nella provincia di Verona.
Nella Doc Soave sono presenti quattro prodotti: il Soave DOC, il Soave Classico DOC, il Soave Superiore DOCG e il Recioto Soave DOCG.
SOAVE SUPERIORE DOCG
Caratteristiche organolettiche:
Il Soave Superiore DOCG presenta un colore giallo paglierino con riflessi verde-oro, un odore ampio e caratteristico di note florali, un sapore secco e pieno, con sensazioni ammandorlate sul
finale e, nel caso di invecchiamento in legno, sfumature di vaniglia.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Un vino dalle origini molto antiche, di cui il ministro di Teodorico, Cassiodoro, scrisse: “Bella bianchezza è in esso, e chiara purità, di modo che si crederebbe nato dai gigli”.
Abbinamenti consigliati:
Primi piatti (riso, pasta fatta in casa), pesce e formaggi (da freschi a medio stagionati). Viene servito anche con bolliti di magro e carni bianche; ottimo con la sopressa di Verona.
Zona di produzione:
Il Soave Superiore DOCG viene prodotto totalmente in provincia di Verona: Val d’Illasi, Val d’Alpone, Val di Mezzane e Val Tramigna.
L’area che dà nome al Soave Classico include i comuni di Soave e Monteforte d’Alpone.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Garganega (per almeno il 70%), Trebbiano di Soave, Pinot Bianco e Chardonnay (per la restante percentuale).
L’uso della specificazione Classico, in aggiunta alla DOCG Soave Superiore è riservato ai vini ottenuti da uve raccolte nella zona di origine più antica e, per ottenere la qualificazione Riserva,
il vino deve essere sottoposto a un periodo di affinamento obbligatorio per almeno due anni.
Trebbiano di Lugana
Descrizione del vino:
Dalle terre fertili del lago di Garda nasce questo grande vino, caratterizzato da una spiccata personalità, eleganza e gradevolezza.
Caratteristiche organolettiche:
Il Lugana si presenta di colore paglierino o verdolino con tendenza al giallo leggermente dorato con l’affinamento; ha un odore delicato, gradevole e caratteristico; in bocca
risulta fresco, morbido, da secco all’abboccato, armonico, con eventuale leggera percezione di legno.
Cenni storico-culturali e curiosità:
La produzione del Lugana vero e proprio avviene circa un secolo fa, ma la viticoltura, nel territorio del basso Garda, risale all’epoca del Bronzo.
Come altri vigneti, anche il Trebbiano di Lugana ha dovuto sopportare secoli di guerre e malattie come la fillossera e lo oidio; con la fine della Seconda Guerra Mondiale nacquero finalmente le
prime aziende professionali deputate alla viticolturae alla vinificazione, spinte anche dalla domanda di vini di qualità italiani che cresceva sempre più.
La denominazione Lugana nasce tra le prime nella nostra nazione, nel 1967.
Abbinamenti consigliati:
Pietanze a base di pesce e formaggi morbidi.
Ottimo come aperitivo accompagna antipasti leggeri e non troppo saporiti.
Zona di produzione:
Territori nelle province di Brescia e Verona.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Trebbiano di Lugana al 100%, ma possono concorrere alla produzione anche uve provenienti da altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione in Lombardia e nella provincia di Verona (per un
massimo del 10%).
Trento Doc
Caratteristiche organolettiche:
Questo vino si presenta di colore giallo più o meno intenso, ha un odore caratteristico, con un delicato sentore di lievito, e in bocca risulta vivace, armonico, da brut
nature a dolce.
Cenni storico-culturali e curiosità:
In Trentino, la viticoltura è presente fin dall’antichità (numerosissimi reperti appartengono all’epoca del Bronzo) e si è tramandata di epoca in epoca, di cultura in cultura, passando per
l’Impero Romano fino al Medioevo, per poi arrivare ai nostri giorni.
Non solo la coltivazione delle viti, ma anche la produzione di vini è stata, ed è tutt‘oggi, fonte di sostegno per moltissime famiglie e fulcro dell’attività economica della regione.
La produzione di spumante è cominciata nei primi anni del Novecento, e non si è mai arrestata, così, dopo la denominazione “Trentino”, è stata riconosciuta la DOC Trento, riservata
esclusivamente allo spumante ottenuto con il metodo della rifermentazione in bottiglia.
Abbinamenti consigliati:
Il Trento DOC è ottimo con le pietanze a base di pesce, con piatti non molto impegnativi oppure come aperitivo.
Zona di produzione:
Territori in provincia di Trento.
Tecniche di produzione:
Al vino base tranquillo vengono aggiunti zuccheri e lieviti selezionati.
Segue poi l’imbottigliamento e una seconda fermentazione, a cui segue il riposo sui lieviti, l’eliminazione dei residui, la dosatura e infine la tappatura.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Chardonnay e/o Pinot bianco e/o Pinot nero e/o Meunier.
Trento Rosè
Caratteristiche organolettiche:
Questo vino si presenta di colore rosato più o meno tenue, ha un odore caratteristico con delicato sentore di lievito, talvolta fruttato; in bocca risulta vivace, armonico,
moderatamente corposo, da brut nature a dolce.
Cenni storico-culturali e curiosità:
In Trentino, la viticoltura è presente fin dall’antichità (numerosissimi reperti appartengono all’epoca del Bronzo) e si è tramandata di epoca in epoca, di cultura in cultura, passando per
l’Impero Romano fino al Medioevo, per poi arrivare ai nostri giorni.
Non solo la coltivazione delle viti, ma anche la produzione di vini è stata, ed è tutt’oggi, fonte di sostegno per moltissime famiglie e fulcro dell’attività economica della regione.
La produzione di spumante è cominciata nei primi anni del Novecento, e non si è mai arrestata, così, dopo la denominazione “Trentino”, è stata riconosciuta la DOC Trento, riservata
esclusivamente allo spumante ottenuto con il metodo della rifermentazione in bottiglia.
Abbinamenti consigliati:
Il Trento DOC Rosato è ottimo come aperitivo; a tavola viene accompagna pietanze a base di pesce, carni bianche o antipasti leggeri.
Zona di produzione:
Territori in provincia di Trento.
Tecniche di produzione:
Al vino base tranquillo vengono aggiunti zuccheri e lieviti selezionati.
Segue poi l’imbottigliamento e una seconda fermentazione, a cui segue il riposo sui lieviti, l’eliminazione dei residui, la dosatura e infine la tappatura.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Chardonnay (55%) e Pinot nero (45%).
Verdicchio dei Castelli di Jesi
Caratteristiche organolettiche:
Il Verdicchio si presenta di colore giallo paglierino tenue, ha un odore delicato e caratteristico e in bocca risulta asciutto, armonico, con un retrogusto gradevolmente amarognolo.
Cenni storico-culturali e curiosità:
Le pratiche di viticoltura e vinificazione, nelle Marche, vengono introdotte dai Monaci (i Benedettini prima, i Camaldolesi poi) e il Verdicchio fa già la sua comparsa come uva non eccellente da
mangiare, ma che produce un vino “buono come nessun altro”.
Come per la maggior parte dei vitigni italiani, tra il XIX e il XX c’è una crisi della produzione dovuta alle malattie parassitarie (fillossera, peronospora e oidio).
Negli anni Cinquanta e Sessanta il Verdicchio assume visibilità commerciale ed arriva all’apice della sua storia, grazie a due imprenditori che costruirono dei castelli per la produzione del vino
e caratterizzarono il prodotto con una bottiglia dalla forma di anfora, che oltre a valorizzare il Verdicchio mette in risalto anche le sinuosità della regione Marche.
Abbinamenti consigliati:
Il Verdicchio è eccellente accompagnato da pietanze a base di pesce e dai piatti tipici della cucina mediterranea.
Zona di produzione:
Territori nelle province di Ancona e Macerata.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Verdicchio (minimo 85%); possono partecipare alla produzione di questo vino anche le uve provenienti da altri vitigni a bacca bianche idonei alla coltivazione per la regione Marche per un massimo
del 15%.
VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO
Descrizione del vino:
È un vitigno che anche da solo è capace di grandi exploit e, soprattutto, di esprimere un sottosuolo ricco di minerali, con note di fiori, di frutta bianca e di spezie, tra miele e
zafferano. Un vino capace di essere fresco e vivace, ma allo stesso tempo complesso con, in alcuni casi, una buona longevità.
Sono presenti le tipologie Annata, più semplici e con affinamento in genere in acciaio, cru, selezioni aziendali spesso fermentate in legno, e Riserva, con affinamento in legno e
capacità di invecchiare in maniera sorprendente.
Ma anche la versione Annata è molto più complessa e sfaccettata se gustata un paio di anni dopo la vendemmia, alla pari di altri grandi vini bianchi italiani dal potenziale simile, come il Fiano,
il Soave e il Verdicchio.
Caratteristiche organolettiche:
Si presenta di colore giallo paglierino tenue, tendente al dorato con l’invecchiamento, profumo fine, penetrante, caratteristico, fruttato e floreale, sapore asciutto, fresco, di buon corpo,
di buona persistenza, armonico, con caratteristico retrogusto amarognolo (mandorla amara).
Cenni storico-culturali e curiosità:
Si tratta della prima DOCG creata in Italia e di una tre le primissime DOC della nostra storia: tutto ciò a sottolineare un carattere unico e locale che l’accompagna dal 1200, periodo in cui era
un vino già conosciuto e apprezzato, come dimostra una citazione nella Divina Commedia. Espressione e vanto di una città potentissima nei secoli passati, oggi sta riscoprendo una nuova
giovinezza, dopo anni in cui ha prevalso la logica del vino-souvenir, perfetto come ricordo di viaggio, indimenticabile tra le torri della cittadina, piacevole, stuzzicante e minerale quanto
basta.
Oggi la Vernaccia è al culmine della sua rinascita, con aziende che hanno progressivamente abbandonato la pratica di aggiungere uve internazionali come lo Chardonay alla Vernaccia, nel
tentativo di renderla più accattivante.
Abbinamenti consigliati:
Primi piatti con salse bianche, piatti a base di pesce, fritture, uova e carni bianche, antipasti. Viene servito anche come aperitivo.
Zona di produzione:
Territorio del comune di San Gimignano in provincia di Siena.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Vernaccia di San Gimignano (90-100%).
VERNACCIA DI ORISTANO
Caratteristiche organolettiche:
Si presenta di colore giallo dorato/ambrato, ha un profumo intenso (nocciole tostate, fiori di mandorlo, spezie), etereo, fragrante, sapore sapido, molto caldo, pieno, morbido.
Abbinamenti consigliati:
E’ un vino da conversazione, meditazione.
Viene servito anche a fine pasto con dolci di mandorla.
Zona di produzione:
Territorio della provincia di Oristano e nelle isole che costeggiano la Toscana.
Vitigni con cui è consentito produrlo:
Vernaccia di Oristano (100%).
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