Uva Ursina – Arctostaphylos uva-ursi

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L’Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi), è una delle specie facenti parte del genere Arctostaphylos

La pianta è un piccolo arbusto dell’altezza di circa 30 cm con foglie sempreverdi che cambiano ogni tre anni e piccole bacche rosse dal sapore non molto gradevole.

Grazie alle sue proprietà antibatteriche e diuretiche è solitamente usata come rimedio contro le cistiti uretriti e infiammazioni/infezioni lievi dell’apparato urinario, nelle prostatiti.

Viene utilizzato come antisettico delle vie urinarie visto che il principio attivo idrochinone combatte l’adesione dei batteri alle pareti uroteliali e agevola il loro allontanamento da parte dell’urina

Costituenti principali dell’ uva ursina:

  • eterosidi fenolici: arbutoside (6-10%), metil-arbutoside.
    L’arbutoside per idrolisi libera un difenolo che si ossida immediatamente in idrochinone
  • tannini gallici (15-20%)
  • flavonoidi; triterpeni
  • monotropeoside (iridoide) e piceoside (idrossiacetofenone)

Attività principali: antisettico urinario

L’Uva ursina può essere considerato un antisettico urinario assai attivo da utilizzare ogni qualvolta vi sia un’infiammazione o infezione a livello delle vie urinarie, in quanto è in grado di determinare un’azione antisettica, calmante lo stimolo continuo della minzione e il dolore.

Può essere prescritta in caso di cistite acuta, cistite cronica a flora batterica banale, nell’uretrite, nella colobacillosi.

Un’indicazione interessante, in ambito geriatrico, è l’ipertrofia prostatica con componente infiammatoria ed infettiva e le cistiti da catetere.

Se non si manifestano miglioramenti sintomatici marcati dopo una settimana di trattamento, allora si farà ricorso agli antibiotici.

Nella scelta e nell’uso si deve tenere conto del rapporto arbutina/tannino: l’Uva ursina è preferibile al Corbezzolo(Arbutus unedo L.).

La foglia di mirtillo rosso (Vaccinium vitis i.) contiene meno arbutina (da 5 al 7%) rispetto all’Uva ursina per cui occorrerà utilizzarne il 30% in più.

Tossicità ed effetti secondari (controindicazioni):

Secondo la monografia della Commissione E tedesca, la posologia giornaliera normalmente consigliata corrisponde all’ingestione di 400-840 mg/die di idrochinone: «sembra che la consumazione quotidiana di 300-500 mg di questo chinone non induca alterazioni ematiche ed urinarie osservabili.

Tuttavia in assenza di lavori specificatamente dedicati alla valutazione della tossicità (in particolare epatica) e della cancerogenicità della pianta e delle sue preparazioni, si impone una certa prudenza.

E del resto un atteggiamento prudente quello che induce, in Germania, a sconsigliare l’uso della pianta alle donne in gravidanza e ai bambini di meno di 12 anni e a limitare il trattamento ad una settima (non più di 5 trattamenti per anno senza consiglio
medico)»

Si ricorda, inoltre, che i tannini irritano la mucosa dello stomaco; ciò può provocare nausea e vomito. L’aggiunta, a preparazione avvenuta, di foglie di Menta, può contrastare tale effetto.

L’uso è sconsigliato, quindi, nei pazienti gastrosensibili, durante la gravidanza e l’allattamento, ed in pediatria.

Da evitare l’assunzione concomitante di sostanze o cibi che acidificano le urine (perdita delle proprietà antibatteriche).

È importante avvertire il paziente che l’assunzione della pianta provocherà la colorazione delle urine in bruno-verde (idrochinone).

Forme farmaceutiche e posologia della uva ursina

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Infuso: 1,5%, due-tre tazze al dì.
Alcuni autori preferiscono la macerazione a freddo (6-12 ore) che dà luogo ad una preparazione meno ricca in tannini.

Polvere: da 5 a 10 g al giorno (10 g = 400-700 mg di arbutina).

Estratto secco: 2 g al giorno.

Estratto fluido: 30 a 60 gocce tre volte al giorno per parecchi giorni (lg = 28 gocce).

Uva ursina T.M. 40 gocce, tre volte al dì.

Curiosità sulla uva ursina

  • Rabelais decantò le virtù terapeutiche della pianta che fu in grado di guarire Pantagruel: «Luy prit une pisse chaude qui le tourmenta fort, mais ses médicins le secoururent bien, avec force drogues diurétiques et luy firent pisser son malheur».
  • Dal latino Uva ursi, poiché gli orsi sono ghiotti dei suoi frutti.
  • Il frutto è acidulo, di sapore poco gradevole: viene prevalentemente impiegato per confezionare marmellate.

arctostaphylos uva-ursi

antisettico vie urinarie, diuretico, diete dimagranti, allevia i gonfiori pre-mestruali, infiammazioni
genito-urinarie, antisettico e calcoli renali e della vescica, ipertrofia prostatica

pianta della famiglia delle Ericacee, si impiegano le foglie, è un importante antisettico delle vie urinarie, un diuretico, si usa nelle diete dimagranti, può alleviare i gonfiori pre-mestruali, aiuta nelle infiammazioni dell’apparato genitourinario, nelle pieliti, nelle nefriti, nella leucorrea, ha anche proprietà antisettiche, anticatarrali, favorisce la normalizzazione delle funzioni escretive, cura la diarrea cronica, si utilizza per i calcoli renali ed i calcoli alla vescica, è un ottimo tonico per il fegato, i reni, il pancreas, utile nella ipertensione arteriosa, nella cistite acuta, nella uretrite, nella colibacillosi, può essere utile nella insufficienza cardiaca congestizia, può curare l’herpes labiale, le irritazioni e le infezioni vaginali, le cistopieliti, di aiuto   nella ipertrofia prostatica, nella gotta, nella uricemia alta, nella prostatite.

Principi attivi, glucosidi, arbutina e metilarbutina che eliminate per via renale, mediante l’intervento di alcuni enzimi si scindono liberando idrochinone e metil-idrochinone, tannini, flavonoidi, glucosidi idrochinonici, quercetina, allantoina, derivati triterpenici, acido ursolico, mucillagini, resine, acido gallico, aterosidi fenolici, arbutoside, metil-arbutoside, per idrolisi libera un difenolo che si ossida in idrochione, tannini gallici, triterpeni, monotropeoside, iridoide e piceoside, idrossiacetofenone.

Controindicazioni, il sovradosaggio può causare irritazione gastrica e del tubo digerente con nausea e vomito, l’uso dell’uva ursina può colorare le urine di verde, è un colore innocuo e temporaneo, se ne sconsiglia l’uso a persone gastro sensibili, in allattamento, in pediatria, in gravidanza, poiché l’impiego dell’uva ursina tende ad esaurire le riserve di potassio, è bene mangiare molta verdura e frutta. I disordini gastrici possono essere alleviati con l’assunzione di poco latte, che neutralizza l’azione dei tannini. Alle dosi consigliate è una pianta sicura. L’uva ursina va impiegata solo in caso di necessità e per brevi periodi, o fino a risoluzione del problema.

 

L’Uva ursinaè una pianta con proprietà antisettiche per le vie urinarie, conosciuta con il nome di Bearberry, appartiene alla famiglia delle Ericacee. Della pianta, nella medicina erboristica tradizionale, vengono usate le foglie, che hanno importanti effetti nel trattamento delle infezioni.

La pianta fin dai tempi antichi è stata usata per curare le infezioni urinarie, grazie al suo principio attivo contenuto, l’arbutina, che viene sintetizzzata e eliminata con la minzione. 
 

Il suo effetto antisettico per le vie urinarie è importante per il suo uso terapeutico che se ne fa: nel caso di una sospetta infiammazione o infezione,per prevenire il dolore e il diffondersi della infezione, va somministrata, ha effetto calmante del dolore e regola lo stimolo urinario. 
 

Non c’è invece da aver timore se l’urina in seguito alla somministrazione del decotto diventa di colore verde: questo fatto è dovuto alla componente della pianta, che carica le urine e le colora naturalmente. 

Più del 50% della dose di arbutina presente negli estratti di uva ursina viene escreto entro 4 ore dall’ingestione (Quintus et al. 2005) (secondo altri studi si arriva anche al 67% – Schindler et al. 2002), soprattutto sottoforma dei metaboliti glucoronato ed estere solfato, e più del 75% viene escreto entro le 24 ore. L’eliminazione urinaria di idrochinone è stata insignificante in 2 su 3 volontari, e del 5.6 % dell’arbutina totale nel terzo soggetto. Questi dati preliminari confermano che il rischio di una eliminazione renale di quantità tossiche di idrochinone è quasi nullo (Quintus et al. 2005).
Il meccanismo di biotrasformazione dell’arbutina sembra essere il seguente: l’arbutina, dopo l’ingestione, viene idrolizzata ad idrochinone dalla flora intestinale; l’idrochinone viene a sua volta coniugato dal sistema enzimatico di Fase II nel fegato a glucoronato ed esteri solfati. Questi vengono assorbiti, concentrati ed metabolizzati ad idrochinone dai batteri del tratto urinario (Paper et al. 1993; Kedzia et al. 1975; Frohne 1970); la deconiugazione dell’idrochinone molto probabilmente è catalizzato dagli enzimi intracellulari nel citoplasma batterico (Siegers et al. 2003). Sembra invece meno fondata l’ipotesi che l’idrochinone possa formarsi direttamente nel tratto urinario ad opera della beta-glucosidasi dei batteri patogeni causanti l’infezione. 
Non sembra che la alcalinizzazione delle urine sia un prerequisito per il miglioramento della attività antisettica dell’idrochinone rilasciato dall’arbutina.

L’estratto di foglie di uva ursina esercita una vasta azione antimicrobica sia in vitro che in vivo a livello urinario.

Studi clinici
Attività antibatterica
Uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco contro placebo, che ha utilizzato l’uva ursina in congiunzione al Taraxacum officinalis radix et folia per un mese, ha riportato una riduzione significativa della ricorrenza di cistite in un follow up di un anno, con nessuna incidenza di cistite nel gruppo verum e del 23% nel gruppo placebo. Nessun effetto collaterale registrato (…). 
In uno studio non controllato, campioni di urine di volontari sani sono stati raccolti 3 ore dopo la somministrazione di 0.1 o 1.0g di arbutina, e sono stati comparati a 20 composti antibatterici su 74 ceppi batterici, inclusi Escherichia coli, Proteus mirabilis, Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus. Solo l’arbutina a seguito della somministrazione di 1 gr, la gentamicina ed l’acido nalidixico si sono mostrati attivi su tutti i ceppi (Kedzia et al. 1975). La somministrazione orale a volontari sani di 800 mg di arbutina o di una infusione di foglie di uva ursina contenenti una quantità equivalente di arbutina ha mostrato una forte attività antibatterica (Frohne 1970). 

Nonostante i molti studi non è ancora del tutto chiaro se l’azione antibatterica sia dovuta agli esteri dell’idrochinone liberati nelle urine, come l’arbutina (che però è presente in quantità ridottissime nelle urine), dall’idrochinone libero (che però è quasi sempre assente dalle urine) o dai prodotti della coniugazione dell’idrochinone con glucoronato e solfato.
L’effetto antimicrobico massimo dopo l’ingestione orale dell’estratto di foglie si ottiene dopo 3-4 ore, soprattutto in presenza di urine alcaline (pH 8). Le urine tendono all’alcalinità (pH > 7) in presenza di patogeni capaci di scindere l’urea (Proteus spp, Klebsiella spp, Bilophila wadsworthia, Cryptococcus neoformans, alcuni Citrobacter spp, alcuni Haemophilus spp, e molti altri batteri e funghi), e quindi infezioni di questo tipo sono teoricamente trattabili con l’uva ursina. In casi di infezioni di patogeni non in grado di scindere l’urea, l’utilizzo di agenti alcalinizzanti può alzare il pH di tanto da rendere la pianta efficace.


Studi farmacologici in vitro
Azione antibatterica
In ambiente alcalino i glicosidi (soprattutto l’arbutina) vengono metabolizzati ad idrochinoni e agiscono come antibatterici. Dato che la presenza di urine alcaline indica l’attività di alcuni microorganismi capaci di degradare l’urea (Proteus spp., Klebsiella spp., alcuni Citrobacter spp., alcuni Hemophilus spp., Bilophia wadsworthia, il lievito Cryptococcus neoformans, ecc.), l’infezione con questi agenti dovrebbe essere particolarmente sensibile al trattamento con uva ursina.

Un estratto al 30% di etanolo ha inibito Bacillus subtilis, Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa, Salmonella typhimurium, Serratia marcescens e Staphylococcus aureus (Leslie 1978). D’altro canto l’estratto al 95% di etanolo o al 100% di cloroformio non hanno mostrato attività antibatterica (Rios et al. 1987; Gottshall et al. 1949). 
Nonostante il decotto di uva ursina mostri una attività battericida relativamente bassa, esso aumenta in maniera significativa la idrofobicità delle specie microbiche testate, inclusa l’E. coli. Potrebbe quindi influenzare le caratteristiche adesive dei batteri (Turi 1997)
Un estratto acquoso ha inibito la crescita di Streptococcus mutans OMZ176 (Namba et al. 1981), e gli estratti in etanolo e in etil acetato si sono mostrati attivi contro Escherichia coli, Proteus vulgaris, Streptococcus faecalis and Enterobacter aerogenes (Holopainen et al. 1988). Il composto responsabile più importante sembra essere l’arbutina (Holopainen et al. 1988), che, insieme all’idrochinone, ha inibito la crescita di Ureaplasma urealyticum e Mycoplasma hominis (Robertson, Howard. 1987). 

Un estratto di uva ursina testato in vitro ha ridotto in maniera significativa la MIC di vari antibiotici beta-lattamici contro Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA), e gli autori hanno identificato nella corilagina il composto primariamente responsabile per l’attività (Shimizu et al. 2001). Non è però chiaro se questa attività si traduca in un effetto clinico nelle infezioni delle vie urinare.

Azione antivirale
Un estratto acquoso ha mostrato attività antivirale sul virus dell’herpes simplex di tipo 2, sul virus dell’influenza A2 (Mannheim 57) e sul vaccinia virus alla concentrazione del 10% (May, Willuhn. 1978).

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